Ho trovato questa, spero vada bene messa qui.
Valentino Rossi «La sconfitta mi ha fatto bene» «Ora sono un altro. Mi diverto di nuovo: il mio futuro è in moto e su una Yamaha Sono migliorato: corro più forte e vado a letto presto» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
Rossi sulla nuova Yamaha con lo sponsor Fiat (Newpress)
Valentino buongiorno. Perché il 2007 sarà un buon giorno, vero?
«Beh, i test sono andati molto bene e la Bmw vinta a Jerez è un ottimo antipasto della stagione. Sì, diciamo che sono fiducioso».
Fiducioso di riprendersi ciò che era suo e conquistare l'ottavo titolo mondiale?
«Da quando sono alla Yamaha è forse il miglior precampionato che ho mai fatto. Anche perché ho ritrovato una condizione per me fondamentale: mi sto divertendo a guidare».
Pare che sarà un duello Rossi-Pedrosa. Concorda?
«Direi di sì. Sulla carta i favoriti siamo noi due. Però è presto, perché con il cambio regolamentare dalla 1000 cc alla 800 cc bisogna vedere che cosa accadrà in pista».
Si potrebbe inserire qualcun altro tra voi due?
«Penso Capirossi e, ovviamente, Nicky Hayden». Torniamo a quel 29 ottobre 2006 a Valencia, sa bene che le tocca.
Metabolizzato oppure no?
«Le dirò: ho metabolizzato molto in fretta. Sono stati due o tre giorni durissimi all'inizio. Soprattutto il lunedì ricordo che ero ancora giù».
Poi?
«Poi basta. Soprattutto perché, oh, io ci ho provato!».
Quindi è stato un inverno senza incubi.
«Già. Mi sono riposato e divertito in vacanza con la mia ragazza e gli amici a Miami, Ibiza e poi sulla neve, a fare snowboard».
In effetti, quel giorno a Valencia, già pochi minuti dopo il disastro lei aveva reagito tra il realista («i supereroi esistono solo nei fumetti») e il divertito («ci hanno fatto morire grassi»)...
(ride) «In effetti quando sono venuto a parlare da voi giornalisti ero già in ripresa».
Ma come ci si sente a passare da Batman a Fantozzi in un attimo?
«Come uno sfigato. Però ci sta, soprattutto quando ti giochi il Mondiale all'ultima gara».
È stato il suo 5 maggio?
«No, assolutamente. Per la mia Inter allora fu peggio. Io almeno ho sempre combattuto e ho perso con onore».
In più, ha detto, la vicenda l'ha fatta maturare.
«È così. Dovevo ancora vedere come reagivo dopo una sconfitta. Tutti gli anni mi dicevo: quest'anno mi fregano, quest'anno mi fregano, e non succedeva mai. Stavolta è successo».
Valentino Rossi (Newpress)
Vuole dire che l'ha fatto apposta per conoscere il lato oscuro di se stesso?
«Insomma... Una volta l'ho detto, ma era per scherzo».
E adesso che ha visto la sconfitta che cosa ci ha trovato di buono?
«Sono più sereno. E poi la sa una cosa?».
Dica.
«In verità avevo avuto bruttissime sensazioni già dalla gara prima di Valencia, quella in Portogallo, quando Elias mi aveva battuto per due millesimi e io non avevo corso come dovevo».
E noi invece a dire che lei, alla vigilia di Valencia, era il ritratto della sicurezza...
«Già. Invece sentivo che c'era qualcosa che non andava. Non ero tranquillo. Ci ho provato, ma sinceramente quando sono caduto in quella curva mi sono detto: ‘‘Oh cazzo, allora avevo ragione!''». Non sarà che si è portato sfiga da solo? (ride) «Eh, mi sa di sì».
È stata la prima delusione così forte nella sua vita?
«Sì, sicuramente, almeno per quello che riguarda le moto. Per il resto, invece, mi è successo tante volte di perdere».
Quando?
«Ah, spesso. Cose che succedono a tutti: una ragazza che ti dice no, una persona che pensi ti sia vicina e invece non è così».
E che cos'è peggio?
«Sport e vita sono due cose diverse. Ma restano peggiori le sconfitte che ti procura la vita. Questo è sport, dai. E poi io sto male quando so che non ho potuto fare il massimo. Ma in questo caso non è stato così, dunque...». Non teme che la scoperta della sua battibilità abbia liberato energie e fiducia nuova negli avversari?
