Visto che ha vinto Valentino il buon Belleggia non scrive alcun articolo sulla MOTOGP
Dal Messaggero
Lunedì 02 Luglio 2007 Chiudi
di GIUSEPPE MASSA
ASSEN - Mastica amaro Valentino Rossi, pur tornato a sorridere tra i tulipani del Drenthe. Mastica e rimugina, come se quelle gomme che calzano la sua Yamaha fossero chewingum; trascinando quel mugugno, e un sottile senso di impotenza, da paddock in paddock. Perchè, anche se in Olanda quell'indice ha puntato decisamente in suo favore, l'ago della bilancia della MotoGp targata 2007 è sempre più quello degli pneumatici. Più che di uno scontro Rossi-Stoner o Yamaha-Ducati, il match point per la corsa al titolo iridato della classe regina resta, di Gp in Gp, quello Bridgestone-Michelin. Una partita giocata calando sul tavolo grigio d'asfalto, carcasse e mescole. Nel mazzo dell'azienda giapponese ci sono decisamente più assi. «Quest'anno - è il parere di Valentino Rossi - la Bridgestone ha fatto un salto in avanti impressionante. Sul bagnato non c'è praticamente storia, nulla da fare per noi. Sull'asciutto le gomme giapponesi vanno bene, e anche da subito, non su due o tre, come avveniva fino alla scorsa stagione, ma praticamente su tutti i circuiti». Merito di ingenti investimenti e di tanto lavoro di sviluppo. Quello oscuramente portato avanti per anni da Loris Capirossi, che ha regalato al pacchetto Ducati-Bridgestone i primi importanti successi nella MotoGp. E, a dirla tutta, è anche merito del nuovo regolamento tecnico che prevede un numero massimo di coperture da punzonare alla vigilia del Gp, rendendo impossibile il gioco di prestigio che tanto ben riusciva alla Michelin quando l'acqua saliva alla gola: realizzare una gomma ad hoc nella notte e recapitarla nel paddock. Magari, perlomeno nelle prove europee, con l'elicottero.
Altri tempi. Senza questa briscola dell'ultima ora, la partita è diventata ancora più dura. Anche se il biondino di Tavullia non demorde. Ad Assen è tornato al successo, portando sul 3 a 5 il computo delle vittorie che, al giro di boa del mondiale, vede in vantaggio l'australiano della Ducati Casey Stoner. Grazie ad una coriacea rimonta, a tanti sorpassi assassini e all'ultima stilettata affibbiata al ducatista a quattro giri dal termine. Ma anche a un cielo tornato azzurro e al termometro che ha strizzato l'occhio alle coperture made in Clermond Ferrand. Perchè le Michelin, che avevano bollato Valentino undicesimo allo start nelle qalifiche bagnate, hanno ritrovato il grip giusto col beltempo. Poche gocce di pioggia durante la corsa e per Rossi, più che di Assen, si sarebbe potuto parlare di Waterloo. Mentre Casey Stoner, l'ex ruzzolatore della MotoGp, diventato marito e leader da un anno all'altro, continua a ripetere: «Abbiamo un bel pacchetto moto-gomme, sono in testa al mondiale, ma al titolo non ci penso perchè voglio correre per vincere ogni gara ma non pensare ad altro», il sogno di Valentino resta un altro. «Mi piacerebbe riuscire a giocarmi la vittoria con Stoner tutte le volte, non solo quando va tutto bene. Dobbiamo continuare a lavorare, più del gap di velocità in rettilineo mi preoccupano le gomme». La Ducati, invece, o ha fatto male i conti con la benzina o ha bevuto troppo: dopo l'arrivo, il missile rosso di Stoner s'e' ammutolito. A poco meno di metà del giro di rientro ai box. A secco è rimasto anche Nicky Hayden, terzo nel Gp d'Olanda davanti al compagno di team Daniel Pedrosa, con la Honda. Mappature sbagliate, forse eccessiva ricerca di accelerazione e velocità, forse, e potrebbere esserlo, anche un campanello di allarme.
non so perche' ma in questo Massa vedo anche un po' di Belleggia
sara' un suo discepolo???
lo zio fara' salti di gioia quando leggera' nuovamente delle gomme che hanno avvantaggiato Rossi