La sostanza è pericolosa per l'ambiente e per l'uomo. Nel caso lo strumento vada in frantumi, il metallo liquido va raccolto e portato in farmacia
Dal 3 aprile 2009 «condannato» alla pensione da una direttiva europea sul mercurio In vendita solo i nuovi modelli elettronici
Vecchi termometri al mercurio, addio. L'Italia ha recentemente recepito una direttiva europea che mette al bando i vecchi misuratori della temperatura e della pressione che funzionano con la colonnina di mercurio. A partire da venerdì 3 aprile sarà quindi fuorilegge la vendita di apparecchiature medicali e di termometri d'ambiente che funzionano con il metallo liquido.
Chi li ha in casa farà bene a conservare con cura il proprio termometro: diverrà un oggetto da antiquariato. Il motivo che sta alla base della direttiva comunitaria è la tossicità del mercurio, un elemento che, se disperso nell'ambiente, può creare gravi danni alla natura e all'uomo. Importante quindi non rompere il bastoncino di vetro e se accade raccogliere il mercurio in un barattolino di vetro e portarlo in farmacia per permetterne il corretto smaltimento.
Non sarà necessario gettare il caro vecchio termometro, basterà sapere che in caso di rottura il liquido va trattato nel modo più appropriato.
Lo spiega bene Giovanni Gasparetto, responsabile dell'Osservatorio rifiuti di Arpav Veneto (l'agenzia regionale per l'ambiente), che dice: «È l'evaporazione del mercurio che comporta diversi problemi per chi ne respira i vapori. Infatti essendo un metallo che si solidifica solamente a meno 28 gradi, si trova in forma liquida e ha una tendenza importante all'evaporazione». Gasparetto aggiunge: «Respirarne i fumi può dare problemi neurologici,cardiovascolari ed è per questo importante non "sniffarlo" perché all'uomo può creare danni anche ai reni, al cervello o forti irritazioni cutanee».
Attenzione quindi a raccogliere tutte le palline argentate che fuoriescono dal termometro quando si rompe, e metterle in un contenitore di vetro con dell'acqua fredda: «In questo modo», spiega Gasparetto, «quando si apre il barattolino per lo smaltimento si evita la fuoriuscita di vapore tossico. Non è infatti pericoloso toccarlo con le mani, ma piuttosto bisogna evitare di respirare i fumi che scaturiscono dal suo surriscaldamento ed evitare il più possibile la frammentazione delle particelle». Non usate quindi l'aspirapolvere per raccoglierlo, quanto piuttosto una calamita, e non gettarlo in alcun caso nel lavandino.
«Il mercurio è una sostanza inquinante che, se sparsa nell'ambiente e non trattata nel modo corretto, è molto pericolosa e può avere effetti dannosi sull'uomo», prosegue Giancarlo Cunego, direttore di Arpav Verona, «potrebbe finire per contaminare l'acqua e gli animali di cui ci nutriamo».
Il mercurio nella sua forma più tossica si chiama metilmercurio, e la pericolosità sta proprio nella sua forma «volatile», mentre se si trova sotto forma di sali, come ad esempio il solfuro di mercurio, spiega il tecnico di Arpav regionale, non è pericoloso e per questo viene utilizzato per diversi scopi industriali come ad esempio le tinteggiature.
Alcune attività umane scaricano però mercurio direttamente nel terreno o nell'acqua, per esempio l'applicazione dei fertilizzanti agricoli e lo scarico di acque reflue industriali. Il mercurio non si trova naturalmente nelle derrate alimentari, ma può diffondersi negli alimenti in quanto può essere disperso all'interno del ciclo alimentare da organismi più piccoli che sono consumati dagli esseri umani, per esempio attraverso i pesci.
La concentrazione di mercurio nei pesci solitamente supera notevolmente la concentrazione nell'acqua in cui vivono. Anche i prodotti di allevamento del bestiame possono contenere elevate quantità di mercurio se lo ingeriscono attraverso mangimi trattati con pesticidi. Insomma, forse non sarà un termometro rotto a condannare il Pianeta, o l'uomo a gravi malattie, ma un pò di accortezza da parte di tutti potrà evitare di aggravare la salute già cagionevole della Terra.
_________________ METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO
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