di GIORGIO BELLEGGIA (traduzione dallo scorreggese all’italiano di Wheelspin) ROMA -
Il pilota e un progetto. Comincia sempre tutto da qui. Chi guida è il motore del gruppo, converge tutto su di lui e tutto torna a lui. Ma nelle corse ogni componente è intimamente collegata: se non hai il pilota non fai la moto, se non hai la moto il pilota buono se ne va; se non hai i soldi non hai né la moto, né il pilota (moto team casa e pilota sono un tutt’uno inscindibile e indistinguibile e nessuno tranne me può dire quanto valga il pilota, quanto la moto, il team ecc. quindi io che di moto non ho mai capito un cazzo e che ho messo il culo su un Burgmann tre mesi fa posso dire quello che voglio tanto la prova contraria non c’è). Rossi ha riportato la Yamaha al titolo mondiale dopo 12 anni (la Yamaha si è risvegliata dal coma dopo 12 anni e quel moccioso ha avuto il culo mostruoso di trovarsi lì). L’ultimo a vincerne uno è stato Wayne Rainey, prima di schiantarsi a Misano (5 settembre 1993) in un duello con Luca Cadalora che vinse il Gp. Era un gigante, Rainey: la squadra gli voleva così bene che quando uscì dall’ospedale, in California, chiese alla moglie come avrebbe fatto a superare la scalinata che dal parco porta alla sua villa. Vedrai, ce la farai, rispose lei. In un giorno e una notte i suoi meccanici avevano costruito una stradina di ferro zincato, un’autostrada per la sua sedia a rotelle (una volta in Yamaha era buoni bravi e simpatici e il pilota che li portava alla vittoria almeno ha avuto il buon gusto di togliersi dalle palle). Quella squadra in Yamaha non c’è più (per fare spazio al moccioso hanno stracacciato uomini onesti buoni sinceri e competenti del tutto immeritatamente e per risparmiare taglieranno anche la pensione di Rainey). E’ stata sostituita dal gruppo di Jeremy Burgess prelevato in blocco con un pullmino e trasportato dalla Honda alla Yamaha (Burgess ha rubato i progetti della honda si è trombato la nipote si Sochiro lasciandola incinta ed è scappato per vendersi al miglior offerente incitando altri squallidi figuri al tradimento). E adesso gli uomini di Burgess stravedono per Rossi (e questa banda di manigoldi ovviamente ha simpatie per il deficiente, che schifo). Capita raramente che i meccanici di un team ufficiale seguano un pilota. Ma capita (certe merde sono più uniche che rare). Uomo, moto, tecnologia, progetti, sponsor, denaro, peso politico. Conta tutto, nelle corse. Come un calciatore davanti ad un calcio di rigore: il pilota è spesso un uomo solo con un gran casino intorno, ma fa sempre parte di una squadra (visto che non capisco un cazzo di moto faccio una metafora calcistica che è l’unico sporte che conosco). E riportare la Yamaha al titolo mondiale è stata una grande impresa collettiva (sono stati tutti bravi ma Valentino è la pecora nera che ha sbagliato il rigore, insomma hanno vinto nonostante Rossi). IL PILOTA La fetta maggiore del merito è di Rossi. Ha firmato con la Yamaha solo dopo aver ottenuto le giuste garanzie: contratto da prima guida, sviluppo della moto esclusivamente in base alle sue indicazioni, la scelta dei meccanici (la bravura di Rossi sta nel saper scegliere la squadra e nei suoi avvocati che partecipano alla stesura dei contratti). Tre punti su cui la Yamaha non aveva mai trattato con Biaggi (Biaggi è un vero campione che pensa a guidare e che si trova a disagio nelle questioni politiche, e quindi la Yamaha per fargli un dispetto dopo 8 anni di mattonate sui maroni è passata alle martellate sul prepuzio). La bravura di Rossi è nella guida, perché interpreta e attualizza lo stile di Freddie Spencer (è solo la brutta copia di quello là, il nome l’ho sentito da qualche parte). Ma è anche politica, perché si fa sentire, ottiene quello che vuole. E’ riuscito a far lavorare solo per sé un’azienda che ai tempi di Biaggi pensava di fare 8 moto ufficiali, uguali per tutti (ha rapito la figlia di Yoda sto delinquente e la tiene segragata a Tavullia minacciando il padre che se non fa quello che dice lui la violenta, anzi no la fa violentare lui è impotente). LA SQUADRA Registra le indicazioni del pilota e modifica la motocicletta di conseguenza. I parametri in gioco sono infiniti e il tempo per agire è sempre pochissimo. Se sbagli strada, per esempio con le sospensioni, sei finito. Il team di Jeremy Burgess ha lavorato per 15 anni sulle Honda e vinto mondiali a raffica con Gardner e Doohan. Ha portato in Yamaha anche tutta la conoscenza acquisita smontando e rimontando la concorrenza (la Honda andava forte perché c’era Burgess se Burgess va alla Yamaha, pof, è la Yamaha la moto da battere e la Honda è un cesso). IL BUDGET Stanca di respirare dagli scarichi della Honda, l’anno scorso la Yamaha ha deciso il tutto per tutto: vinciamo o andiamo via. Così ha aumentato di dieci volte l’investimento sulla MotoGp, ha preso Rossi e la sua squadra. Ha messo i suoi ingegneri a disposizione del team. Una scelta con un unico precedente: Rainey (Buttiamo un po’ di merda anche su uno che sta in sedia a rotelle, anche lui vinceva solo perché la Yamaha aveva deciso di fare spese folli). IL PROGETTO MOTO Valentino è stato assecondato in tutto. Moto più alta per essere più agile nei cambi di direzione e più facile da inserire in frenata, più lunga per avere più stabilità e gestibilità nelle derapate. Valentino voleva un motore meno scorbutico ed ecco la centralina della Magneti Marelli sviluppata dalla Ferrari in Formula 1, che ottimizza l’erogazione e ha un sistema perfetto di anti pattinamento da utilizzare in partenza. Rossi poteva fare come Biaggi: andare alla Yamaha allo sbaraglio, fidandosi delle parole. Invece ha messo tutto in chiaro prima: squadra, sviluppo, tecnologia, investimenti. Anche Michael Schumacher ha voluto molti dei suoi ex tecnici Benetton alla Ferrari. Le storie sono parallele e i destini forse si incroceranno ( qui Scorreggia esce allo scoperto e dimostra tutta la sua ignoranza, moto più alta??? E che per alzare il posteriore ci voleva Burgess????? Intraducibile n.d.r.). UOMO O MACCHINA Non è mai un uomo solo che vince in pista: è tutto il complesso e i risultati sono un prodotto di gruppo. Ma sono sempre gli uomini che fanno la macchina. Anzi, la moto. Per la macchina c’è tempo. Ancora un anno (il Gp d’Australia è stato visto da 1.454.000 telespettatori, share del 44.58%), poi nel 2006 Vale potrebbe passare dal manubrio al volante. Stavolta non potrà portarsi dietro Burgess, ma state certi che firmerà se tutto sarà a posto come dice lui: sviluppo, test, trattamento comunque da prima guida, sviluppo, tecnologia. Sorriso, metodo e diffidenza. Solo il gas lo sanno dare in tanti ( che uomo straordinario questo schifoso, ha una capacità di farsi dare il massimo veramente incredibile e visto che in moto non ci sa andare probabilmente questo raccomandato di merda passerà alle macchine dove continuerà a vincere solo perché ha il mezzo migliore).
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