Mino: «Se Vale mi eguaglia sale sulla mia MV, e io sulla sua Yamaha»
Dall’inviato
Paolo Scalera
BRNO - Il primo pensiero di Valentino Rossi dopo la vittoria di Brno è stato per l’ottavo titolo, che con 50 punti di vantaggio su Casey Stoner si fa sempre più vicino. Il secondo, però, è andato alla vittoria numero 67, che lo avvicina al record di Giacomo Agostini, che vinse un gran premio di più nella classe regina e ben 122 gare in totale. Gli fa effetto, a Rossi, eguagliare uno dei primati del re della moto. Da motociclista appassionato, del resto, Vale ne conosce il valore e, forse, a 29 anni prova anche un certo imbarazzo pensando che quest’anno il record, imbattuto da più di 30 anni, crollerà. Per questo a gara finita il suo commento è stato imbarazzato:
«Più che chiedere a me bisognerebbe chiedere ad Ago che sensazione prova… lui rimarrà sempre il più vittorioso di tutti i tempi con 122 successi, ma raggiungerlo in quanto a vittorie nella classe regina mi fa commuovere».
SPITZ E PHELPS - La risposta di Agostini, attualmente in vacanza in
Sardegna, non si è fatta attendere.
«Tengo a tutti i miei record ma può succedere di perderli e non è un dramma - ci ha detto Mino, raggiunto telefonicamente - Con l’Olimpiade Mark Spitz si è visto superato da Michael Phelps, che ha conquistato otto ori, uno in più di lui, ma Spitz rimane Spitz. Il suo valore non ne esce certo diminuito. E poi le vittorie, rispetto ai titoli, hanno un valore relativo. Anzi, tutto è relativo: io correvo in due cilindrate, 350 e 500 e facevo dieci gare a stagione. Oggi i GP sono 18 e Rossi ha vinto in 500, MotoGP 990 e 800, in pratica tre cilindrate. Comunque sarò a Misano, fra due settimane, ovviamente ad applaudirlo perché sono un suo tifoso. Anzi vorrei fare di più: un giro di pista con lui, Valentino in sella alla mia MV, io alla guida della sua Yamaha. Se dovesse raggiungere la vittoria numero 68 sarebbe una celebrazione adeguata!».
STORICO - Sarebbe di più: un avvenimento storico. Da organizzare a prescindere, anche perché Rossi non salirebbe su una delle tante MV ”ricostruite” che si vedono ai raduni storici, bensì su quella di proprietà di Giacomino stesso. Una reliquia. Dal tono della voce si capisce che Ago è ancora un pilota ”dentro”. Il 15 volte iridato, infatti, non perde una gara ed ovviamente ha visto anche l’ultimo GP della Repubblica Ceca. «In Tv purtroppo non si apprezzano le sfumature, manca il cronometro, comunque non si deve dare la croce addosso a Stoner per quella scivolata: può capitare. Tiravano tutti e due al limite e Rossi non mollava. Sarebbe stato bello vederli in azione per qualche altro giro...».
Erano soli, gli altri staccati da distanze abissali.
«La gente si sorprende, io no. Lo ripeto spesso: di fuoriclasse ne nasce uno ogni dieci anni. Sulla lunga distanza il talento viene fuori. Quello di Rossi è conclamato, ma ora anche Stoner sembra della sua pasta. Mi aspettavo, ci aspettavamo anche Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa ma sono rimasti indietro».
DUELLI - Pensa, forse, Agostini, ai suoi duelli con Mike Hailwood e tutti i più forti piloti degli anni 60 e 70. In un tempo in cui i rischi erano immensi... anche se non esisteva il traction control e le gomme erano quelle che erano.
« Già, se volessero rallentare le MotoGP basterebbe dargli le nostre gomme dell’epoca - scherza Mino, che poi seriamente aggiunge - forse è il momento di introdurre qualche limitazione agli pneumatici. Io, poi, farei sparire anche il TC e tornerei a quello che una volta chiamavamo ” manico”. Tanto per la produzione di serie tutte queste cose non servono, sono solo marketing ».
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