scusate se insisto
A 35 anni, quarta affermazione per il norvegese: è nella storia
"Ho sempre paura, per questo riesco a essere ancora vincente"
Quarto oro per lo squalo delle nevi
SESTRIERE BORGATA - L'incarnazione dello spirito olimpico si chiama
Kjetl Andre Aamodt, l'uomo che ha vinto più medaglie olimpiche nello sci alpino. A veder la foto sulla pubblicazione olimpica sembra un nonno, ma quando scende in pista è più che mai chiaro che l'età (è il più vecchio tra gli sciatori dopo Christian Ghedina) è un valore relativo. Aamodt, 34 anni, norvegese con residenza a Monaco, ha vinto la sua quarta medaglia d'oro alle Olimpiadi ed è entrato nella storia: Super G oggi a Sestriere, Super G e combinata nel 2002 a Salt Lake City, SuperG nel 1992 ad Albertville, più vari titoli mondiali.
Gli era andata male, si fa per dire, solo a casa, a Lillehammer nel 1994, dove aveva preso due argenti e un bronzo. La medaglia di oggi di "baby shark", lo squaletto, sa di saggezza da saghe nordiche, quelle dove i personaggi principali sono i maghi custodi di segreti antichi e i folletti burloni. Aamodt è un po' tutti e due.
"Ho sempre paura, è grazie a questo che sono vivo", è la frase che lo contraddistingue. Comincia a dirla serio serio e finisce con una risatona di pancia da brindisi con boccali traboccanti. Per uno che si deve buttare giù dalle piste a oltre 100 chilometri all'ora e che si è rotto caviglia e legamenti nel 2003 in un allenamento, non è male. Riprendere da un infortunio a 20 anni è una cosa, avere la forza di farlo a 32, quando si è già vinto quasi tutto, è tutt'altra.
E' uno che non si nasconde, Aamodt, ed è consapevole dei suoi limiti. La paura prima di tutto, ma non della velocità o dei salti nel vuoto: "Nella mia carriera ho rischiato poco, per questo ho rovinato molte gare per la mia paura di fallire". Questa volta, però, "baby shark" (un soprannome che si porta dietro da quando era ragazzino) ha rischiato, scendendo in pista con un legamento del ginocchio stirato e dolori dappertutto. Nella libera di domenica scorsa, è ricaduto male dopo un salto, è arrivato giù stringendo i denti e si è stupito del quarto posto. Poi ha dovuto saltare la combinata, alla quale teneva, come a tutto, del resto.
Ma da uno che dice che "c'è sempre una possibilità" e che a 34 anni decide di stare al villaggio con tutti gli altri per la prima volta nella sua carriera olimpica ci si può aspettare questo ed altro. "E' sempre uno spasso fare le Olimpiadi, al villaggio si ioncontrano tutti gli altri, è divertente - ha detto all'arrivo a Sestriere, domenica scorsa - anche se vista tutta l'attenzione sull'evento la pressione è tanta. Molti credono che dopo tre Olimpiadi io non senta l'ansia da prestazione, invece divento una corda di violino e non sono appagato, voglio vincere".
L'età è davvero relativa. Gli occhi scintillanti di Aamodt al traguardo non hanno solo il guizzo di burloneria che lo contraddistingue, hanno l'incredulità dei ragazzini. "Sono sorpreso, è bellissimo. E' vero, forse sono il più vecchio e il più giovane tra i campioni olimpici nelle gare maschile. E questa è una sensazione sorprendente". Per favore, non parlategli di ritiro: "Non ho alcun programma. Ammetto che ci ho pensato, ma non piace rimuginarci su. Di sicuro quando lo farò non abbandonerò lo sci, mi piacerebbe fare l'allenatore". Meno male, c'è sempre bisogno di maghi saggi e folletti, sennò le favole rischiano di finire.
18 febbraio 2006
repubblica
Sabato Febbraio 18, 5:10 PM
Norway's Kjetil Andre Aamodt, right, the gold medal winner, celebrates as Austria's Hermann Maier, left, who took the silver looks on just before the
flower ceremony for the Men's Super-G at the Turin 2006 Winter Olympic Games in Sestriere Borgata, Italy Saturday Feb.