TEOTIHUACAN
Nella valle di Anahuac, a poco più di cinquanta chilometri da Città del Messico, nacque tra il II e il VII secolo d.C. uno dei più importanti centri religiosi del Messico antico, Teotihuacán, un’immensa metropoli che nel periodo del suo apogeo era abitata da circa 200.000 persone. La città venne concepita secondo un grandioso disegno urbanistico che si articolava intorno a un asse centrale, il Viale dei Morti, dominato dalla gigantesca mole della Piramide del Sole, posta nel cuore della via sacra, e dalla grande piramide della luna che si erge a settentrione.
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Teotihuacán sorge in una valle fertile e ricca d’acqua nell’altopiano del Messico, circondata da monti pieni di selvaggina e ricchi giacimenti di ossidiana e altri minerali che contribuiscono alla fortuna della città, che diverrà il polo commerciale più potente della Mesoamerica.
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La città viene concepita secondo un grandioso disegno urbanistico che si articola su una superficie di 22 chilometri quadrati e che verte intorno a un asse centrale, il cosiddetto Viale dei Morti, lungo più di due chilometri e dominato dalla gigantesca mole della Piramide del Sole, posta nel cuore della via sacra, e dalla grande Piramide della Luna che segna il punto d’arrivo sul lato nord.
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L’edificio più imponente di Teotihuacán è la Piramide del Sole, costruita a quattro livelli sovrapposti su una base di circa 225 metri per lato e alta in origine 75 metri, compreso il tempio sulla sommità, ora scomparso. La facciata principale della Piramide è orientata verso il punto esatto in cui tramonta il sole nel giorno del solstizio d’estate e ciò conferma l’ipotesi che a Teotihuacán il culto del Sole avesse particolare importanza, anche se si ignora a quale divinità fosse consacrato il tempio che coronava la cima. La Piramide era interamente coperta di stucco dipinto di rosso e quando il colore si accendeva nella luce fiammante del tramonto il suo aspetto doveva essere insieme grandioso e terribile.
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La Piramide della Luna, posta all’estremo nord del Viale dei Morti, è di dimensioni inferiori alla Piramide del Sole, ma, essendo costruita su un terreno più elevato, la cima risulta perfettamente allineata a quella della piramide più grande. Dalla sommità si ha una visione incomparabile sull’immenso viale, sulle piazze, sulle piattaforme scandite dalla geometria delle scalinate e sui palazzi del centro cerimoniale, pianificato con un rigoroso disegno matematico e orientato secondo il cammino del sole dall’aurora allo zenit e fino al tramonto.
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Al tempo del massimo splendore di Teotihuacán tutti gli edifici, apparentemente così spogli e rigidi, erano dipinti con colori esuberanti, di rosso, azzurro, verde e giallo, e bisogna immaginare che tra queste architetture che oggi sembrano astratte si muoveva una folla di persone abbigliate con vesti e ornamenti preziosi.
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La Piramide della Luna si sviluppa su cinque livelli, costruita secondo la tecnica chiamata talud-tablero che consiste nell’alternare pareti inclinate con pareti ripide incorniciate da lastre di pietra, una forma architettonica usata per la prima volta a Teotihuacán intorno al III sec. d.C. e che verrà adottata nei secoli seguenti da molte civiltà mesoamericane per quasi tutte le strutture piramidali.
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Il rettilineo Viale dei Morti - lungo più di 2 chilometri e largo circa 45 metri - include due grandi piazze cerimoniali con piattaforme e altari, una davanti alla Piramide del Sole e l’altra davanti alla Piramide della Luna. Lungo tutto il tracciato si trovano numerosi templi e palazzi residenziali riservati alla casta sacerdotale e ai nobili.
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Uno degli edifici meglio conservati è il Palazzo di Quetzalpapálotl, probabile residenza dei sommi sacerdoti. Il patio interno è protetto da mura merlate sulle quali sono incisi i simboli degli anni, mentre sui pilastri della galleria sono stati scolpiti degli animali stilizzati tra cui spicca il quetzalpapálotl, un mitico uccello-farfalla dalle piume color smeraldo. Tutte le figure erano dipinte e ornate da dischetti di ossidiana, la preziosa pietra vulcanica vetrificata di cui Teotihuacán possedeva il monopolio del commercio.
Vicini al Quetzalpapálotl si trovano il Palazzo dei Giaguari e l’edificio dei Caracoles emplumados, le Chiocciole piumate: entrambi gli ambienti erano decorati con ricchi stucchi e affreschi di cui sono rimaste alcune tracce che mostrano serpenti, giaguari e animali mitologici.
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Proseguendo sul Viale dei Morti, intervallato da numerose gradinate per superare il dislivello del terreno, si incontrano templi, strutture piramidali, labririntici complessi palaziali e molti edifici sovrapposti: si tratta di strutture antiche che venivano rinnovate ciclicamente, sovrapponendo un edificio all’altro e inglobando scale, altari, stucchi e sculture.
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All’estremo lato sud del Viale dei Morti venne costruita la cosiddetta Cittadella, un complesso delineato da quattro piattaforme riservate ai sacerdoti e ai governanti. La struttura piramidale del Tempio di Quetzalcóatl, il mitico sacerdote-sovrano divinizzato nell’immagine del serpente piumato, è nascosta da una piattaforma aggiunta dopo il II-III sec.d.C., epoca in cui venne eretto il Tempio più antico che possiede sette livelli sovrapposti, formati dalla combinazione talud-tablero con panelli incorniciati che recano 366 sculture.
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Grandi teste di serpente circondate da un collare di undici petali, che forse rappresentano piume di quetzal, si alternano a maschere stilizzate coperte di squame con grandi occhi cerchiati e due zanne sporgenti, associate forse al Dio della Pioggia o al Dio del Mais. Intorno ai serpenti e alle maschere vi sono incrostazioni di ossidiana, tracce di pittura verde - il colore che simboleggiava la giada - su fondo rosso e numerose conchiglie e chiocciole di stucco.
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Per lungo tempo si è creduto che i riti religiosi di Teotihuacán non includessero sacrifici umani, ma il ritrovamento nell’area della Cittadella di numerosi scheletri di sacerdoti sacrificati, cosparsi di conchiglie e figurine d’argilla, con le mani legate sulla schiena e pezzi di giada nella bocca, ha vanificato l’idea dei cerimoniali pacifici di Teotihuacán.