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Minoli: «Capirossi resterà con la Ducati»
MOTOGP Alla vigilia della trasferta al Sachsenring tramonta
l'ipotesi Biaggi
Il numero 1 della rossa assicura: «L'accordo si farà, Loris è un vero combattente» «La Bridgestone è in ritardo, ma lavora tanto. Crescerà presto» Il pilota imolese ringrazia ma avverte: «Per ora nessun contatto»
«Loris Capirossi è un pilota straordinario, lo amo moltissimo». È una dichiarazione d'amore totale quella fatta ieri da Federico Minoli, presidente e a.d. della Ducati. E se a parlare così è il suo capo, allora è quasi certo che a guidare la Desmosedici nel 2006 ci sarà ancora Capirossi. Una prospettiva, dunque, che chiude definitivamente le porte ad un eventuale passaggio di Max Biaggi sulla rossa di Borgo Panigale.
Minoli ha fatto sentire la sua voce a Milano, a margine della presentazione del Bikers Club realizzato in collaborazione con Autogrill, Dainese e Federmoto. «Non sta a me parlare del mercato piloti - ha chiarito -,è competenza di Claudio Domenicali, responsabile del reparto corse. Io parlo da tifoso e ritengo Loris un vero combattente».
Anche il diretto interessato ha ribadito ieri il desiderio di rimanere con la Ducati, come già fatto la settimana scorsa a Donington dopo essersi sentito tradito dal responsabile del progetto Desmosedici, Livio Suppo, al quale erano state attribuite dichiarazioni - subito smentite - a favore di Biaggi. «Ringrazio Minoli per le sue parole - ha detto Capirossi -. Ma finora ho ricevuto varie proposte importanti, ma nessuna dalla squadra per cui corro da tre anni. Credo di aver dato molte soddisfazioni al team e di averne avute altrettante. Però ancora non ci sono state proposte per rinnovare la collaborazione. In ogni caso, Biaggi è l'ultimo dei problemi».
Ma se c'è la volontà reciproca di continuare a lavorare insieme, perché la Ducati non ha ancora presentato un'offerta concreta a Capirossi? «Non abbiamo ancora messo nulla nero su bianco, ma dei contatti ci sono stati. Arriveremo all'accordo, non sono preoccupato per questo», ha assicurato Minoli.
Il numero 1 Ducati ha poi commentato le prestazioni della squadra appena superata la metà del campionato: «Sento Loris lamentarsi delle gomme. Abbiamo una buona moto e un motore potente, fa rabbia non essere più competitivi. D'altra parte sapevamo che le gomme Bridgestone non sarebbero state immediatamente più forti della Michelin. Ma i giapponesi stanno lavorando moltissimo e noi abbiamo fatto con loro un investimento a medio-lungo termine. Le politiche mordi-e-fuggi non appartengono alla nostra mentalità nè per quanto riguarda i piloti nè per i partner. Vedrete che arriveremo ad essere competitivi. La forza delle grandi squadre sta proprio nel saper reagire».
Per Minoli, il bicchiere non è nè mezzo pieno nè mezzo vuoto: «Sono moderatamente soddisfatto e insoddisfatto di come sta andando il campionato. Tre anni fa abbiamo vissuto una stagione fantastica, abbiamo compiuto dei miracoli. Adesso, invece, siamo ad un buon livello, ma speravo in qualcosa di meglio. D'altra parte, Ducati è anche l'unico marchio che riesce a tenere testa in MotoGP al dominio giapponese, con un grande sforzo economico. E se mi lamento io, cosa dovrebbe fare la Honda?».
Parlando del futuro assetto azionario di Ducati, Minoli ha precisato che il fondo Texas Pacific Group è intenzionato a cedere la quota di maggioranza: tra gli interessati ad entrare ci sarebbe la Investindustrial della famiglia Bonomi. «Ha il profilo dell'investitore che ci piace. Ma, a prescindere dall'azionista che verrà, l'importante sarà tenere alto il marchio».
Alessia Cruciani