IL RITRATTO DI MELANDRI



di GIORGIO BELLEGGIA

ROMA - Marco Melandri ad un certo punto si era perso. Aveva sbagliato strada ed era rimasto a piedi. Il debutto in MotoGp nel 2003 era stato infernale: subito un incidente durante il pronti via, in Giappone; subito una stagione in salita con il polso, la spalla e il ginocchio malconci e perennemente doloranti. Ma la moto e la squadra, soprattutto, non c’erano.
E l’anno dopo le cose peggiorano: arriva Rossi, la Yamaha lavora solo per il campione strappato alla Honda e lui deve accontentarsi degli scarti di Valentino. Solo che Valentino non scarta niente, o pochissimo: piuttosto lascia gli aggiornamenti ricevuti nelle scatole ai box. Qualcuno ipotizzava un piccolo boicottaggio verso Melandri: probabilmente non è del tutto così, fatto sta che Marco Melandri detto Macio in quell’anno, il 2004, ha imparato a pesare meglio gli amici e i nemici.
Da qui la decisione in comune con Loris Reggiani, allora suo manager, di separarsi e via. La Yamaha lo aveva mollato. Lui l’aveva presa con stile: «Vabbé, mica bisogna per forza correre nel motomondiale. Sai che faccio: se non trovo una moto apro un bar, o una pizzeria. Le corse le continuo a fare per fatti miei: motocross o pista, ma quando mi va».
Ma non andò così, e la sua storia dall’anno scorso accelera velocemente: l’incontro con Alberto Vergani, manager e presidente di Nolan (storico casco di Marco), un nuovo tentativo con una squadra privata e infine l’accordo con il team di Fausto Gresini. Più che un team, però, quella di Fausto è stata per lui una nuova famiglia da corsa.
Sostenuto da Gresini e Vergani, che è corso ad abbracciare ieri a Istanbul subito dopo l’arrivo, il piccolo Macio ora riparte. Non sarà sempre così bello e così facile, vincere. Conta anche che sia bello e facile viverle le corse, per uno che se lo merita.

Due anni fa era “finito”: voleva aprire una pizzeria



di MARCO MASETTI

ISTANBUL - Sono tre gli italiani che corrono nel mondiale e, dopo tre gare, i nostri hanno una vittoria ciascuno. Tre storie diverse, perché in questo sport raramente si vedono copioni già visti e ogni gara fa storia a se, però, dopo Capirossi a Jerez, Rossi a Doha, a Istanbul è stata la volta di Marco Melandri. Una vittoria splendida, forse la più bella della sua carriera, nata da un quattordicesimo tempo in prova, trasformato con una serie di sorpassi in un sesto al termine del primo giro e coronata con un sorpasso da manuale ai danni di Casey Stoner, proprio in vista del traguardo. Superiorità indiscutibile dei nostri piloti, gelidi come computer quando c’è da ragionare e caldi come un latino sa esserlo quando c’è da inventare qualcosa. Ma nella vittoria di ieri c’è anche lo stato di grazia della Honda che piazza tre piloti sul podio (Melandri, Stoner e Hayden) e della Michelin che invece mette cinque piloti ai primi cinque posti del GP turco. Agli altri restano le briciole, soprattutto per Rossi e la Ducati. Non era giornata per loro e lo si è visto; però adesso Capirossi, seppure per un punto, non è più leader del mondiale, mentre le Honda hanno tre moto nei primi quattro e Pedrosa (tolto di scena da una caduta a fine gara quando era terzo) in sesta piazza davanti a Toni Elias. Tutti in sella alla cinque cilindri di Tokyo, tutti giovani e in gran forma.
Marco Melandri sorride, non vede l’ora di festeggiare , soprattutto con la sua squadra, quella dell’ex pilota Fausto Gresini che ha letteralmente rischiato l’infarto per l’emozione. Non è un caso che il ravennate sia felicissimo, ha vinto una gara da incorniciare.
Ma è giusto dire che si è trattato della vittoria più bella? E che il suo campionato ha cambiato faccia dopo un avvio difficile?
«Sportivamente parlando - ammette Melandri - E poi il mondiale sarà bellissimo, non ci sarà un dominatore assoluto e credo che tutte le gara saranno così combattute. Non credo di essere immodesto dicendo che questa è stata una delle più belle della Moto Gp».
Ha vinto con un sorpasso da favola su Stoner, ma se ci fosse stato Rossi al suo posto?
«Sarei passato lo stesso, ero il più forte in frenata e avrei potuto farlo anche con Rossi, è un pilota come un altro».
Un attacco perentorio, senza possibilità di replica da parte di Stoner, oppure hai tremato fino alla fine?
«Avevo solo quella chance, ero dietro e mi sono detto che ci dovevo provare. Senza esagerare però, appena largo. Così lui ha allargato un po' e io ho chiuso la linea. poi nella curva dopo ho tenuto duro, ho stretto al massimo, chiudendo la porta e quando ho messo la marcia e aperto il gas ho capito che non mi avrebbe più preso».
Come cambia la vita: test invernali sofferti e adesso il trionfo sul podio .
«Vero: a inizio stagione pensavo a portare a casa qualche punto e le ossa sane. Ho fatto bene a non mollare: la Honda è grande e va bene dappertutto e poi dopo il risultato di oggi bisogna fargli i complimenti di cuore, loro le moto le sanno fare, eccome».

