di Guido Meda


Stoner, 10 e lode

Far lo Stoner è una maniera di dire, per indicare uno che domina in lungo e in largo. E' un po' come dire che uno fa il Rossi, con meno espereinza magari, ma pari efficacia o quasi. A Valencia è impeccabile. La sua non è solo una fuga sciteriata. E' invece la dimostrazione assoluta che la situazione è sotto controllo. Intuisci un dialogo col box nel quale gli comunicano che Pedrosa resiste, al quale lui risponde con un allungo estenuante che piega lo spagnolo. C'è solo da sperare che il polso operato si aggiusti, guarisca e che ce lo dicano felici e convinti per essere sicuri che nelle sue lotte si vedano alla peggio magange tecniche, errori, sfortune. Ha perso il mondiale, pesantemente, e con lui la Ducati, ma con Phillip Island e Valencia parte per la sala operatoria con l'oroglio salvo come fa un vero campione.

Pedrosa, 8.5

Scusate se insistiamo con le pretese. In ogni gara di Pedrosa ci resta una zona d'ombra che riguarda il suo pre e il suo post gara. Semplicemente: non è uno che si diverte, non lo sembra. E ci resta il dubbio che se cominciasse a divertirsi forse metterebbe più passione nella staccata, più verve nella resistenza. Stoner era incontenibile, va bene. Pedrosa è acciaccato, va bene. Ma a quello che era in testa fino al Sachsenring continua a mancare un pezzettino. Che secondo noi è un pezzettino di serenità e di gusto per la vita che in questi paraggi, francamente, è proprio bella.

Rossi, 9

Parte decimo con un dubbio enorme sul setup, con un fiasco colossale in qualifica. Il fatto è che se si parla di Rossi, puoi andare a letto la sera prima della gara, sapendo che, pur partendo male, ci sono più probabilità di un podio che di una corsa anonima. E' speciale per questo. In cinque giri da decimo diventa quinto, poi terzo, poi va bene così. C'è sempre una chiave nelle gare di Rossi, sempre qualcosa che ti lascia lì un significato. Chiudere la stagione andando in terra o arrivando decimo non era compatibile con gli sforzi fatti quest'anno per essere ciò che è stato. Facile dire che la rimonta era programmata. Bisogna farla, che è un altro discorso. Il 2008 di Rossi è stato immenso. Se è vero che questi erano gli avversari più forti che abbia mai incontrato, li ha battuti tutti. E quando non ci è riuscito gli è stato addosso.

Dovizioso, 9

Un'altra supergara del Dovi ci mette in condizione di rischiare la banalità. Continua a mettere Hayden e la sua moto ufficiale sull'asse dei formaggini, secondo un programma già sperimentato una settimana prima in Malesia. Sceglie lo stesso tempo ritmico del più esperto Rossi per mettere in piedi una rimonta che lo porta ad un altro quarto posto. Non è da tutti. Se quest'anno l'obiettivo era di arrivare almeno vicino al podio o occasionalmente salirci, l'anno prossimo dovrà pensare che sul podio ci deve andare sempre salvo cataclismi. Meglio di Lorenzo in fin dei conti, meno guizzi e più costanza, se c'è uno che può pensare di vincere spesso è proprio lui.

Hayden, 7.5

Bravo tipo per davvero. Peccato che sia l'unico ad amare le strettoie di Valencia, peccato che tra le sue strettoie preferite finisca per essere stritolato un'altra volta da Dovizioso al quale cede la moto. Hayden non è un pigliatutto, non è uno che ha sfruttato sempre la moto superufficiale al 100%. L'uomo giusto al posto giusto nel 2009 quando guiderà una Ducati e dovrà rispettare il capitano. Nessuno pretenderà che vinca qua e là, solo che faccia bene il suo mestiere, che aiuti nel compito. L'espereinza di Melandri non lo spaventa, dice, ed è già un un buon segno.

