Il campione Yamaha, domenica al Motegi può festeggiare
il settimo Mondiale. Ma frena sul futuro a quattro ruote
Rossi, il titolo e la Ferrari
"Io corro in moto e c'è già chi mi critica come pilota di auto
Trulli, Briatore, Fisichella parlano tutti male: ma che senso ha?"
MOTEGI - L'estate sta finendo. Il Motomondiale, quello delle Motogp, pure. Con due mesi di anticipo, però. Almeno così potrebbe essere. Non c'è mai stata storia, non c'è mai stata gara. Hai voglia a cercare una sfida, un duello, un avversario in grado di fargli del male. Lui si è mangiato questa stagione con una straordinaria voracità. L'ha squadrata con gli occhi e quindi ingoiata senza pensarci neanche un po'. E adesso Valentino eccolo qui, sorridente e per niente stordito da queste sette ore di fuso che lasciano in giro facce pallide e sguardi intontiti. E' sveglio, il ragazzo. E ha anche voglia di parlare di tante cose. Di questa settima tacca che sta per graffiare sul muro della sua vita di campione, di questo circuito marchiato Honda che a lui sta un po' sullo stomaco e di questa storia della Ferrari che un po' lo inorgoglisce e un po' gli dà fastidio. Troppe parole, in giro. Molte delle quali senza senso, per lui.
E allora, Rossi, cominciamo da queste ore di vigilia.
"Quando si gioca per il campionato cambiano molte cose. C'è più pressione, è tutto diverso. E' come se nella partita decisiva ti danno il pallone e tu ti ritrovi solo davanti al portiere".
Sì, ma lei è abituato a segnare gol decisivi.
"E' chiaro che ho già vissuto tanti momenti del genere. E poi la verità è che se non vinco il mondiale qui ho altre cinque gare per farlo. Il che mi fa stare tranquillo".
Però siamo in casa Honda. E vincere qui il mondiale sarebbe un po' come se la sua Inter conquistasse una scudetto al Delle Alpi contro la Juve, no? Sono soddisfazioni...
"Beh, non è proprio la stessa cosa (ride). Voglio dire: io ultimamente ho vinto un po' più dell'Inter. Comunque anche se è vero che prendere il mondiale qui in Giappone sarebbe una cosa molto bella e che farò di tutto per prenderlo arrivando davanti agli altri, ci tengo anche a precisare che nei confronti della Honda non provo più nessun rancore. Questo perché ho dimostrato tutto ciò che volevo dimostrare e mi va bene così. Di quel rapporto adesso preferisco tenermi solo i ricordi piacevoli".
E se vince domenica che fa? Con che spirito affronta le cinque gare che restano da qui alla fine?
"Non molto tempo fa mi è capitato di dire scherzando ai miei amici: sapete cosa faccio, se vinco in Giappone poi mi metto in ferie. Ma la verità è che non sarei mai capace di starmene a casa a guardare una gara di Motogp in tv. Magari mi stancano i viaggi, mi stanca fare continuamente la valigia. Ma poi quando arriva il week end io mi diverto sempre come un matto".
Non teme la nausea da moto?
"No. Nel senso che ora non so cosa significhi. In futuro non so, è impossibile per me pensare a cosa accadrà tra uno o due anni. Quello che è certo è che se ho firmato un contratto con la Yamaha per un'altra stagione è perché so che voglio correre su una motocicletta e lavorare ancora per vincere".
E dopo?
"Mah. La verità è che ogni tanto provo a pensarci al dopo. Mi chiedo: che farò? Ma non ho mai trovato una risposta. Certo che magari per me sarebbe difficile pensare di continuare a correre su una Yamaha per altre cinque stagioni per vincere altri cinque mondiali".
E allora?
"Boh, potrei cambiare moto, oppure ricominciare da capo. Che so, dal campionato italiano (ride)".
Oppure partecipare a due campionati: Motogp e 250.
"Ecco sì, già, potrebbe essere un'idea".
Tanto poi c'è sempre l'opzione Ferrari.
"Sì, ovvio, da una parte mi fa piacere sentire parlare di Rossi in Formula uno. Voglio dire: mi rende orgoglioso. Però ho sentito dire anche tante cose stupide sull'argomento".
Tipo?
"Quando Ross Brawn (direttore tecnico della Ferrari ndr) parla dei test che devo fare la prossima stagione e del mio futuro. Strano, no? Uno decide cosa farai quando tu ancora non hai deciso niente. E poi io sono ancora un pilota di Motogp e voglio esserlo al cento per cento, non è che faccio questo per hobby. Il che significa che se corro per vincere non posso andare a provare la Ferrari una volta al mese. Non è che uno cambia sport così come se niente fosse".
E allora?
"Allora posso dire che la Ferrari è una possibilità ma che non c'è assolutamente niente di deciso. Anche perché io già fatico a pensare a cosa farò tra una settimana, figuriamoci se riesco a decidere ora cosa farò nel duemilasette".
Eppure c'è già chi già chi dà giudizi sul Rossi versione Formula Uno.
"Roba da ridere".
In che senso?
"Leggo delle cose incredibili. Io sono qui che corro sulle moto e c'è già chi mi critica come pilota di automobili. Briatore, Trulli, Fisichella: tutti a parlare male del Rossi su quattro ruote. Scusate, ma che senso ha?".
Già, che senso ha?
"Continuano a cercare di spiegare a tutti che un pilota di Formula Uno è ben altra cosa da uno di moto e che chi viene dalle due ruote incontra ostacoli insormontabili se decide di salire su quattro".
La tesi non sta in piedi?
"Per me ha più senso dire il contrario. E alla fine mi viene da pensare che si tratti solo di invidia. Invidia, ecco. Forse tutte queste parole si spiegano solo così".
|