ROSSI SHOW IN QATAR
Valentino, 10 e lode «Io non mollo mai»
«Melandri è un guerriero, bello lottare con lui»
«Io non mollo mai». C’è chi lo dice e chi lo fa davvero. Valentino Rossi è uno che lo fa davvero e lo ha dimostrato sabato nel deserto di Doha, dove ha vinto il Gp del Qatar appena sei giorni dopo la conquista del suo settimo titolo mondiale. Non ne aveva un gran bisogno, poteva rilassarsi e tirare il fiato, ma sarà mai questo un motivo che ferma i campioni cannibali? Naturalmente no, e così Rossi - che della categoria cannibale è il massimo testimonial vivente - è arrivato ancora una volta primo, per la decima volta quest’anno, per la settantottesima in carriera. Adesso - sistemata pure la pratica-vendetta sul circuito dove l’anno scorso patì per il reclamo Honda e uscì di pista furibondo mentre Gibernau vinceva la sua ultima gara - Valentino è a un passo da due grandi imprese. La prima è superare il record assoluto di vittorie in una stagione, appartenente al grande Mick Doohan: l’ex hondista è a 12, Rossi, con tre gare ancora a disposizione (Australia il 16 ottobre, Turchia il 23 e Valencia il 6 novembre) può arrivare a 13. La seconda è uno sfizio non da poco: vincere il Mondiale con il doppio dei punti rispetto al secondo. In palio non c’è alcun posto in un albo d’oro, ma sarebbe un segno del comando decisamente senza eguali.
Poiché Rossi non si fa mai mancare niente, il successo apparentemente più inutile è stato anche uno dei più spettacolari, anzi, come ha detto lui raggiante, «il più bello di questa stagione», arrivato al termine di un duello straordinario con Marco Melandri dopo che Sete Gibernau, il Grande Depresso del circus a due ruote, è saltato ancora una volta sotto la pressione del compagno di squadra ed è finito quinto. La misura della grandezza dello show del campione del mondo sta proprio nella performance di Melandri, che ha corso la sua gara migliore da quando è in MotoGp. Una gara di forza e di tecnica, fino al tentativo all’ultimo giro quando ha assaltato Rossi con una staccata al limite, bella e però sfortunata. Il Numero 46 non ha invece sbagliato la traiettoria e ha chiuso i conti con inchini sul traguardo alla sua squadra, ringraziata alla fine così: «Sono stati dei grandi, hanno trasformato la mia Yamaha al punto che alla fine del rettilineo frenavo trenta metri dopo gli altri. Ogni volta dicevo: però, che staccata, che roba!».
Roba da Rossi, appunto, che poi ha raccontato la sua nuova impresa: «Eravamo in tre, in gran forma, decisi a vincere senza pensare alla classifica. Io adoro queste gare. Ho dato tutto, da tanto non mi divertivo così. Siamo stati tutti aggressivi, anche nei sorpassi. Gli errori li abbiamo fatti tutti, ma io non mollo mai e ho avuto il mio punto di forza nell’adattarmi al variare delle condizioni. Melandri? Un vero guerriero. È stato bello battersi con lui».
Rossi sempre padrone, insomma, mentre dietro la lotta per il cosiddetto Mundialito si fa sempre più accesa, con cinque piloti in 11 punti, da Biaggi (ritiratosi), secondo, a Capirossi, decimo dopo due vittorie e un secondo posto, sesto. In mezzo, Melandri, Edwards e Hayden. Tra loro si giocherà il Mondiale dei normali in tre partite. Cercando di non finire doppiati dal marziano Valentino.
Alessandro Pasini
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