Ferrari, i nemici alle porte
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Scopriamo chi spinge per far uscire la rossa dal Mondiale: dopo le folli proposte di Mosley (motore unico e budget contingentato per alcuni) gli interessi del Cavallino per la F.1 potrebbero cambiare
Il presidente Ferrari Montezemolo e Max Mosley (Fia). Colombo
MILANO, 28 aprile 2009 - Tre punti in 4 gare non sono un bilancio esaltante, ma la Ferrari di questi tempi ha anche problemi che non riguardano solamente le macchine che corrono. Montezemolo, domenica a Sakhir, in qualità di presidente della Fota ha incontrato tutti i costruttori e ha avuto anche un lungo colloquio con Ecclestone. Obiettivo: evitare che i progetti folli di Mosley, tipo la F.1 col motore unico oppure quella sdoppiata con team dal budget libero contro altri dal budget contingentato a 33 milioni di euro, possano diventare realtà. La Ferrari, ma anche Renault, Bmw, Toyota, Mercedes, desiderano ardentemente una riduzione di costi, ma non hanno alcuna intenzione di seguire una strada che porterebbe la F.1 a livello di una qualsiasi GP2, in cui non c’è l’elemento essenziale che vogliono le grandi marche: la ricerca.
CONSIGLIO - Mosley, invece, già nel Consiglio Mondiale di Parigi di domani insisterà sulle sue proposte. Che attirerebbero, non c’è dubbio, nuovi team in F.1 (ripetiamo: team, non marche!) ma che allontanerebbero del tutto sia la Ferrari, sia le altre squadre che danno prestigio al campionato mondiale. Con conseguenze facilmente immaginabili in termini di introiti, diritti tv e altro.
BERNIE - Ecclestone, sul tema, è stato evasivo: "Bisogna vedere che cosa vuole davvero Mosley, il quale a volte se ne esce con proposte stravaganti. Ma sono sicuro che a breve ricompatteremo la F.1 senza altre divisioni". È un augurio, anche se la soluzione al problema potrebbe essere immediata, se si portasse Ecclestone nell’alveo Fota. A quel punto Mosley verrebbe messo in fuorigioco. Ma Max è una persona troppo astuta e intelligente per andare allo sbaraglio con soluzioni così dirompenti senza avere un secondo fine. Quale?
ELEZIONI - Può darsi che tutto sia ricollegabile alle elezioni per la presidenza Fia, in autunno, con Mosley che ha voglia di ricandidarsi, sapendo che Jean Todt sta alla porta, pronto a subentrargli. In uno scenario tanto nebuloso, la Ferrari è preoccupatissima del futuro di una disciplina nella quale è presente da sempre e dalla quale ha avuto gloria, denaro e ricadute tecnologiche sulla serie.
SCISSIONE - Montezemolo non ha voglia di scissioni ma potrebbe essere questa la sola via d’uscita, se la Ferrari non si vedesse garantiti i presupposti che da sempre la spingono a gareggiare in F.1. Paradossalmente — e questo è strano — i nemici della Ferrari oggi sono proprio Mosley ed Ecclestone, coloro che nei rispettivi ruoli le sono stati più vicini negli ultimi decenni, partendo dai tempi del Grande Vecchio. Ma gli anni passano, la gente cambia, gli scenari pure, in un sottile gioco di memorie, rivalse, compensazioni.
Pino Allievi
questa formula 1 si sta motgpizzando