12 Settembre 2005
Motegi (J)
Valentino Rossi prepara la festa in Giappone
COM’E’ANDATA NEL 2004 – Lo scorso anno Valentino Rossi è arrivato secondo nel GP del Giappone a Motegi dopo una grande battaglia con il pilota più veloce dell’intero week end, Makoto Tamada (Honda). La Yamaha 46 era andata in testa nella prima parte della gara evitando la caduta di gruppo alla prima curva che ha coinvolto ben sei piloti, compreso Colin Edwards: per il pilota texano Motegi è stato il punto più basso della stagione 2004, unica gara dove non ha raccolto punti. Rossi e Tamada sono andati in fuga staccando tutto il resto del gruppo ma al decimo giro l’asso giapponese è passato al comando sul rettilineo volando verso la vittoria. Rossi è arrivato alle sue spalle pagando sei secondi all’arrivo.
IL SET UP DELLA YZR-M1 – Motegi è un circuito di altissimo livello: le infrastrutture sono eccezionali mentre il disegno del tracciato e il fondo, veramente levigato e con grande grip, sono il massimo. In ogni caso, nonostante si tratti di un impianto di grande attrazione, lo sviluppo e il disegno della pista non sono molto tecnici. La maggior parte delle curve sono a raggio costante, da seconda marcia, e sono raccordate da brevi rettilinei. Per questo motivo Motegi non piace a tutti. Anche su questa pista la potenza non è affatto decisiva per vincere la corsa.
L’erogazione di potenza troppo brusca può rivelarsi il problema maggiore a Motegi. La YZR-M1 dovrebbe adattarsi bene perché rispetto allo scorso anno i cavalli arrivano in maniera lineare ed è stata migliorata molto la connessione tra acceleratore e trazione. Questi sono aspetti decisivi quando si tratta di guidare una moto che supera i 230 cavalli e devi affrontare curve da seconda e terza marcia, seguite da brusche accelerazioni e successive frenate.
Grosse accelerazioni e brusche frenate influiscono sul trasferimento di carico tra una ruota e l’altra e possono essere origine di problemi di instabilità. Per questo motivo un ottimo bilanciamento e una efficace geometria sono i punti principali su cui si indirizzerà il lavoro dei tecnici chiamati a mettere a punto la M1.
Questi due fattori – accelerazione e frenata – causano un aggressivo trasferimento di carico che deve essere minimizzato, per quanto possibile. La base di partenza del setting è simile a quella utilizzata a Le Mans nei test successivi al GP di Francia. Il retrotreno verrà leggermente abbassatto e l’avantreno leggermente alzato, rispetto alle quote che si usano negli altri tracciati. Questo per ottenere stabilità in frenata ed evitare che la ruota posteriore si scolli dall’asfalto nelle staccate più violente. A Motegi si usano molle forcella leggermente più dure ma, a differenza di Le Mans, l’asfalto non ha irregolarità e questo non crea problemi quando la forcella lavora in compressione.
Sull’ammortizzatore verrà montata una molla leggermente più soffice con una notevole precarica. Questo darà maggiore stabilità al retrotreno in accelerazione, evitando sbandieramenti e, peggio, impennate. Un altro problema che i tecnici delle sospensioni dovranno affrontare è l’effetto pompaggio che si crea sull’ammortizzatore quando si affrontano rampini molto lenti come quelli che Valentino Rossi troverà a Motegi.
http://www.yamaha-racing.it/public/gp/g ... ressID=999