di Guido Meda:
Ha vinto poco meno di Pedrosa, appena poco meno, eppure mentre lo spagnolo è considerato un toprider, Melandri deve ripartire da sottozero. Ha scelto la Kawasaki, forse per lui non c'era altro, ma Marco è un pilota che dai cambiamenti di solito ha tratto giovamento. Tutti tranne uno, quando lasciò la Honda per la Ducati. Andando via da Gresini diceva più o meno "La Honda del 2007 è la peggior moto che abbia mai guidato", ma non sapeva che sarebbe andato incontro ad un anno di incomprensioni, con la moto, con il team, un anno assurdo.
Parlando con Melandri, il venerdì di Valencia, hai la netta sensazione che si voglia levare qualche soddisfazione; che non accetti di passare per l'unico ed esclusivo responsabile di una figuraccia. Anzi lo dice a chiare lettere che secondo lui l'aiuto da parte di Ducati non era adeguato alle sue esigenze.
Qualche indiscreto sostiene che Marco abbia già provato la nuova Kawasaki in un test segretissimo e Anthony West di cui Melandri prende il posto, conferma.
"West -dice Melandri - adesso dirà tante cose. Tutte quelle che vuole, magari anche contro di me. Ma io non sono andato lì per rubargli il posto. Io la Kawasaki non l'ho mai provata".
C'è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino in quest'anno difficile?
"Io, più di tutti io sono stato vicino a me stesso. Un mio amico dice che è più lungo un minuto passato a sedere su una stufa accesa che un anno di vacanza. Pensate cosa è stato il mio anno".
E Vergani, il tuo manager?
"Ovvio, lui lavora per me, e ha fatto il possibile, ma questa è stata una cosa più profonda".
E' vero che lo hai capito un anno fa che sarebbe stata una stagione in salita?
"Sì, è vero, qui a Valencia dopo il primo run".
Cosa avevi capito?
"Che la Ducati è una moto che se ti piace vuol dire che non ti piacciono le altre. E' troppo diversa da moto ad esempio come la Yamaha o la Honda. Come lo è per i tifosi del motociclismo che si dividono in gente che sostiene i piloti e gente che sostiene la Ducati, anche la moto è diversa. Se mi chiedete in cosa devo rispondere: in tutto! Dalle reazione del telaio alla poszione di guida, al motore".
Va beh, ma non si poteva fare niente?
Melandri tace un attimo e poi risponde: "Io ancora adesso cambierei delle cose che però evidentemente non si possono cambiare. Anche delle cose banali che riguardano magari la posizione delle pedane. Però certe cose qui non si possono fare. Io con il mio team quest'anno non ho mai avuto un buon rapporto lavorativo, ma è un peccato perchè invece sul piano personale andiamo benissimo. Son tutti bravi ragazzi, gente in gamba".
Cosa pensi che si potesse fare per venirti incontro?
"Invece che spendere tutto quel tempo a pensare se lasciarmi a piedi o no... Si poteva usare magari un quarto di quel tempo per provare a seguirmi nelle mie indicazioni. Magari qualcosa di buono, di diverso, saltava fuori. Se però non mi hanno seguito si vede che in Ducati hanno pensato che non fosse prioritario. Il fatto è che dopo Barcellona qualcosa era anche migliorato nella moto, ma io ormai mi svegliavo tutte le mattine pensando che in Ducati mi consideravano come uno pronto per essere sostituito. Io apprendevo dai giornali che pensavano di far fare dei test ad altri, al posto mio...".
A Nicky Hayden che prende il tuo posto ti senti di dire qualcosa?
Marco tace, poi sorride aprendo un po' le mani in un gesto desolato: "No, a Nicky non ho proprio niente da dire. Farà da solo la sua strada". Non bisogna essere maligni per leggere nelle parole di Melandri la previsione di un periodo difficile all'orizzonte di Hayden che viene dalla Honda, la moto più rassicurante e amichevole di tutto il gruppo.
Ma adesso perchè hai scelto la Kawasaki invece che la Honda di Gresini?
"Seguo il mio istinto. Io non voglio più lasciare agli altri la possibilità di decidere della mia felicità. Forse mi aspetta un'altra avventura difficile, ma adessolo faccio per me stesso. Non ho nessun problema a farmi il culo e a svegliarmi presto la mattina se sono convinto di quello che faccio. Sono il toprider che ha fatto il passo indietro più grande, ma soffrendo ho imparato a fregarmene di quello che dice la gente. Io sono sereno con me stesso. Ho fallito, sì ho fallito, ma ho fallito perchè non andavo forte in moto, non perchè mi sia comportato male".
Ti è capitato di parlare di te stesso, della tua situazione con gente che conosci da tanto tempo, tipo Rossi o Capirossi?
"Provate a chiedere a loro. Non c'è bisogno di parlare. Andate a chiedere a loro cosa pensavano quando trovavano Melandri sul loro cammino. Ho preso di sicuro più vaffanculi in questa stagione che in tutta la mia carriera".
http://www.sportmediaset.it/motori/arti ... 7208.shtml