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MessaggioInviato: lun 05 dic, 2005 3:57 pm 
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Indiana Jones
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Sito web: http://maxspark.altervista.org
WLM: massimo_bucca@hotmail.com
Località: Milazzo...Milano
...Milazzo...

Il Castello
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Il Capo di Milazzo
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...voglio andare al mare...:cry:

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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 11:16 am 
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Monte San Bartolo (PS)
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Situato tra Gabicce Mare e Pesaro, conserva i tratti di un paesaggio selvaggio le cui falesie non appaiono tuttavia troppo aspre e rudi. Il contrasto tra il versante marino, più naturale e quello che si adagia sulle colline, maggiormente antropizzato per esigenze rurali, è tutto da scoprire.
Questo tratto di costa ha il pregio di far parte delle zone umide di importanza nazionale: ecco perché d'inverno accoglie numerose specie di uccelli marini.

Oltre alla valenza naturalistica, il Parco del Monte San Bartolo ha una notevole presenza di testimonianze archeologiche e storiche, che vanno dai ritrovamenti del neolitico nella zona del Monte Castellaro a quella archeologica di Colombarone, nell'antica Via Flaminia, ai porti scomparsi di origine di Santa Maria Vallugola

Consiglio la panoramica Pesaro/gabicce nel periodo in cui le
ginestre sono in fiore...(giugno) è qualcosa di meraviglioso
questa l'ho scattata in Agosto..
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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 12:07 pm 
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Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna e diga di ridracoli

La diga chiude una strettoia della valla del Bidente, un paio di chilometri a monte dell'abitato di Ridracoli. L'invaso artificiale serpeggia per più di 3 chilometri all'interno del Parco nazionale delle foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna. Il grande sbarramento è stato costruito dal Consorzio Acque tra il 1974 e il 1982 ma il progetto di dare acqua alla Romagna assetata (soprattutto quella della pianura e della costa afflitte da una storica carenza d'acqua) facendola scorrere fino a valle dai verdi e gorgoglianti ruscelli dell'alto Appennino, nasce molto prima, addirittura nel II secolo d.C. quando l'imperatore Traiano fece costruire un acquedotto che da Meldola portava acqua fino a Ravenna. Il Consorzio Acque, a cui aderiscono i 50 Comuni, interessati all'approvvigionamento idrico, tuttavia, ha un'origne più recente, è stato costituito infatti nel 1966. Lo studio e il progetto dell'Acquedotto di Romagna, che avrebbe dato luogo alla diga e al lago artificiale, è stata avviata nei primi anni '60. Costruita la diga che sbarra il fiume Bidente l'invaso è stato riempito, e quella che un tempo era una verde gola è diventata un lago. L'acqua dell'invaso ha raggiunto il suo massimo livello nel gennaio del 1986 dando luogo al grandioso spettacolo della sua prima tracimazione dall'altezza di oltre 103 metri. Insieme alla diga è stato avviato un ampio lavoro di rivalutazione e difesa ambientale che ha portato alla ristrutturazione ed alla rivitalizzazione dei piccoli centri montani e delle valli circostanti che hanno guadagnato nella loro valenza ambientale e turistica.


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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 12:41 pm 
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Foresta di Campigna, Foresta la Lama, Monte Falco
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Il sito si estende sul lato settentrionale del crinale appenninico tosco-romagnolo, dalla Costa Poggio dell’Aggio Grosso (sorgenti del Bidente delle Celle) al passo dei Lupatti (sorgenti del Bidente di Pietrapazza), ed è caratterizzato dalle foreste millenarie di Faggio e Abete bianco che ricoprono quasi fino in vetta le grandiose banconate arenacee del "tetto della Romagna". Queste foreste offrono un paesaggio solenne, unico in Italia perché sono il risultato di una gestione forestale secolare, sicuramente illuminata e, per certi versi, lungimirante. Il sito comprende, infatti, incastrata tra le Riserve Biogenetiche di Campigna e della Lama, che includono vaste abetine di diffusione antropica, la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, istituita una cinquantina d’anni fa a tutela di una delle aree wilderness più importanti d’Italia, caratterizzata dalla foresta più vetusta e celebrata della penisola, il cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Su alcune cime (Monte Falco, Monte Penna, Poggio Scali, che oscillano tra i 1.500 e i 1.650 m) sono presenti vaccinieti e praterie secondarie con alcuni relitti alpini di grande significato fitogeografico.


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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 1:15 pm 
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Le Saline di Cervia

Le Saline di Cervia oltre ad essere state uno degli elementi portanti dell'economia, hanno da sempre offerto un patrimonio paesaggistico e naturalistico di altissimo valore. L'importanza storica di Cervia è legata al suo "oro bianco" ed è documentata da varie testimonianze. La Salina di Cervia è stata istituita a Riserva Naturale di Popolamento Animale con un Decreto Ministeriale del 1979.