Edwards, 6.5

Tipo Hayden, un po' meno attrezzato tecnicamente e, ci sembra, meno motivato. Se i termini di paragone non fossero Stoner e Rossi potresti anche essere più generoso col vecchio Colin. I termini però son quelli. Tutto sommato non fa poi diverso da Dovizioso, nel senso che entrambi hanno la moto clienti. La M1 non digerisce Valencia, ma anche il miglior Edwards sul podio non riesce proprio ad andarci nonostante l'esperienza pluriennale. La Yamaha M1 crea problemi anche a Toseland (5), ma è tutta colpa della moto?

Lorenzo, 6

Sembrerebbe di sì a guardare la gara di Lorenzo. Un disastro per le aspettative che aveva orientato su di sè ad inizio stagione. Mai così scassato tencicamente come a Valencia, tutto sommato riesce a riprendere e a scavalcare Capirossi. Ma da inizio stagione non hai più avuto l'impressione di un pilota che insegue il limite. Il talento ce l'ha, senza dubbio, e l'inverno gli farà certamente bene.

Capirossi, 6

Dio benedica Capirossi e la sua maniera disinvolta ed esperta di affrontare le corse, ma anche le delusioni. ha deciso di continuare ed è forse con la Suzuki che andrà a chiudere una carriera di pilota generoso e vincente. La moto di adesso non è però nè genersoa nè vincente. Contento lui.

De Angelis, 5.5

Arrivare decimo vuol dire rimanere nei dieci? Beh, in linea di massima sì. Ma non può essere una consolazione se la griglia è fatta di 18 moto (voto 4). A De Angelis sono mancate nell'anno la costanza e un po' di quella sana rabbia che ti porta a lambire il limite. Al Mugello fu quarto e strepitoso, come dire che se vuole è capace. Ma ci si deve applicare.

Melandri, 4.5

Basta, finito, finita, liberi tutti. Libera la Ducati di pensare ad altro, libero lui di pensare a se stesso. Cercar colpe nel disastro non serve più, tanto non si trovano. la corsa di Melandri è lo specchio della sua stagione: quando comincia a vedere la luce fa un dritto e scivola giù vanificando il poco costruito che non era neanche male. Sulla carta la Kawasaki è molto peggio, ma abbiamo sostenuto sempre che Melandri ha talento e i cambiamenti gli fanno bene. Per coerenza gli diamo fiducia. Voto 3 a quei tifosi della Ducati che qua e là sul web lo hanno massacrato alla prima gara storta e l'hanno accompagnato con gli insulti fino all'ultimo fiasco. Se è vero che la Ducati è una religione, il rispetto dovrebbe farne parte. Anche se Melandri ha guadagnato un pacco di soldi, stavolta senza meritarseli.

Simoncelli, 10 e lode

Come una gara già vista, ma strepitosa. Parte mica poi tanto bene. Sta dietro al suo compagno Locatelli (voto 10 alla simpatia, alla longevità e alla voglia di continuare segnato e tumefatto come è), poi si libera di lui e di tutto il gruppo degli scomodi. I sorpassi millimetrici restano gli stessi dell'Australia con Bautista, al limite, ma bellissimi ed inattaccabili. La maturità dimostrata è certamente quella di un campione del mondo. E un campione del mondo con la moto tecnicamente a posto (voto 10 al suo team) vince anche quando non serve.

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"Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore." [P. Neruda]

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Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l'attore protagonista e il regista del mio modo di vivere
(Gilles Villeneuve)
Però Diobò se te hai nella testa un obiettivo, un qualcosa che devi raggiungere, secondo me ti aiuta ad andare avanti senza paura
(SuperSic)

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Lo Zio Tazio

"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"

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Aggiungo le pagelle di Masetti da MOL che hanno il pregio di essere un tantino meno entusiastiche di quelle di Guido Meda (Non te la prendere Guido, ok? )

27.10.2008
Valencia: le pagelle
di Marco Masetti

Stoner 10 – Quando il campione australiano è in stato di grazia il polso non fa male la moto gli piace e il risultato è quasi scontato. Imprendibile, lo hanno rivisto sul podio.

