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I tanti incidenti che hanno caratterizzato la stagione 2008 aprono un dibattito sulla sicurezza: sotto accusa gomme ed elettronica sofisticata. I costruttori ne discuteranno a Brno alla ripresa del mondiale il prossimo 17 agosto
Jorge Lorenzo perde il controllo della sua Yamaha nelle prove libere del GP di Cina. Epa
MILANO, 29 luglio 2008 - Mai come quest’anno l’infermeria del Motomondiale sta lavorando a pieno ritmo. Una serie di incidenti a raffica che ha lasciato il segno in uno schieramento già poverello, con soli 18 iscritti che alcune volte sono stati pure meno, perché i piloti sono pochi ma gli eventuali sostituti in caso di necessità sono ancora più difficili da trovare.
AIUTI - Lo scorso anno e all’inizio di questo, si è parlato e sparlato di elettronica come la soluzione di tutti i mali, aiuto fondamentale per fare andare forte tutti: teoria sballata all’origine, visto che i valori in campo hanno rispecchiato il tasso di classe dei piloti in pista. E che oggi fa a pugni con i gravi incidenti che si sono alternati in sole 11 gare di campionato. Queste moto non le guidano tutti e in compenso gli incidenti sono tornati un problema. Tra una frattura, un buco, un trauma cranico, hanno saltato un GP Dani Pedrosa, uno Jorge Lorenzo, due Loris Capirossi e due John Hopkins. In più vanno aggiunti i gran premi fatti da piloti acciaccati. Troppi problemi per non fare scattare un allarme sicurezza.
RIUNIONE - Così Carmelo Ezpeleta, capo della Dorna (organizzatrice del campionato), vuole mettere la patata bollente nelle mani dei costruttori. A Brno, al ritorno dopo le ferie estive (la gara è il 17 agosto), sottoporrà alla Msma (l’associazione dei costruttori che deve formulare i regolamenti per quel che riguarda la parte tecnica), la domanda di una riduzione delle prestazioni. Il ragionamento è molto semplice. Nel 2007 era stata introdotta la diminuzione delle cilindrate da 990 a 800 cmc, perché le MotoGP avevano raggiunto velocità di punta che iniziavano a diventare esagerate per i circuiti attuali. I vari impianti in questi anni hanno investito 70 milioni di euro soltanto per aumentare le vie di fuga e migliorare la sicurezza. L’obiettivo è stato raggiunto, visto che non si è ancora riusciti a superare le velocità delle 1000, malgrado il netto miglioramento di elettronica e, soprattutto, delle gomme.
TROPPO VELOCI - Malgrado questo, però, i tempi sul giro sono crollati. Segno che è aumentata in maniera impressionante la velocità in curva. Lo dice il cronometro e lo confermano i piloti, che hanno subito detto che queste moto vanno guidate un po’ come le 250, facendole scorrere bene dentro le curve.
SOLUZIONI - Che cosa si può fare lo dovranno dire le Case, ma è chiaro che, ferma la cilindrata, si può pensare di intervenire su gomme e elettronica. In particolare quest’ultima è la grande inquisita. Il livello attuale è elevatissimo, soprattutto con l’introduzione della tecnologia Gps che modifica i parametri metro per metro in base al punto in cui si trova il pilota. Ma questa raffinata tecnologia può essere influenzata da elementi esterni che possono mandare in confusione il sistema, provocando un mal funzionamento. A questo sarebbero dovute alcune cadute definite dai piloti "inspiegabili". E si inizia a parlare di centralina unica, seguendo un po’ l’esempio della Formula 1.
GOMME - Qualcosa dovranno fare anche i gommisti, perché la qualità delle coperture sta diventando addirittura esagerata con la caratteristica della costanza su tutto l’arco delle gare, che sono sempre più veloci rispetto al passato. Ovviamente non si cambieranno le regole in corsa, nè quest’anno nè probabilmente il prossimo. Le modifiche tecniche, soprattutto quelle di impatto così importante, hanno bisogno di lunghi tempi di discussione (e i giapponesi in questo sono bravissimi) e poi di applicazione, perché si deve dare tempo agli ingegneri di collaudare le novità. Ma l’importante è iniziare a parlarne.
Filippo Falsaperla
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