Leggendo e scrivendo, vecchi ricordi riaffiorano alla memoria.
Era il '91 (o il '90).
Avevo comprato un Suzukino da Enduro, il DR350.
Piccolo, leggero (nemmeno il motorino d' avviamento aveva), scattante.
Siccome fuoristrada ero peggio di un aratro, desistetti dopo due settimane di usarlo anche su semplici strade sterrate.
Gli tolsi le gomme tassellate a gli misi una 120 da strada dietro. E davanti? Piuttosto che cambiare il cerchio da 21" (e pure le forche) gli schiaffai sotto una 90 della Harley Springer Softail, stretta stretta e dura come una lapide.
Regolai forche e sospensioni a gusto mio, misi sotto un Termignoni aperto, gli rifeci la carburazione con getto e spillo differenti ed, oplá!, scoprii che avevo inventato la "supemotard" prima ancora che la moda dalla Francia arrivasse in Italia.
Un pomeriggio ero andato fino a Volterra, non appena cominciai a riscendere verso Saline, lungo quei 10 chilometri che fino alla metá degli anni 70 erano stati teatro di una delle piú belle cronoscalte del Campionato Italiano della Montagna, vidi arrivarmi dietro una FZR1000, che, non appena usciti dall' abitato, quasi mi arribaltó fuori strada con una sgassata :o . Era un mio amico smanettone di Livorno, che evidentemente stava ritornando dal fare un po' di pieghe sulla strada di Colle.
Ma se sul veloce era un turbogetto, sulle curve strette era .... un incudine!
Cosí al tornante del Madonnino gli riarrivai dietro, e me lo studiai fino alla curva del Matto, (180° stretti) dove per entrare si allargó tutto a sinistra e quasi si fermó, ed io gli entrai stretto stretto all' interno
nei successivi 400 metri quasi rettilinei prima del prossimo tornante mi passó e mi lasció indietro, ma al Poggiarone gli ero di nuovo in scia, e al successivo tornante a sinistra gli rifeci il pelo e contropelo
Sul falsopiano misto veloce prima delle curve e dei tre tornantoni dei Poggimorti non riuscí a sorpassarmi, e me lo tenni dietro coi suoi fanaloni accesi che tra una curva e l' altra si facevano sotto per riallontanarsi quando c' era da curvare
, ma quando arrivammo al lungo rettilineo della Chiostra mi passó e se ne andó. :(
Ma sulle due esse successive giá mi riaccodai
, e alla doppia esse della Boldria lo rimisi di nuovo dietro
Il successivo rettilineo dela Casanova era un po' sconnesso e, pur avendomi affiancato, rinunció a passarmi, ed io entrai tutto gongolante davanti a lui dentro l' abitato di Saline.
Mi fermai al bar di Gorgo e del Balzino, e anche lui si fermó.
Non appena si tolse il casco cominció a lamentarsi delle forche, delle gomme, del peso, di tutto
Povera FZR!
al' improvviso era diventata un catrame sotto cui nascondere la cancellagine del mio amico
quasi che il mio povero e lento Suzukino avesse gome e sospensioni da GP!
Che voglio dire con tutto ció? Che sono un drago?
No di certo, con la conoscenza millimetrica che avevo di quelle curve, con un po' di pelo sullo stomaco e con una moto agile come una bicicletta, un qualunque pilota medio sarebbe arrivato davanti al mio "cancelloso" amico (in discesa, é ovvio, perché all' insú non ci sarebbe stata storia!), che peró, pur di trovare qualche scusa all' umiliazione patita, ne disse di cotte e di crude della sua povera e incolpevole FZR
Meditate quando sentite i vostri amici lamentarsi delle sospensioni o gomme o altro delle loro moto: chissá che non abbian preso la paga da uno scarabocchio su due ruote!
P.S.: é ovvio che il mio povero Suzukino in quei frangenti si contorcesse tutto sulle sue sospensioni indatte alle sparate su asfalto e su quelle gomme non certo nate per fare le pieghe, ma nonostante questo rimaneva sempre perfettamente controllabile e sincero, e se dovessi lamentarmi delle sue "doti" ciclistico-meccaniche (in conseguenza di paghe in altre occasini da me rimediate anziché somministrate
) sarebbe quindi solo per coprire mie personali deifaillances cui il poverello non poteva certo metter rimedio!
Ma queste sono altre storie che qui non c' entrano niente e che di certo a voi non interessano!