Studio americano sulle donne in moto
MOTOBLOG da Anna ...
EHM, ANNA?! QUELL'ANNA?
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Il numero delle donne che vanno in moto sta crescendo di giorno in giorno, non solo in Italia.
E non sto parlando delle “zavorrine” (come vengono chiamate più o meno affettuosaemnte le passeggere) ma delle donne che decidono di avere una moto tutta loro.
Interessanti a tal proposito sono i risultati di uno studio condotto in America e pubblicato da Associated Press, volto a indagare come e in che misura sta cambiando il mondo del motociclismo femminile.
Prima di tutto un po’ di cifre, giusto per farci un’idea più concreta della situazione: il numero delle donne che possiedono una moto in America è salito del 36 % dal 1998 al 2003, raggiungendo quota 635.000.
Le donne che possiedono una Harley-Davidson sono in America 30.000: un bel salto considerando che nel 1980 erano appena 600!
In America lo stereotipo del motocilcista “brutto sporco e cattivo” è molto più operante che da noi, e da sempre cinema e media in generale hanno proposto un’immagine del motociclista parzialmente falsata.
Indumenti di pelle, borchie, tatuaggi, birra, maleducazione, delinquenza….. è stato creata un’immagine del ‘biker’ poco aderente alla realtà.
Piuttosto sorprendentemene, questa immagine valeva anche per l’universo femminile.
Ora questo studio sgombra il campo dai frequenti malintesi di cui le donne si sono sentite oggetto: secondo le statistiche infatti la tipica motociclista Americana fa l’avvocato, l’infermiera o la casalinga, e ha un introito medio di 55.850 $ l’anno.
Ma non è tutto: la ricerca ha anche evidenziato che le donne vivono la moto nella stessa maniera in cui la vivono gli uomini: libertà, possibilità di fare amicizie, evasione dalla routine quotidiana sono i tre motivi principali che spingono una donna ad acquistare la moto ed entrare a far parte di gruppi organizzati.
E i nomi del gruppi che raccolgono sole donne motocicliste ricordano da vicino quelli dei colleghi maschi: “Chrome Divas”, “Women on wheels”, “Throttle queens” sono solo alcuni.
Il movimento femminile risulta molto attivo sotto il punto di vista della beneficenza: la maggioranza di questi gruppi si è costituita per un fine benefico.
In cima alle prefernze c’è la lotta contro il cancro al seno (tema da sempre molto sentito nell’universo femminile), ma non mancano iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della droga, o i gruppi di “Christian riders” e “Black riders”.
Brutte sporche e cattive: ma chi ci crede più??