da motocorse:
Rossi che guida la classifica non fa notizia come invece accade quando il nome in cima alla lista è quello di Hopkins, ma il tempone staccato invece si, anche se – va detto – il pilota della Suzuki lo tallona veramente da vicino. Su una delle piste con più rettilinei del mondiale, la Yamaha 800 ha fermato i cronometri a solo tre decimi dalla già strepitosa pole position dello scorso settembre, tra l’altro – pare – con gomme da gara. Con buona pace di chi voleva travestire un cambio di regolamento pilotato da interessi privati da misura tecnica volta ad aumentare la sicurezza diminuendo le prestazioni.
Interessante che siano quattro moto diverse a piazzarsi nelle prime quattro posizioni. Il terzo gradino di questo podio virtuale è infatti appannaggio di uno stratosferico Capirossi, che del resto qui a Sepang ha sempre brillato, mentre il quarto posto è occupato da Pedrosa. Solo settimo, però, Hayden, che continua a lamentare una mancanza di cavalli e una moto fatta per un pilota molto più piccolo di lui, e dal decimo posto in giù i “privati”, Prima che qualcuno inizi a suonare la marcia funebre per la Honda, meglio comunque tenere bene a mente i verdetti emersi nei test dello scorso inverno, e come invece la situazione è cambiata quando le squadre hanno iniziato a conoscere meglio moto e gomme.
Certo, fa impressione vedere Melandri così indietro, e anche piloti relativamente quotati come Checa o Nakano faticare tanto a prendere confidenza con una moto che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto risultare ben più facile e competitiva di quella con cui, l’anno scorso, sul giro secco avevano a volte fatto meglio. L’impressione è che la nuova 212 sia ancora un diamante piuttosto grezzo, e che fino all’inizio del campionato, o forse anche qualche gara dopo, per le squadre meno supportate dall’HRC, le prestazioni potrebbero non essere esattamente esaltanti. Certo che – considerazione del tutto personale – le prestazioni di Nakano ridimensionano un po’ i giudizi dati su Tamada lo scorso anno. Il team, per dirla così, è da tenere sotto stretta osservazione.
Possiamo anche trarre come conclusione che il nuovo regolamento potrebbe aver determinato un equilibrio prestazionale decisamente interessante, dal punto di vista dello spettacolo. E ci manca poco che anche la Kawasaki possa essere della partita: il tempo di De Puniet, soprattutto considerando che non stiamo parlando di un top ridere della categoria, è molto interessante, ma va comunque detto che, a differenza di quanto avviene per Suzuki, si tratta di un giro alla morte e non di una prestazione continua. Basta guardare dove sono i compagni di squadra di Randy e John per inquadrare meglio il valore in proiezione 2007 delle due outsider 2006: la Suzuki lotta per le prime posizioni anche con Vermeulen, la Kawasaki piazza Jacque, che non è un fenomeno ma nemmeno un fermo, in penultima posizione con quasi due secondi di distacco.
Curioso lo scambio Checa/Roberts jr., che hanno fatto qualche giro a testa sulla moto dell’altro per scambiarsi con i tecnici (immaginiamo a favore dei ragazzi del team Roberts…) le impressioni relative alle moto che, come la scorsa stagione, condividono il motore. Non ha invece girato Guintoli, anche se la notizia francamente non ha una gran rilevanza.
Prossimo appuntamento la settimana prossima a partire dal 30 con i test di Phillip Island, a cui parteciperanno praticamente tutti fatta eccezione per la Yamaha.
_________________ GinoScola
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