«Io penso che erano degli stupidi se pensavano che fossi imbattibile». Come l'avrebbe disegnata quel giorno Manara, suo cantore a fumetti?
«Nella sabbia, impolverato e con una bella gnocca di fianco. Lui le belle gnocche ce le mette sempre. Fa bene, consolano sempre moltissimo».
E la Formula 1 non l'avrebbe consolata? Cioè: sempre nessun rimpianto?
«No no, zero rimpianti. Se andavo quest'anno ci andavo disperato perché lasciavo le moto da perdente. Direi che invece proprio la sconfitta ha ribadito che ho fatto la scelta giusta a restare in moto».
In moto e con la Yamaha fino al 2008.
«Sì. Per quest'anno e il prossimo resto in moto, sono sicuro. E se corro in moto il mio posto è qui. Sarà dura tradire la Yamaha».
Ma perché dicono tutti che tra due anni smetterà? In fondo a inizio 2009 avrà solo 30 anni.
«Sinceramente non lo so. Considerando come va Biaggi, ho anch'io ho tanti anni davanti, no? Bisognerà vedere le motivazioni, ma sicuramente non smetto».
Con la moto?
«Di correre. Poi vediamo».
Però senta un po': esclusa la F1, davvero vuole fare seriamente i rally? Li ci si sveglia alle 4 del mattino e poi fa freddo. Non sono situazioni che le si addicono...
«Però è bello, mi piace. Il rally sarà un'opzione molto importante in futuro. Ormai ho 28 anni e ultimamente sto andando a letto presto, cioè presto... diciamo un po' prima. E poi mi alzo anche un po' prima la mattina. Insomma, quando sarà il momento sarò pronto».
Biaggi ha detto che lui le manca.
«Francamente non mi manca affatto ».
E quest'anno non c'è più neanche Gibernau, un altro dei suoi grandi rivali del passato.
«Beh, sportivamente con lui sono state grandi battaglie. Ma di sicuro non mi mancherà neanche lui, soprattutto per come si è comportato con me».
Con Hayden invece c'è una rivalità molto bella.
«La mia teoria è che in pista non bisogna avere pietà di nessuno, ma se non succedono cose extra non c'è mai bisogno di litigare o avercela a morte con gli avversari. Nicky e il suo babbo, che in Portogallo mi fece complimenti sinceri, sono dei grandi».
A proposito di babbo: Graziano come ha preso la sconfitta di Valencia?
«Vi dirò: lui e quelli molto vicini a me hanno fatto molta fatica a credere che avevo perso. Più di me. Il problema, come ho detto, è che io me l'aspettavo, perché stavo correndo sopra le righe da qualche gara». Adesso però sembra tranquillo: moto o.k., competitività ritrovata, nuovi sorrisi.
«Sì, stiamo lavorando per quello. Il pilota deve limare l'ultimo mezzo secondo quando c'è bisogno, ma questa non deve essere una costante sennò alla fine si fanno gli errori. Da questo punto di vista, perdere è servito anche alla Yamaha».
In che senso?
«Se avessimo vinto anche l'anno scorso tutti avrebbero detto: se abbiamo vinto dopo tutto quello che abbiamo passato, non perderemo mai più. Invece ora sappiamo che bisogna stare lì col culo, come si dice dalle nostre parti...».
Saggio e lungimirante: lei ormai parla come un filosofo.
«Filosofo mi sembra esagerato. Diciamo che cerco di imparare più divento vecchio».
Dottore, qualcuno dice che in Italia si danno troppe lauree ad honorem. Lei che risponde?
«Io non lo so se sono troppe. Ma sono contento che me l'hanno data. E me la tengo».
Il suo amico Ronaldo al Milan che cosa le fa pensare?
«Io sono un suo grande fan, lui è quello che mi ha avvicinato all'Inter e al calcio, anche a quello giocato: sono un mancino di fascia e me la cavo bene. Per questo sono contento che sia di nuovo in Italia, con il suo sorriso e i suoi numeri».
Però è al Milan...
«Beh, confesso che mi starebbe sulle palle se domenica ci facesse gol al derby».
Chiariamo allora: peggio lui al Milan o Rossi quando passò dalla Honda alla Yamaha?
(ride) «Ah, peggio lui. Non c'è dubbio».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spor ... tino.shtml
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