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Freddie cambiò la guida delle 500 moderne.Prima che arrivasse, le traiettorie della 500 erano quelle della 250:
classiche e rotonde.Lui ha inventato le linee attuali: meno strada possibile a moto inclinata, importante non è la velocità di percorrenza della curva, fondamentale è aprire al più presto tutto il gas. Vincente.
Forse si sopravvalutava; tant'è che nel 1985 decise di schierarsi in due cilindrate: 500 con la NSR, 250 con la bicilindrica. Aveva alle spalle la HRC, Kanemoto nel box, mezzi fantastici, voleva la doppietta storica. E la centrò, con sette vittorie nella prima categoria e sette vittorie nella seconda, battendo Lawson di qui e Mang di là. Un'impresa straordinaria, che però lo schiantò.
Ero sul circuito del Jarama quel 4 maggio dell'86, certo di assistere a un'altra lezione di guida del mito. Spencer aveva stabilito la pole position, era partito benissimo, guidava la corsa con sicurezza. E improvvisamente alzò il braccio sinistro, rallentò, lasciò passare Gardner e Lawson, rientrò nei box. Tendinite. Ma poi furono i problemi a un ginocchio, i disturbi alla vista, il mal di testa, gli avambracci. Freddie andava e veniva dagli Stati Uniti per curarsi, ogni volta per un imprevisto diverso; non si fece mai vedere dal dottor Costa, e questo suscitò una serie di dubbi sulla natura della sua malattia; chiamava da casa e faceva sapere che era pronto, Kanemoto gli scaldava la NSR per il suo rientro, altra telefonata e lui non si presentava.
Non prese un solo punto nell'86, un settimo posto è tutto quello che fece l'anno dopo. Poi si arrese, quindi ritentò con il team Agostini e la Yamaha nell'89, cadendo a ripetizione. Finito, distrutto, irriconoscibile, l'ombra di se stesso.
Il mito franò: la sua attività commerciale a Shreveport, partita come concessionaria Honda e poi allargata a mille altre attività, persino quella fallì. E per tutto questo Freddie Spencer è diventato l'enigma, il mistero del motociclismo. La classe, il talento, la guida rivoluzionaria sembravano assicurargli una carriera strepitosa. Quale fu davvero la causa della sua drammatica uscita di scena?
Nico Cereghini
P.S.
Le curve classiche e rotonde mi ricordano qualcuno......