Su Motosprint di oggi c'è un articolo sul GP di Lacuna Seca, alcuni tratti sono interessanti, o perlomeno curiosi.
Riporto qualche frase:
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Colin e Nicky. I due migliori americani del momento. Gli unici due statunitensi in grado di riuscire nell'impresa che il mondo della velocità statunitense sognava: mettere un americano davanti a tutti. Davanti ai big della velocità.
"Di aiuto ne hanno già avuto abbastanza. La Dorna gli lascia due ore di PROVE libere, venerdì mattina, e questa proprio non l'ho capita" ha detto Nicky ad Assen, nella gara che si è corsa prima del GP USA, parlando degli europei.
"Nemmeno io l'ho capita; fosse per me avrei tolto mezz'ora, altro che aggiungerne una!" ha risposto Colin, senza riuscire a spiegarsi perché si fosse deciso di fare una cosa - allungare le PROVE - che non è stata fatta quando il mondiale è approdato su altri circuiti nuovi. Come quelli del Qatar e della Cina, ad esempio. Perché proprio in America? si chiedevano i due americani che volevano vincere la gara americana, ben consci che l'approdo sui saliscendi di Laguna Seca sarebbe stata un'occasione irripetibile. Una pista così tecnica e difficile era infatti sconosciuta praticamente a tutti gli europei. Ed è su quello, che i due hanno giocato.
Il ragazzo del Kentucky, Nicky Hayden, e il cowboy texano Colin Edwards, avevano una sola carta da giocare - la pista amica - e non potevano sprecarla. Il vero asso nella manica, per entrambi, era rappresentato dalla profonda conoscenza di un tracciato anomalo rispetto ai circuiti sui quali si disputano le gare del mondiale. Una pista bella, tecnica, affascinante, anche se pericolosa per via dei muretti che a volte sono troppo vicini e degli spazi di fuga che in certe curve sono un po' troppo stretti. Un tracciato che conserva segreti non facili da comprendere. Colin e Nicky lo sapevano che non basta un week-end per imparare ad andare forte a Laguna Seca. E si sono ben guardati dall'aiutare le stelle del mondiale a ridurre i tempi di apprendimento.
Arrivare insieme al traguardo, per poi giocarsi la vittoria tra americani: ecco il patto che Colin e Nicky hanno stretto senza accordi formali, elaborando ciascuno una propria tattica: sfruttare la conoscenza di una pista difficile da capire al primo contatto, impedendo contemporaneamente agli europei di acquisire ulteriori vantaggi. Ed è così, ingannando tutti, che sono riusciti a garantirsi il vantaggio che hanno poi abilmente sfruttato per chiudere la gara in prima e seconda posizione.
"Venerdì, appena sono iniziate le PROVE, Gibernau ha iniziato a girarmi intorno - ha raccontato Nicky -:
voleva vedere le mie traiettorie. Io l'ho capito subito (mica scemo, ndk),
allora ho iniziato a girare tenendo linee completamente diverse da quelle ideali: traiettorie sbagliate, in modo da disorientarlo".
"Se c'era una cosa di cui fossi certo - ha svelato Colin -
era che gli europei si sarebbero messi a seguirci durante le PROVE. Allora ho deciso di non andare mai veramente forte nei punti difficili. E mi sono ben guardato dal far capire quali fossero i punti in cui avrei potuto attaccare; e questo è valso anche per il mio amico Valentino".
"Gibernau però ad un certo punto se n'è accorto - ha continuato Nicky -.
Ad un certo punto, dopo aver rallentato per farmi superare, così da togliermelo di torno, lui se ne è andato facendomi un gestaccio con la mano, mandandomi a quel paese. Ma cosa pretendeva? In due anni non mi ha mai permesso di seguirlo nemmeno al bagno (peccato
, ndk),
pensava che gli avrei fatto questo favore proprio adesso?!".
"Sono le corse, queste" - ha sentenziato Colin -.
Infatti i sorpassi che ho fatto a Sete e Max in un colpo solo, e poi a Valentino, sempre in salita all'ingresso del "Cavatappi", loro non se li aspettavano. Li ho attaccati all'improvviso, non se l'aspettavano. Per forza, mica gli avevo fatto capire, in PROVA, la traiettoria che ti permette di infilarti nel "Cavatappi" all'interno, senza che l'avversario possa reagire...".
Le parole di Nicky e Colin, fanno capire diverse cose. Innanzitutto la difficoltà di Edwards nella prima giornata, quando non è mai stato protagonista; e poi la poca incisività sabato, quando ha continuato a faticare. Ma non sembrava mai preoccupato. Diceva che era tutto a posto. Adesso è chiaro il perché...
Colin aveva scelto una tattica diversa, rispetto a Nicky. Che invece aveva aspettato di ritrovarsi da solo, in pista, per realizzare il tempo record che ha demoralizzato gli avversari mostrandolo inavvicinabile.
In gara l'ha spuntata Nicky, più aggressivo e più reattivo al via. Infatti la partenza - Nicky l'ha azzeccata alla perfezione, Colin l'ha sbagliata - alla fine ha stabilito le gerarchie.
"Volevo partire davanti e allungare: ci sono riuscito, ma alla fine Valentino non era così lontano ed ero preoccupato perché non volevo fargli capire dove mettevo le ruote" ha svelato Nicky, che ha subito individuato in Valentino l'europeo più pericoloso (una lince il ragazzo, ndk), perché il campione apprende in fretta.
"Ma tanto ho imparato seguendo Colin, quindi sarà per la prossima volta..." ha detto Valentino, a distanza.
"Il risultato finale parla chiaro, riguardo i valori in campo: inutile aggiungere altro..." ha detto invece, laconicamente, Max Biaggi.
Valentino e Max, due tra i più svegli, nonché i migliori dei non americani essendosi piazzati rispettivamente al terzo e quarto posto, l'hanno capito subito che non ce l'avrebbero fatta; per questo non se la sono presa più di tanto. Perché Hayden e Edwards sono stati bravi. In PROVA hanno girato con attenzione, senza mai permettere agli europei di scoprire le migliori traiettorie per affrontare le curve, le salite, le discese, le buche. Hanno girato forte solo nel momento in cui sono stati sicuri di non essere seguiti. Giusto per verificare il proprio feeling. È bastato poco, ad entrambi, per pianificare la corretta messa a punto su curve così diverse tra loro, in cui si passa dalla controtendenza a qualcosa di molto simile alla parabolica; in cui è fondamentale la conoscenza delle combinazioni di traiettorie, perché il modo di uscire da una curva condiziona quello di affrontare quella successiva; un asfalto pieno di avvallamenti, da conoscere metro per metro in modo da non mettere le ruote nel punto sbagliato in staccata o in ingresso curva. Poi, hanno atteso la gara. E hanno centrato l'obiettivo.
Nicky e Colin, i due americani più forti del momento, hanno onorato la "stars and stripes", la bandiera americana, dando una simbologia importante ad una gara che non è stata solo una gara. L'US GP è stato infatti un evento. Mediatico, e politico. È stata la gara che ha riportato gli Stati Uniti nel "giro" iridato undici anni dopo l'ormai lontano 1994, quando Luca Cadalora vinse la 500 in un gran premio che ha una storia brevissima (solo nove edizioni, con quella appena disputata).
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