Pedrosa 7 – Lo spagnolo ha una costanza di rendimento notevole e fa vedere che quando sta bene (a dire il vero ha una gamba dolorante dalla caduta di Phillip Island…) è un un osso duro. La sua gara è lo specchio della Moto GP: poco spettacolo, grande ritmo. E come la Moto Gp, Dani non diverte.

Rossi 7 – Le prove gli rovinano la gara: parte indietro, dalla quarta fila e risale veloce fino al podio. In pratica quasi tutti sorpassi della gara li fa lui, poi si deve adeguare. Vorrebbe far festa e invece è già in pista assieme agli altri. Oggi nemmeno i campioni del mondo possono staccare un po'.

Dovizioso 8 – Un quarto posto che merita grande considerazione: la sua moto, rispetto alle ufficiali becca 10 km/h su un mezzo rettilineo come quello di Valencia. Per fortuna da oggi è ufficiale. Meritatamente.

Hayden 6,5 – Grandi prove, poi deve usare la moto due in gara e si spegne la luce. Fa i soliti numeri, ma come solito prende paga da Dovizioso.

Capirossi 7 – Guida come un ragazzino che ha fame di successi, ma le gomme e le prestazioni fiacche della sua moto lo frustrano. Speriamo che la Suzuki azzecchi la moto buona nel 2009.

De Angelis 6 – Top ten, nessun errore e una gara coraggiosa. Come al solito passa gli avversari in curva ma poi viene sverniciato sul dritto. Dura la vita del privato.

Melandri 6 – Stava facendo una bella gara, poi è entrata la folle invece della prima al tornantino. Finisce così una stagione terribile per lui la Ducati e suoi tifosi. Si volta pagina, ma la Kawasaki è un bell'azzardo.

Lorenzo 5,5 – In prova era lento, all'inizio gara pure. Fa il suo giro veloce all'ultima tornata… Difficile capire cosa succeda nella testa di Jorge in certi giorni.

Elias 4 – Non l'abbiamo visto.

Simoncelli 10 – E' talmente in palla che se gioca al Superenalotto fa sei al primo tentativo. Distrugge tutti, soprattutto Bautista.

Kallio 7 – Rispetto l'orgoglio e il carattere di un pilota che vuol chiudere la sua esperienza in 250 e con la KTM con una vittoria. Ruzzola a terra ma merita l'applauso per il coraggio.

Locatelli 8 – Adesso è tornato in forma dopo i postumi del tremendo incidente di Jerez e si vede. Un grande interprete della 250.

Corsi 8 – Sarebbe da 10 se non avesse avuto un periodo nero che gli ha fatto perdere il mondiale. E' il più tecnico della categoria.

Yamaha 8 – Tre moto nei primi otto. Manca l'acuto ma la M1 è la vera vincitrice di questo mondiale.

Honda 8 – Peccato, è finita la stagione, ma adesso la moto c'è.

Ducati 8 – Quando la Rossa è in palla e Casey sta bene, per gli altri non c'è spazio.

Suzuki 5 – Leggerina e poco veloce. C'è solo la grinta di Capirossi.

Kawasaki 2 – Fiorenzo Fanali, uno dei guru dei box, meccanico dai tempi di Agostini va in pensione con un anno di anticipo. Ecco un'altra impresa del team verde, due piloti, due punti.

Trasparenza 0 – Trattative, rigorosamente private e sottobanco, per salvare team, piloti, salari di meccanici e camionisti. Regole che cambiano senza un dibattito tecnico leggibile. Trasparenza zero, idee all'orizzonte ancora meno.

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"La tecnica non conta. Io mi occupo di emozioni"
Jimmy Page

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«La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi» (P.P. Pasolini)

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ho visto cose che voi umani non potreste immaginare: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alla porte di Tannhauser e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia ...