consapevole che Michelauz ha scritto delle cose assolutam condivisibili volevo aggiungere una piccola citazione.. giusto per far vacillare un minimo i detrattori del «lavoro».. e lo faccio nella maniera più morbida...
in qst film verso l'inizio c'è la scrittrice di testi teatrale (la Keaton) ke sembra un po' in crisi di scrittura e accenna alla sua situazione artistica lamentandosi all'incirca così:
«lo so ke dar risultato il 90% è duro lavoro e il 10% è talento.. ma in sto periodo è il talento ke nn riesco a trovare perché il lavoro c'è»
ma naturalm anke gli sceneggiatori di Hollywood (qll vera nn il Gibe) nn capiscono niente di lavoro e talento
aggiungo ke in linea di massima alcuni qui hanno un'idea "romantica" e sicuramente vecchia del rapporto lavoro+talento.. insomma alcuni qui col pensiero sembrano fermi all'800 qnd si faceva l'equazione del genio che si materializzava dal nulla.. SBAGLIATO!
il genio (artistico, sportivo, sociale, ecc.) ha la scintilla e soprattutto più di altri la sa sviluppare (già.. sviluppare proprio come si sviluppano le moto).. il genio in musica ha un'idea di 4 (dico quattro) battute e tutto il resto è lavoro (evidentemente migliore di altri: differenza Salieri-Mozart.. il primo l'idea bella poteva averla ma nn sapeva svilupparla come Wolfi come nell'esempio della marcetta dell'Imperatore subito modificata dal genio salisburghese)
Rossi così è...
una buona predisposizione ce l'hanno in parecchi ma solo Rossi sa ottimizzarla