dalla gazza
Vale da Motegi: "Brawn sui test 2006 ha detto cose non vere". Poi attacca Briatore e la F.1: "Mi temono. I giudizi taglienti di Fisichella e Trulli? Forse per invidia"
MOTEGI (giappone), 16 settembre 2005 - L'odore di titolo fa bene a Valentino Rossi, tanto che nemmeno l’aria del Giappone, "che non è proprio il mio Paese preferito", riesce a spegnere la carica che ha dentro. Nella notte italiana si sono accesi i motori per quella che potrebbe essere (e con grandissima probabilità lo sarà) la gara decisiva del Mondiale e il quasi campione si scatena.
Agitato a parole per il momento chiave, ma disponibile e sereno per una chiacchierata pre-prove lunga come non lo era mai stata. Accomodante con la Honda, addirittura sdolcinato con la sua Yamaha. Ma tostissimo con la Ferrari e il suo direttore tecnico Ross Brawn. Il pacioso ingegnere inglese è stato il bersaglio di un commento che in inglese non è proprio lusinghiero: "bullshit" (in italiano stupidate, ma nella lingua di Albione suona molto meno educato), sono state definite le esternazioni alla vigilia della gara del Belgio, dove Brawn ha detto che Valentino l’anno prossimo proverà la Ferrari intensamente, mediamente una volta ogni 4-6 settimane per capire se può andare forte anche sulle quattro ruote.
Valentino ne dà una spiegazione piuttosto logica, anche se da prendere (sull’argomento) con le pinze, visto che soltanto un paio di mesi prima dell’ultima prova di Fiorano aveva spergiurato che per lui la F.1 era argomento chiuso, perché lo annoiava troppo. Questa volta il ragionamento è più analitico. "Io - ha detto convinto il pilota di Tavullia - l'anno prossimo correrò in moto e non avrei il tempo materiale per fare tutti quei test di cui ho letto. Mettiamo anche fossero soltanto sei, sarebbero un impegno quasi a tempo pieno, significherebbe che avrei deciso di correre in F.1: e non l’ho fatto. Se un giorno questo succederà, lo farei soltanto per provare a vincere e questo comporta un impegno al 100 per cento, mentale e di tempo. Le parole di Ross Brawn le ho ascoltate con un sorriso: forse per programmi che riguardano me sarebbe il caso che io ne fossi informato. Invece non ne so niente e non rientra nei miei programmi".
Tutto questo discutere di F.1 un po’ stranisce Valentino. "Parlano tutti di me, senza che io sia in quel mondo. Davvero una cosa strana. E poi sento giudizi taglienti, se non addirittura cattivi nei miei confronti. Briatore, Trulli Fisichella: forse hanno un po’ di invidia nei miei confronti, una voglia di dimostrare che il mondo e i piloti di F.1 sono superiori a quelli della moto. Io penso il contrario, ma forse loro mi temono". Allora si parte a fantasticare. "Io, per carattere, non posso pensare a quello che succederà tra due anni e iniziare a prepararmi adesso. Ma è chiaro che qualcosa devo fare, inventare altre sfide. Non sarei capace di stare altri 5 anni alla Yamaha e vincere altri campionati così. Dovrei cambiare marca, oppure cilindrata, o magari... ricominciare tutto daccapo, dalla Sport Production per provare a rifare tutta la stessa strada. Forse la cosa più interessante potrebbe essere fare due classi, ma non correrei una gara secca, magari a Valencia, dopo aver vinto il titolo, così per vedere quel che succede, perché sarei sicuramente perdente. Però con prove ed un programma serio si potrebbe anche farlo: sì due campionati insieme sarebbe una bella sfida. Fare MotoGP e Superbike? Forse 4-5 anni fa mi avrebbe ancora eccitato, ma adesso mi sembra che il divario tra le due categorie sia troppo grande".
Si torna sulla terra di questa gara importantissima, forse decisiva. "Io, per fortuna, sono stato abituato a vincere molto e quindi ci ho fatto un po’ l'abitudine, ma la tensione nel momento decisivo la sento sempre dentro di me. Siamo arrivati a questo punto e la sento. E' come se dopo una bella cavalcata col pallone al piede arrivi davanti al portiere, lo scavalchi e hai la porta vuota. Basta tirare, però la puoi anche mandare fuori". Allora bisogna cercare di fare bene. "La pista di Motegi non mi ha mai entusiasmato, l’anno scorso ho avuto problemi e sono stato battuto da Tamada. Cercare di vincere anche contro queste difficoltà, magari contro una Ducati rivitalizzata da buone gomme Bridgestone e da un Capirossi eccitato dal rinnovo del contratto, sarebbe un bel modo per chiudere".
Arriva la carezza alla Honda e poi anche il bacino alla Yamaha. "Potermi laureare campione dove la padrona di casa è la Honda può essere uno stimolo, ma non più di tanto: con loro ho vinto molto, sono stato bene e non gli porto alcun rancore. Piuttosto penso di poter vincere perché quest’anno la moto è stata sempre molto veloce, adatta a tutte le piste e non vedo perché dovrebbe fare eccezione qui. Io e gli ingegneri della Yamaha siamo stati bravi a fare crescere questa M1 e i risultati si sono visti". Per due volte parla degli ingegneri Yamaha e non della squadra. Strano. Magari deve farsi perdonare qualche foto di una pubblicità in sella a una moto della concorrenza: forse il contratto non glielo vieta, però come stile non è il massimo. Ma un titolo in regalo può fare dimenticare tutto.
dal nostro inviato Filippo Falsaperla
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