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Secondo Le Figaro la Fia vorrebbe far cambiare stile al campione di rally perché il look disordinato non rappresenterebbe la virilità e i valori del suo sport
Sebastien Loeb premiato a Monaco. Reuters
PARIGI, 7 maggio 2008 – Barba incolta, capelli lunghi e disordinati. Look da ribelle un po' selvaggio, alla Chabal. Troppo per la Fia che vorrebbe fa cambiar stile a Sebastien Loeb, pluricampione del mondo di rally. Il motivo? Non rappresenta la virilità o quanto meno i valori del rally, secondo i canoni della massima istituzione automobilistica, travolta dallo scandalo a luci rosse di Mosley.
LOOK – Lo rivela Le Figaro, pubblicando il contenuto di scambi di email tra alti dirigenti Fia. Surinder Thatthi, membro Fia per l’Africa, il 4 marzo, scrive a Morrie Chandler, presidente commissione rally, criticando il look del pilota di fronte alle telecamere: “Quando la Fia gli dà copertura mediatica, agli occhi di milioni di telespettatori e ragazzini, lui è un eroe e un modello. Ognuno è libero di avere uno stile, ma lui esagera con la barba e i capelli lunghi. Qualcuno dovrebbe dirglielo”.
INSULTO – La risposta di Chandler è ancora più sorprendente: “Purtroppo non è un problema limitato al nostro sport, visti i casi analoghi nel calcio e altre discipline virili. Certo, queste persone rappresentano un insulto alla virilità”. Chandler, non pago, chiede all’Isc, società che gestisce i diritti commerciali di trasmissione dei rally, di riprendere Loeb molto brevemente e mai in primo piano.
DURO – L’11 marzo, però, i dirigenti dell’Isc spiegano come invece il look da duro invece garantisca il successo d’immagine di Loeb e della disciplina: “Per i giovani il rally è uno sport reale e duro e sarebbe un errore chiedere al pilota di essere sempre pulito”. Insomma, lo stile del rugbista Sebastien Chabal, un po’ selvaggio e anticonformista, in voga dall'ultima coppa del Mondo di rugby e ultimamente pubblicizzato anche da una marca di profumi, funziona. Chandler si adegua: “Se lo dice lei”. Inevitabile la critica del Figaro che, parlando di “geometria variabile sui valori morali degli sport automobilistici”, ricorda ovviamente lo scandalo a luci rosse del presidente Fia Max Mosley, il cui destino si deciderà il 3 giugno, in assemblea generale a Parigi.
Alessandro Grandesso
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