allora, ecco il mio racconto
...Avevo un'amica
una persona molto, molto intelligente e colta, nonchè spiritosa e immaginifica, umanamente generosa e solidale, oltre che intuitiva.
La sua amicizia era per me un bene prezioso, in quanto era capace di coccolare il mio amor proprio e di farmi sentire importante, benchè non abbia qualità per esserlo.
Con lei mi sentivo intelligente, apprezzata, compresa e consolata.
La nostra amicizia si rinsaldò in seguito ad un periodo burrascoso in cui, per restarle vicino, fu necessario selezionare amicizie e conoscenze in modo alquanto drastico sul luogo di lavoro.
Superai la prova e confidai nella sua eterna amicizia, oltre che nella sua fiducia incondizionata.
A mia volta, mi fidavo della sua discrezione e le confidavo tutta la mia vita.
Passarono gli anni,lei andò in pensione e io, unica, rimasi in contatto, andandola a trovare due o tre volte al mese.
Lei aveva una mamma molto anziana a cui era legata in modo morboso ( del resto la nonnina se lo meritava pienamente, essendo una donna straordinaria per bontà, pazienza e comprensione)
i problemi ben presto si aggravarono, in quanto la mia amica, votata a vita praticamente di clausura per accudire la madre, indulse, e non poco, nel suo antico vizio, il bere ( motivo del resto dell'allontamento di tutte le sue ''conoscenze'').
Standole vicino pensavo che ci fossero margini di speranza; facendola sentire amata e apprezzata credevo di darle una mano.
Le ricordavo i tempi dei suoi ''successi'' ( era un'attrice e un'imitatrice spassosissima, stile Franca Valeri) e la circondavo di attenzioni e di complimenti.
A dire il vero, a volte mi pesava andare da lei, temevo di trovarla in uno stato ... diciamo anomalo, e il fatto che lei negasse il suo problema mi costringeva sempre a recitare la parte, a non vedere e a non sentire.
Però continuai regolarmente le mie visite, anche quando, grazie ad un fratello che non so quanto fosse in buona fede, lei e la madre furono ''ospitate'' per quasi un anno in un ricovero per anziani.
Tutto questo via vai durò almeno quattro anni, oltre al periodo lavorativo, in cui ci eravamo frequentate per almeno dieci.
La conoscenza pertanto avrebbe dovuto essere alquanto ... collaudata.
Venne un giorno ... il fatidico giorno, in cui tutto precipitò, per un atto, credo, di pura follia, perchè altrimenti non saprei proprio come spiegarlo.
Avendo saltato qualche visita per problemi familiari ( di cui lei era a conoscenza) ed essendo quasi pasqua, ebbi la malaugurata idea di mandarle un centrotavola di fiori secchi ( bellissimo, a mio avviso, preso in un ottimo negozio e pagato fior di quattrini) per farmi perdonare di averla un po' trascurata...
Passarono alcune settimane ... i contatti ripresero ... notai che a casa sua il centrotavola non c'era più ... pensai che l'avesse regalato ... niente di che, non ci pensai neppure ...
Un giorno, per telefono, venne il discorso sui regali e lei citò la mia corbeille come regalo non gradito ...
pensando che fosse una battuta, le chiesi che fine le avesse fatto fare, dicendole ridendo << se ti fa così schifo, buttala!>>
lei rispose << eehh, è da mò che l'ho buttata ...>>
...e aggiunse << quando si fanno regali così, cosa vuoi che faccia chi lo riceve? se non buttarlo prima che avvenga il peggio>>
con la voce incrinata dallo stupore chiesi << perchè, che significato le attribuisci?>>
risposta << dimmelo tu qual era lo scopo di quell'orrore, se non augurarmi il male >>
Ora
io, pur essenso un tantino superstiziosa, non credo al malocchio e alle stregonerie più di quanto creda in divinità varie, e questo era un nostro argomento di conversazione, su cui ci trovavamo in perfetta sintonia, avendone discusso e riso migliaia di volte
Confesso di non conoscere il cosidetto linguaggio dei fiori
ma suppongo che i ranuncoli non abbiano significati tanto nefasti da scatenare una simile reazione
E' passato molto tempo, anni
non l'ho mai più cercata, dopo averle urlato allora, tra le lacrime, che se poteva credere che un mio regalo avesse intenzionali significati nefasti, io rinunciavo a capirla e ad essere capita...
Mi è tornata in mente questa storia perchè, da allora, a volte mi sono sentita in colpa per non aver avuto pietà e non aver cercato mai più una spiegazione con lei e oggi ...
oggi l'ho incrociata per strada ..
io non ho distolto lo sguardo, anzi, le ho quasi sorriso, immaginando che lei mi avrebbe salutato ...
e invece, dopo avermi visto, ha girato al largo da me con fare ostentato ...
e io che mi facevo ancora dei problemi ...