SAN JUAN CHAMULA - ZINANCANTAN
A pochi chilometri da San Cristobal de Las Casas, una decina, ci sono Zinancantan e San Juan Chamula, due villaggi divisi da un cerro (collina/monte), che sono come il giorno e la notte, un viaggio di un millennio a ritroso nel tempo, un secolo a chilometro.
Zinancantan, abitata da Tzeltales, vestiti con abiti lunghi al ginocchio di lana grezza, con sandali di cuoio ai piedi, a San Cristobal ne ho visti in banca all'ufficio titoli, uscire e partire con Lincoln Navigator!? Gli Zinancantani sono ricchi, molto ricchi, le terre che occupano sono molto prolifiche, serre e fiori ovunque, detengono il primato di vendita nei mercati florovivaistici di Miami, New York e Los Angeles!
Il potere più forte non è nè quello religioso nè quello politico/militare, ma quello tribale; a turno, ogni adulto della comunità, viene sostenuto per un anno dalla tribù, durante questo anno avrà pieni poteri nel dirimere controversie di ogni tipo, anche famigliari; dovrà concludere accordi commerciali; renderà conto dell'operato al consiglio dei notabili tribali, composto da tre persone.
A Zinancantan c'è una chiesa cattolica, divisa in due, una parte per i riti cattolici, l'altra per quelli pagani, il prete arriva un giorno alla settimana, prendere o lasciare.
San Juan Chamula è tutta una altra cosa, prima di entrare vengo istruito per un'ora sul do e il don't; Chamula fa accapponare la pelle, la sensazione di essere totalmente sgraditi è evidente, tangibile, me la sento addosso come qualcosa di appiccicoso e penso a Chatwin (Che ci faccio qui!). Chamula odia Zinancantan dai tempi dei conquistadores, gli Tzotziles combatterono gli spagnoli, gli Zinancantani/Tzeltales invece li aiutarono e ricevettero dagli spagnoli il lato buono della valle, a Chamula non crescono manco le rape...si campa di sussidi e un po' di artigianato, di vota PRI e il partito dinosauro elargisce un po' di soldi.
A Chamula trent'anni fa un terremoto distrusse tutto il paese tranne la chiesa, crollò tutto tranne le statue dei santi, il paese venne ricostruito un poco avanti...la chiesa pure venne trasferita, ma le statue noo! Quelle i Chamulani non le volevano, tira e molla coi preti e le statue vennero ricollocate nelle nuova chiesa, i devoti gli mozzarono le mani per punizione, i preti scapparono!
Alla chiesa vecchia è rimasto il camposanto, i chamulani vengono tutt'ora inumati con: tortillas, acquavite e il loro cane preferito.
Entrare nella chiesa nuova è uno shock tremendo, non esistono foto, pena la morte, da mostrarvi (è successo due anni prima della mia prima visita, il solito pirla estrasse la canon e venne bastonato a morte), le statue dei santi monchi stanno ai lati, alcune con le facce verso il muro come ulteriore punizione per non avere esaudito desideri e preghiere; in terra paglia e foglie di mais, per asciugare la cera di candele bianche rosse o nere (avete capito chi si invochi qui, in caso di estremo bisogno), sangue di animali sacrificati e dei polsi tagliati ai malati, come purificazione ci si svena, ubriachi di pox (acquavite di mais che sembra kerosene), e si rutta, dopo abbondanti bevute di xxxx-cola! Sponsor ufficiale di Chamula!
Il disagio è quasi impossibile da sopportare, ma ci sono tornato l'anno successivo, a cavallo, accompagnato da un ragazzino di San Cristobal, sulla via del ritorno nei sobborghi di S.C. un signore mi disse che gli sarebbe piaciuto decapitarmi con l'ascia che aveva in mano (al galoppo, ronzino del cazzo!)
Nei Monti Azules, mentre attendevo di passare via fiume in Guatemala, ho visitato il sito archelogico di Bonampak, in territorio lacandone; strani personaggi i Lacantuns i maya più puri, quasi indistinguibili fra uomini e donne, vestono lunghe tuniche bianche e sono quasi estinti, ne sopravvivono circa 400, il venti per cento è portatore di gravi malformazioni a causa dei matrimoni tra consanguinei, rifiutano di mescolarsi con altre etnie, piuttosto che vivere miseri nelle loro terre, preferiscono suicidarsi facendo l'amore.
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