di MARCO MASETTI
SHANGHAI – Dopo un digiuno che durava da mesi, dal GP di Olanda dello scorso anno, Rossi è tornato ad essere vincente. Una brutta notizia per i suoi rivali che, in un solo giorno, hanno scoperto che il pilota più forte di questa epoca, in sella alla migliore moto del 2008, adesso ha anche messo a punto il rapporto tra moto e gomme. Insomma, Rossi diventa in Cina, dopo una vittoria netta, ottenuta dopo una sfida fatta di giri veloci a raffica con Dani Pedrosa, il quarto vincitore di stagione. Uno per gara. E’ la banda dei quattro: Stoner, Rossi, Pedrosa e Lorenzo, gli uomini che si giocheranno questo titolo mondiale. Quattro personaggi diversissimi tra loro, quattro vincenti, quattro assi. Rossi è la star, quello che ha vinto tanto, che ha segnato un’epoca, unico motociclista al mondo ad essere famoso come un cantante rock. Pedrosa è il taciturno perfezionista che sa sempre adeguare il cuore alla tattica. Stoner è l’uomo degli Antipodi, schivo, spigoloso, coraggioso, giovane ma con la grinta del veterano. Lorenzo è il nuovo Nuvolari, quello che sale in moto con due caviglie rotte e un braccio operato di fresco e che alla fine si rammarica per non aver attaccato prima. Un poker che ci farà sognare.
La gara parte a razzo, nonostante la pista umida. Pedrosa e Rossi tentano di fare subito il vuoto alle loro spalle riuscendoci, mentre Stoner galleggia in terza piazza. Tra i nostri fanno belle cose Capirossi che combatte con una Suzuki in crescita, Melandri che finalmente esce dal tunnel e fa vedere che tra lui e la Ducati ci può essere feeling e Dovizioso, debuttante che non ha paura delle vecchie volpi. Alla fine solo Melandri sarà premiato dalla classifica con un quinto posto, mentre Capirossi sarà frenato da noie alla trasmissione e Dovizioso dal degrado delle gomme.
A fine gara Rossi ha la faccia delle grandi occasioni e commenta la vittoria: «Un risultato che ci voleva perché non vincevo da sette gare e che dimostra che la scelta di cambiare gomme non è stata una pazzia. Certo, c’era pressione attorno a me per questo, ma io e quelli che lavorano con me siamo rimasti uniti e fiduciosi. Una vittoria che è anche una bella base per il futuro, adesso vedremo, inizia una raffica di gare su piste storiche come Le Mans, Mugello, Barcellona, Assen, ci divertiremo e lotteremo sempre. Questo campionato si giocherà giorno per giorno, dal primo turno di prove libere al traguardo».
Ma che effetto star davanti alle Michelin? «La vera libidine è sata quando ho letto sul mio dashboard (il cruscotto della moto) il tempo che ho fatto. E poi guidare così, usando ogni centimetro di pista è una bella esperienza. Sarà una bella battaglia quest’anno, e non date per spacciato Stoner».
Il campione del mondo si rammarica per una scelta di gomme troppo soft che lo ha rallentato, ma quello che viene fuori da Shanghai è che la Ducati non ha più il colossale vantaggio che aveva lo scorso anno. Non è colpa dei validissimi uomini che ci lavorano e nemmeno del pilota. Sono i rivali che, incassato e metabolizzato la disfatta del 2007, si sono dati una mossa e hanno sfoderato le unghie. Sarà un mondiale favoloso e non solo per le imprese della “banda dei quattro”, pensate un po’ da metà stagione la Honda avrà un motore accreditato di una potenza molto superiore all’attuale, la Suzuki affiderà a Capirossi una moto profondamente rivista, la Yamaha continuerà ad affinare la sua già tagliente M1, mentre in casa Ducati si prepara il nuovo telaio in fibra di carbonio simile a quello delle Formula 1.
|