Vanessa più gettonata di Valentino
Alla consegna dei «Collari d'oro» la Ferrari, oro olimpico di ginnastica, ruba la scena a tutti. Lippi: una ragazza che emoziona
ROMA — «Sono sorpreso dalla lunghezza della vostra lista: siete l'esempio di un'Italia virtuosa». Il premier Romano Prodi, nel salone d'onore del Coni, ha davanti a sé novanta tra atleti e tecnici che negli ultimi tre anni hanno tracciato una via alla vittoria tutta azzurra: 47 titoli mondiali, 33 campioni olimpici e 8 paralimpici. Tutti, come ha detto Paolo Bettini, campione olimpico e campione del mondo di ciclismo, accomunati per un giorno «dalla stessa gioia». Collare al merito sportivo in premio o con diploma per chi il riconoscimento l'aveva già ricevuto per successi passati.
La Coppa del mondo conquistata dai calciatori nella finale di Berlino, le sedie a rotelle dei paralimpionici, la divisa che non toglie bellezza a Margherita Granbassi, la simpatia contagiosa di Valentino Rossi. E, in mezzo a tanti muscoli, trentasei chili di ragazzina: Vanessa Ferrari, piccola grande protagonista dopo il titolo mondiale di ginnastica artistica appena vinto ad Aarhus. In tuta azzurra ha rubato la scena. Prodi e il ministro Giovanna Melandri le hanno assicurato che si occuperanno presto del suo «strumento di lavoro», cioè la palestra giusta per costruire negli allenamenti il suo futuro.
Pareri unanimi. Il ministro del Coni, Gianni Petrucci: «Ha una forza di carattere eccezionale»; l'ex c.t. azzurro Marcello Lippi: «Mi ha emozionato»; Francesco Totti: «Dal vivo sembra ancora più piccina»; Gigi Buffon: «Io 1,91 e lei 1,43: l'altezza non fa differenza»; Paolo Bettini: «L'ho seguita con grande simpatia». E lei, senza paura: «Tifo Milan, ma non per Berlusconi. Le mie amiche volevano gli autografi dei calciatori, ma ho chiesto al nostro addetto stampa di procurarmeli. Non volevo dare un'immagine sbagliata, quella dello sport piccolo che chiede a quello grande».
Simbolo di uno sport italiano sempre più al femminile, con la nazionale di pallanuoto e quella di tennis che ha vinto la Federation Cup; con le «solite» fiorettiste e una campionessa mondiale di pugilato (pesi mosca WBC 2006, Stefania Bianchini). Una segnale anche culturale di un Paese che cambia. E persino nel calcio, roccaforte un tempo inattaccabile, c'è spazio per un tocco «rosa»: Cristina Cini, la guardalinee che all'Olimpico, in Roma-Chievo, nulla ha sbagliato. Una piccola rivincita anche per lei.
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Purtroppo non siamo onnipotenti (C.Costa)
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