per me doppia mozzarella.

Niente rucola per favore !!!

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METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO

Sete è stato in testa nei primi giri: «Poi ho sentito una vibrazione e ho anche pensato di fermarmi»



ISTANBUL - Nelle gare succedono cose strane: cè chi parte dietro e poi finisce davanti e chi invece scatta dalle prime file e al termine della gara cerca il proprio nome nella classifica. E’ il caso di Rossi che scatta con una moto mediocre dalla undicesima piazza, fa un dritto al secondo passaggio ma a fine gara è quarto. Mentre la Ducati, che aveva Gibernau con il terzo tempo e l’ex leader del mondiale Capirossi con il quarto, raccoglie solo le briciole.
Rossi è in crisi a causa della moto: la Yamaha M1 da purosangue è diventata un ronzino, forse a causa di modifiche troppo radicali. Non per altro oggi il team è ancora in Turchia a provare e nel box del campione, a conferma di quato detto, c’è anche la moto 2005, meno pretenziosa ma meno problematica da mettere a punto. In casa Ducati, le gomme Bridgestone, fantastiche a Jerez, qui si sono sciolte. Gomme da cancellare.
Capirossi non si nasconde: «Non posso dire di essere soddisfatto, questa posizione non è quella in cui dovremmo essere. Magari avesse piovuto me la sarei giocata, purtroppo la pioggia arriva quando non la vuoi. In questo weekend abbiamo lavorato bene sul bagnato ma non abbiamo avuto abbastanza tempo per prepararci al meglio per una gara asciutta, così oggi non è andata come speravamo. Tuttavia siamo a un solo punto dal primo in classifica e abbiamo portato a casa altri punti utili a questo campionato che sarà lungo e difficile. In gara abbiamo preferito non azzardare coperture mai usate, quindi siamo partiti con quella che reputavamo la più adatta tra quelle che avevamo testato».
Sete Gibernau è ancor più deluso: «Non c'è molto da dire riguardo alla gara, se non che abbiamo avuto un problema con il pneumatico posteriore. Non potevo farci niente. La moto andava benissimo e io mi sentivo completamente a mio agio nel condurre la gara. Al quarto giro però ho cominciato a sentire una vibrazione nel posteriore e ho pensato addirittura di rientrare al box per cambiare la gomma». La Ducati non prova. Martedì al Mugello debutta la nuova Desmosedici 800 per la stagione 2007, sarà affidata al test rider Vittoriano Guareschi.
Rossi ha la faccia dei giorni nei quali le cose vanno così così: «Per come si era messa la gara mi è andata bene. Il podio l'ho perso facendo quel dritto al secondo giro. Perché Hayden l'avrei battuto. Però resta un problema: a inizio gara con il pieno e le gomme nuove non riesco a guidare. Alla fine invece avevo un bel passo, ma così è dura vincere. Abbiamo fatto modifiche a raffica, anche dopo il giro di allineamento, ma non è servito».
Il campionato però è ancora aperto, non c’è allarme? «Si e se poi Elias non mi avesse steso a Jerez sarei anche più vicino, però in queste condizioni non riesco a guidare e non sfrutto il potenziale. Non si può essere più veloci con le gomme alla fine. Sto pensando di partire in Cina con delle coperture che hanno già una dozzina di giri sulle spalle, ma è un paradosso».

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Gas-Grinta-Passione....in una parola CAPIREX

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Lo Zio Tazio

"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"

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OK ci ho provato, ora basta. Me ne vado da quel paese. Sono stanco di esser preso in giro (1/6/08).
Ora cerco una nuova casa. (8 nov 2012)

Spero di trovare una nuova casa...

Forse, dopo tanto errare, ho trovato una nuova casa 01/03/2014.