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Le Saline di Cervia sono un'oasi naturalistica di 827 ettari, che è stata preservata mantenendo una flora e una fauna tipica delle zone umide, che non è possibile ammirare in nessun altro ambiente naturale . Fra la "fauna acquatica" che abitualmente frequenta questo ambiente si trovano: le avocette, i cavalieri d'italia , le pettegole, le pittime reali, le rondini di mare, i fratini, i fraticelli, il corriere piccolo, i martin pescatori, i gabbiani comuni e reali che qui nidificano e gli altri uccelli quali gli aironi, le garzette, i fenicotteri, i piro piro, i cormorani, le spatole, i combattenti, i piovanelli.. sono oltre 35 le specie di trampolieri presenti e oltre 10 le specie di anatre sia di tuffo che di superficie quali i germani reali, lealzavole, i fischioni, i codoni, i mestoloni, le volpoche, le marzaiole e non mancano folti gruppi di oche selvatiche, bellissimi esemplari che qui si possono facilmente osservare nella stagione opportuna, lungo gli argini o in volo da una parte all'altra della salina. Le piante delle saline sono conosciute sia per la loro spiccata bellezza che per le loro proprietà culinarie e medicinali utlizzate ancor'oggi in erboristeria, ma anche perchè sono "piante nutrici" di stupende farfalle. Ricordiamo la salicornia, la vetriola di mare, la porcellana di mare, il limonio, l'astro di mare, il colchico autunnale, il fiordaliso, il cardo asinino, l'iperico, il caglio, la mentuccia, il melito, il latte di gallina, le artemisie, i prugnoli, i tamerici.


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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 1:53 pm 
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Moto birraiolo
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Ciao a tutti è la prima volta che passo in taverna.....ne approfitto per farvi conoscere la mia simpatica cittadina.. ;)

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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 1:59 pm 
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Moto birraiolo
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Ancora Alghero!!!!

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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 2:13 pm 
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Forza Batta!
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Iscritto il: lun 30 ago, 2004 12:26 pm
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Località: Brescia
Queste le ho fatte io!Visto che si parla di Sardegna....eccole!

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..lasciate perdere l'elemento fotografato...è il mare che dovete guardare

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MessaggioInviato: mar 06 dic, 2005 4:25 pm 
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Il Monte Fumaiolo è, con i suoi 1407 metri, la vetta più elevata dell'Appennino Romagnolo, oltre che l' unica stazione sciistica. Dalla sua cima si apre uno stupendo panorama: a nord la valle del Savio, ad est il Montefeltro, a sud la Val Tiberina e ad ovest il Casentino. Il suo territorio è coperto da fitti e verdissimi boschi di querce, faggi e castagni, dove abbondano lupi, daini, caprioli, cinghiali e dove è facile osservare il volo dell' aquila reale. E' situato nell'area più meridionale dell'Appennino Tosco-romagnolo, nello spartiacque tra i versanti Tirrenico e Adriatico della catena appenninica, ed è costituito da rocce arenaceo-marnose. Ha avuto formazione in bacini di origine a notevole distanza dagli attuali. Infatti, sul finire del Miocene (circa dodici milioni di anni fa), quando le terre della penisola non erano ancora emerse, il gruppo del Fumaiolo si spostò dai Monti Liguri fino al luogo dove attualmente si trova. Di fronte al Fumaiolo, il più alto, quello che si caratterizza rispetto agli altri perché isolato, di fronte alle svariate sorgenti d'acqua lungo le sue pendici, di fronte alle sue caratteristiche geologiche come i massi enormi o buche senza fondo, l'ominide primitivo probabilmente identificava il Fumaiolo come luogo sacro, specifico per il culto e i riti propiziatori per ingraziarsi la natura. Questa teoria è confermata dal fatto che si sono ritrovati manufatti in selce, punte di lancia, di frecce... Il Monte prende il nome dalle numerose sorgenti che sgorgano dalle sue pendici, tanto che nei secoli scorsi era conosciuto come "Fiumaiolo". Nel versante orientale del monte, da due di questi rivoli d'acqua, chiamati Le Vene e distanti circa 10 metri l'uno dall'altro ad un'altezza di 1268 metri sul livello del mare, nasce il maggior fiume dell'Italia peninsulare, il Tevere. Molti però sono i piccoli ruscelli che da qui nascono e che poi diventano importanti fiumi: il Savio, il fiume che attraversa Cesena, il Marecchia, che attraversa Rimini,e il Senatello. All'osservatore posto a distanza, questi luoghi appaiono come una grande coltre che si stacca e si differenzia nettamente dai territori che ricopre. Il paesaggio che scaturisce da questa originale alternanza di boschi, prati e pareti rocciose non può essere descritto: solo un contatto diretto con l'ambiente può rendere le suggestioni offerte da questo territorio.


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A 12 km dall`uscita denominata Balze-Monte Fumaiolo della S.G.C. E45, troviamo il valico del Monte Fumaiolo sulle falde del quale è ubicata l’omonima stazione sciistica. Il Monte Fumaiolo è una delle vette più affascinanti dell’Appennino Forlivese-Cesenate per lo scenario che lo caratterizza, ed è stazione particolarmente indicata per chi pratica lo sci di fondo. Sul Monte si trova un rifugio con bar e ristoro, un albergo. La stazione dispone di 1 impianti di risalita (sciovia). Le tre piste da discesa presentano un difficoltà, sono molto larghe (5 Km) La pista da fondo, 1 anello (5 Km), tocca le sorgenti del Tevere.


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