IL CASO ◗ Questo è il campionato più duro di sempre, nel quale gli pneumatici stanno avendo un peso specifico di fondamentale importanza
Gomme, quasi l’ago della bilancia
L’avvento della Bridgestone mette in discussione il monopolio della Michelin (e c’è anche il ritorno della Dunlop)
Il Campionato del Mondo di motociclismo nacque nell’ormai lontano 1949. Comprendeva inizialmente sei gare (GP di Svizzera, Tourist Trophy dell’Isola di Man, GP d’Italia, GP del Belgio, GP dell’Ulster) ed il primo pilota a fregiarsi del titolo di Campione del mondo della classe 500 fu Les Graham (AJS). Ovviamente Leslie correva e vinceva con gomme Dunlop. L’unica marca di pneumatici ad essere sempre stata presente nel motomondiale e, in alcuni periodi, praticamente in regime di monopolio.
CAMBIAMENTO - Nel 1973 questo fu rotto dalla Michelin che vinse il suo primo Gran Premio, all’Isola di Man, grazie a Jack Findlay. Era, quella, l’epoca delle cosiddette ”gomme a pera”, dal profilo triangolare: le mitiche KR 76 e KR 73, anteriore e posteriore. Con l’aumentare delle potenze divenne però necessario ”addolcire” il profilo dello pneumatico. La risposta della Michelin fu l’altrettanto mitico PZ2 per l’anteriore, una copertura più rotonda, quasi stradale, alla quale fece seguito la PZ4. Nel 1975, dopo la prima vittoria ad Assen di Barry Sheene a cavallo di una Suzuki gommata Michelin, arrivò anche la prima gomma slick - cioè senza battistrada - che portò il grande Barry a vincere il primo titolo nella classe 500.
GRANDE SLAM - La strada era ormai tracciata e nel 1977 la casa di Clermont Ferrand centrò grazie a Angel Nieto (Bultaco 50 cc), PierPaolo Bianchi (Morbidelli 125 cc), Mario Lega (Morbidelli 250 cc), Takazumi Katayama (Yamaha 350 cc) e Barry Sheene (Suzuki 500 cc) il suo primo Grande Slam conquistando il titolo in tutte le cilindrate. E’ dal 1976, infatti, che la casa del Bibendum domina il campionato delle due ruote. Trent’ anni nel corso dei quali in appena cinque occasioni il titolo è andato alla concorrenza.
I GIAPPONESI - Al principio fu la GoodYear, con la Yamaha e Kenny Roberts, a dare battaglia alla casa francese, poi la palla ripassò alla Dunlop quindi, brevemente, apparve sulla scena anche la Pirelli, mentre da due anni - da quando cioè equipaggia la Ducati - è il colosso giapponese Bridgestone a stimolare i francesi. La sfida, oggi, oltre che dalla Ducati, è portata avanti anche da Kawasaki e Suzuki, dopo l’uscita di scena della Honda di Tamada che ha regalato alla casa giapponese le sue prime due vittorie, nei Gran Premi di Rio e Motegi nel 2004, alle quali si sono aggiunte le due di Capirossi l’anno passato.
IL RITORNO - La lotta fra i due colossi ora è fortissima e ha impresso una accelerazione incredibile alle prestazioni, in termini di tempi sul giro. Una battaglia alla quale, da quest’anno, ha deciso di tornare anche la madre di tutte le gomme: la Dunlop. Passata dal ruolo di regina a quello di Cenerentola, la casa ormai anglo-giapponese ha visto tutti i cambiamenti attraverso i quali è passato il Campionato del Mondo dal 1949 ad oggi. L’attuale MotoGP di 990 cc di cilindrata ha sostituito la classe 500 nel 2002, la classe 350 è stata abolita nel 1982, la 50 nel 1983 mentre per cinque anni, negli anni ’80, c’è stata anche una classe 80. Soltanto le moto delle classi 125 e 250 hanno continuato a disputare ininterrottamente il Campionato. Dal 1949 sono stati disputati più di 2400 Gran Prix nelle singole classi, e la Dunlop pare essersi improvvisamente ricordata che i piloti che gareggiavano con i suoi pneumatici ne hanno vinti 1234 (51%). Più del numero di tutti gli altri costruttori messi insieme. In totale i creatori del KR 73 hanno conquistato 109 Campionati del Mondo (16 nella classe 500, 20 nella classe 350, 31 nella 250, 29 nella 125 e 13 nella 50). L’ultimo titolo conquistato nella 500, però, è stato quello di Wayne Rainey nel 1991, l’ultimo GP vinto è stato il British GP del 1998, quando Simon Crafar si permise di bagnare il naso a Mick Doohan.
Grazie a Dunlop, Michelin e Bridgestone, sotto il profilo delle coperture, probabilmente questo sarà il Campionato più duro di sempre.
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