IL SEGRETO DEL VINCITORE
«Ho provato tanto sul bagnato»
NOSTRO INVIATO
PHILLIP ISLAND. La voce roca e profonda è quella di chi rientra dallo stadio dopo aver urlato come un matto per la squadra del cuore. Per Macio, però, la genesi è diversa: un urlo gigantesco dentro il casco dopo aver tagliato il traguardo per una vittoria di carattere, in cui ha saputo mettersi alle spalle paure e paranoie che lo avevano fatto sbandare. Melandri
permette al tricolore di salire sul pennone più alto centrando la terza vittoria della stagione, quella che potrebbe essere decisiva per rilanciarlo in maniera definitiva nella lotta al Mondiale. Ora è a meno 32 punti da Hayden in compagnia di Pedrosa che alla fine riesce pure a doppiare. Dopo l’impresa Marco è felice ma non si lascia andare. Ora che rivede il titolo a portata di mano rivive una tensione che lo proietta automaticamente già alla gara di domenica prossima a Motegi, per il Gran Premio del Giappone. E allora prima di annunciare che per quella corsa aspetta e soprattutto sogna un regalino dalla Honda, spiega il segreto della sua vittoria. « Beh, all’inizio sono partito senza spingere perché era pericoloso, tirava solo chi non aveva nulla da perdere. Poi dopo il cambio moto ho visto che il feeling cresceva per cui ho cominciato ad aumentare la velocità trovando un ritmo che mi ha permesso di andare in testa. La verità è che io sapevo meglio degli altri dove andare a trovare le traiettorie giuste perché quest’inverno, nei test, quando qui io sono uscito in tutte le condizioni di asfalto, bagnato asciutto e ibrido, prendendomi del “ coglione”, non ho lasciato nulla al caso. Se ho vinto è anche grazie a questo motivo. Ora per il Mondiale ci sono anche io ma è inutile sbilanciarsi, bisogna vivere alla giornata » .
E per quella di domenica vorrebbe poter disporre di una Honda aggiornata: « Vincere mi ha dato morale e un bel po’ di punti in classifica. Io non voglio guardare indietro ma avanti. Mi sembra che la classifica non possa rendere la Honda così sicura di vincere il Mondiale. Forse adesso le converrà cercare di supportare in maniera più diretta anche chi, come me, è ancora in lotta per aggiudicarsi il titolo. Chissà, magari a Motegi trovano nel cassetto qualche cosa sa darmi. Io ho spiegato loro cosa mi serve, ho bisogno di cambiare la distribuzione dei pesi ma per come siamo messi non è possibile farlo. Se invece decidessero di darci una mano... » . Melandri ce l’ha in testa il tarlo di non poter disporre di una moto ufficiale e nemmeno questo successo riesce ad allontargli quello che è diventato una sorta di chiodo fisso: « Ci penso però credo nella squadra e nei meccanici, abbiamo dimostrato in questa gara che comunque possiamo giocarcela. Cosa ho provato quando ho doppiato Pedrosa? Ero contento, un po’ di problemi anche per gli altri » . Poi un pensiero che parte dal cuore, quasi adolescenziale: « Che emozione salire sul podio e vedere quella marea di gente in delirio. Mi ha fatto effetto pensare che quelle centinaia di persone erano lì per noi tre. Incredibile » .
Incredibile come il modo in cui ha voluto tagliare il traguardo: « Già, me la sono studiata la scena negli ultimissimi giri. All’ultima curva ho schiacciato un bottone per cambiare la mappa e quindi poter derapare e salutare con la mano. Sì, me la sono voluta godere. Per una volta che potevo festeggiare ne ho approfittato. In questi tempi ho mangiato tanta di quella... ( bip) » . Per invogliare la Honda a dotare a Motegi la sua Honda di qualche evoluzione potrebbe essere utile firmare con il team Gresini subito. Ma Macio non ha fretta, anche perché c’è la Ducati alla finestra e se Hayden dovesse accettare l’offerta della Yamaha, per Melandri si libererebbe il posto ufficiale che l’americano lascerebbe libero. Deciderà più avanti. Per il momento ha solo deciso di farsi operare a fine stagione: « Sì, ho una ciste alle corde vocali e il dottore mi ha detto che posso aspettare senza però urlare. Stavolta però ho disubbidito » . Perdonato
M.BO
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