Enigmi Le autorità britanniche hanno sempre trattato gli avvistamenti con grande serietà
Alieni, dischi volanti e luci sospette Londra svela i suoi segreti sugli Ufo
Negli Archivi Nazionali oltre quindici anni di indagini della Difesa
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Il disegno realizzato dal presunto testimone di un avvistamento diffuso ieri dagli Archivi Nazionali britannici (Afp)
Il disegno realizzato dal presunto testimone di un avvistamento diffuso ieri dagli Archivi Nazionali britannici (Afp)
LONDRA — Rossi, blu, gialli. E ovali, triangolari, panciuti, sottili, acuminati. Nei cieli inglesi il traffico di Ufo, negli anni Ottanta e Novanta, era da esodo estivo. Allucinazioni? O gli alieni giocavano a nascondino? Il ministero della Difesa britannico ha una sezione che si occupa di dischi volanti o cose del genere. E conserva tonnellate di denunce, rapporti, indagini (persino della mitica Royal Air Force, la Raf) su incontri ravvicinati del terzo tipo avvenuti qua e là nel Regno Unito, fra il 1980 e il 1996. Una bella parte di questo «tesoro» ieri è stata liberata dal segreto e regalata agli Archivi Nazionali. Tutto si può dire ma su un particolare non c'è da discutere: Londra ha sempre preso la questione molto sul serio. A cominciare dal cosiddetto incidente nella foresta di Rendlesham. La mattina del 27 dicembre 1980 due guardie della base aerea di Woodbridge nel Suffolk, all'epoca usata dagli americani, videro «bagliori inusuali» al di là della recinzione posteriore. Chiesero l'autorizzazione per compiere una perlustrazione e scoprirono un «oggetto incandescente, approssimativamente di due metri per tre» che «illuminava la foresta». Provarono ad avvicinarsi ma il misterioso oggetto «manovrò tra gli alberi e scomparve».
Nel suo rapporto del 13 gennaio 1981, spedito anche al governo britannico, il colonnello statunitense Charles Halt indicò altri particolari: che l'area era stata contaminata da raggi beta-gamma; che la notte successiva era ricomparsa una «luce rossa pulsante» e si era allontanata nel cielo. A Londra il ministero della Difesa si occupò della storia con il massimo della serietà. Ma non ne venne a capo: fantasie o alieni? I bagliori della foresta nel Suffolk diventarono un caso nazionale che, si sa ora, entrò nella stanze del governo di Margaret Thatcher. Il segretario della Difesa, ovvero il ministro Michael Heseltine, optò per la prima ipotesi (fantasie). Ma Lord Hill-Norton, capo delle forze armate lo ammonì per iscritto il primo maggio del 1985: «Ignorare gli avvistamenti può essere un banana skin (un passo falso)». Lui ci credeva. Ed era pure in buona compagnia. Di piloti Raf colpiti da sindrome da Ufo ve ne erano parecchi. Addirittura, qualche tempo dopo, il 31 marzo 1993, sir Anthony Bagnall, numero due del comando aereo, trovò sulla scrivania un memorandum: dalle parti della base Raf di Wolverhampton, la «difesa aerea britannica» era stata bucata da almeno una trentina di «oggetti luminosi» non identificati. La verità scientifica era questa: quei bagliori erano i riflessi del razzo russo che aveva portato in orbita il satellite Cosmos. Non si comprese invece che cosa fossero stati i puntini intercettati nei cieli del Belgio e inseguiti, inutilmente, dagli F-16 dell'aeronautica militare di Bruxelles (come spiegò il generale Wilfried de Brouwer ai colleghi di Londra). Gli alieni ci osservano? Tutto può essere. Ma dagli archivi escono due certezze. La prima: nel 1993 i londinesi furono abbagliati da un dirigibile. Pensarono che fossero arrivati gli Ufo, era invece la pubblicità di una macchina. La seconda: nel 1996 gli avvistamenti si moltiplicarono. Traffico intenso nel cielo. Ma, guarda caso, era appena cominciata la serie televisiva «X-Files» e nei cinema era sbarcata la pellicola «Independence day». Che fosse suggestione?
Fabio Cavalera
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