MOTOCICLISMO
DOMENICA IL GP DELLA REPUBBLICA CECA A BRNO. IL CAMPIONE DI TAVULLIA HA DIMENTICATO LA DELUSIONE DI LAGUNA SECA ED E’ PRONTO A DARE BATTAGLIA
Rossi cambia idea: «Posso ancora vincere il Mondiale»
«E’ vero, Hayden ha 51 punti di vantaggio
ma non è da me arrendermi senza lottare»
14/8/2006
di Enrico Biondi
Valentino Rossi
Speciale MotoGp
Domenica, sulla pista di Brno, in Repubblica Ceca, Valentino Rossi ci riprova. In questo mese di vacanza, il campione di Tavullia ha avuto il tempo di «metabolizzare» la profonda delusione che lo aveva assalito subito dopo il ko rimediato a Laguna Seca. Nelle sue parole, («Da oggi in poi correrò solo per divertirmi»), dettate dallo scoramento per aver perso un'altra battaglia, Valentino faceva intendere di essersi arreso all'evidenza, di non pensare più al mondiale e di puntare tutte le risorse sue e della Yamaha sul campionato prossimo venturo, quello del 2007, quello del riscatto.
Sono bastate tre settimane di relax e un incontro a Tavullia con i propri fans per far cambiare idea al dottore. Di fronte a 5 mila supporters, Valentino si è sbilanciato: «Subito dopo la mazzata di Laguna Seca - ha detto - avevo dichiarato la mia resa. Poi, però, giorno dopo giorno, ho ricreato dentro di me quella forza che mi induce a pensare che tutto è possibile. E' vero, di fronte a me ho un pilota come Nicky Hayden, mai così regolare come quest'anno e che ha 51 punti di vantaggio. Ma ci sono ancora 150 punti in palio nelle prossime sei gare. Sarebbe stupido pensare di vincere sempre, ma se la moto mi asseconderà potrebbero bastarne anche meno per rivincere il titolo».
La marcia indietro di Valentino ha una spiegazione: si chiama Yamaha. Che non ha affatto richiamato all'ordine il suo pilota, ma semmai il contrario: Valentino avrà fatto la voce grossa, avrà chiesto spiegazioni sul come e perchè il motore ha avuto un nuovo cedimento, sul come e perchè i pneumatici non funzionano a dovere e su che cosa s'intende fare per invertire la rotta. E alla Yamaha avranno preso le logiche contromisure: ferie abolite per tutti e lavoro duro per rimediare in fretta. Quanto alla cabala nessuno ci vuole credere. Valentino per primo. Vediamo quindi di capire perchè quest'anno a Valentino va (quasi) tutto storto.
LA YAMAHA. L'elemento essenziale nelle corse è l'affidabilità del mezzo che si guida. Valentino quest'anno è rimasto a piedi lungo la pista due volte. Che sia in Cina che negli Stati Uniti si sia rotto un connettore dell'impianto elettrico è una di quelle cose cui non crede nessuno: il guaio è stato di quelli più grossi (una valvola a Shanghai, qualcosa di simile a Laguna Seca) ma mettiamoci l'anima in pace perchè non lo sapremo mai. Se la Yamaha, che è sempre stata un passo indietro alla Honda ma ha sopperito ai guai con il pilota migliore, avrà recuperato affidabilità lo scopriremo presto: senza di quella non si va da nessuna parte.
GLI AVVERSARI. Che in pratica vuol dire Honda, visto che la Ducati (causa i pneumatici Bridgestone) non riesce sempre a essere competitiva. Dopo aver passato anni a prendersi legnate e schiaffoni dal principe di Tavullia, a Tokyo questa volta hanno fatto le cose per bene, perfezionando la loro 211. Il primo problema affrontato e risolto è stata la trazione. La V5 giapponese ha sempre avuto cavalli da vendere, ma scaricarli a terra era diventato un problema. Lavorando sull'elettronica e, soprattutto, sulla ciclistica ora la Honda è diventata una perfetta macchina da guerra.
I PILOTI. Con una moto competitiva, il secondo colpo messo a segno dalla Honda è stata quella di «pensionare» Biaggi e Barros e di affidare la 211V a piloti giovani e desiderosi di far carriera. Ecco quindi i vari Pedrosa, Elias, Melandri e Stoner, mettersi in mostra. E, su tutti, l'americano Hayden, lo stakanovista, capace di spaccarsi le ossa ore e ore in estenuanti test, provando di tutto, dalle gomme alle sospensioni, dai propulsori alle nuove centraline elettroniche. Un gran lavoratore ma anche un campione vero, a segno due volte quest'anno e sul podio con grande regolarità. Lui e Pedrosa, stelle della Honda ufficiale, hanno raccolto sinora 354 punti, contro 227 di Rossi e del suo deludente compagno Colin Edwards. E scusate se è poco.
LE GOMME. Posto che la Michelin è il più grande costruttore di gomme e costruisce ottimi pneumatici con le quali equipaggia sia Yamaha che Honda, il fatto che per ben due volte (in Cina e a Laguna Seca) Valentino sia stato costretto alla resa vuol dire che, quest'anno, non funziona il rapporto tra le gomme francesi e la ciclistica della Yamaha, soprattutto quando la pista ha molto grip. Lo si vede dalla fatica che Rossi fa in prova, quando mette le gomme da tempo. A inizio stagione Yamaha aveva costruito in fretta e furia un telaio per evitare i problemi di saltellamento all'anteriore: problema risolto, ma solo in parte, visto che i pneumatici sulla Yamaha continuano a «lavorare» male.
LA SITUAZIONE. Valentino, oggi, è a -51 da Hayden, a -17 da Pedrosa e a -7 punti da Marco Melandri. Non è il massimo della vita scendere domenica in pista a Brno in queste condizioni, ma se lui ci crede. «Se avete un po' di fiducia e pazienza - ha detto Rossi alla festa di Tavullia - vi aspetto tutti qui dopo Valencia (ultima gara del Mondiale, ndr) e chissà che non ci sia da fare ancora una grande baracca come negli anni scorsi».
IL FUTURO. Valentino resterà in Yamaha anche il prossimo anno, il primo che si correrà come da regolamento con la nuova motorizzazione da 800 cc al posto delle attuali 990. Ma probabilmente sarà anche l'ultima stagione con la moto giapponese. Perchè la sirena Ducati è tornata a farsi sentire e questa volta, Valentino, non ha detto di no come qualche anno fa. «Il progetto Ducati? Non è impossibile, piacerebbe molto anche a me - ha detto il pesarese. Già in passato ci fu un mezzo discorso, magari in futuro potrebbe concretizzarsi, la porta non è certo chiusa». Ora che il sogno Ferrari sembra definitivamente in archivio, ecco che si riparla della possibilità di salire sulla «Ferrari a 2 ruote». I tifosi possono continuare a sognare.
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