La Honda ha un pilota di troppo
La dirigenza della HRC ostenta sicurezza ma la situazione non è per nulla semplice: il caso Dovizioso (nella foto) è un problema grosso, e sembra difficile trovare una soluzione che possa accontentare tutti. La matassa verrà certamente sbrogliata, ma in questo momento non si capisce come. E non è un azzardo affermare che la faccenda potrebbe finire in tribunale, con un dispendio di denaro di non lieve entità.
Il caso è più che mai complicato. Nonostante da più parti lo si dia per sicuro partente dal Team HRC, nella realtà dei fatti lui ha – legalmente – la possibilità di non muoversi. Infatti non vuole farlo. Un bel problema, perché la Honda non può permettersi tre piloti nel team ufficiale ma di fatto li ha. Il problema è nato dall’avere ingaggiato Casey Stoner senza aspettare il raggiungimento della data (la fine di luglio) in cui i piloti attuali avrebbero potuto sfruttare le rispettive opzioni.
Daniel Pedrosa è l’uomo della Repsol, quindi non si tocca. Andrea Dovizioso, che in quel periodo era nelle prime tre posizioni, ha fatto valere l’opzione che gli ha permesso di rinnovare automaticamente il contratto con la Honda. Ma il suo contratto riguarda la squadra interna, non un team Honda in generale, e lui quindi vuole restare al suo posto.
Quando è stato annunciato l’accordo tra Stoner e la Honda eravamo all’inizio di luglio. In quel periodo la Honda stava attendendo una risposta dalla Red Bull, considerata la soluzione per poter creare quel superteam allargato (cioè tre piloti ufficiali). Ma la Red Bull ha gentilmente declinato l’invito e la HRC si è ritrovata nei guai. Cioè con un problema di sovrabbondanza di piloti ma anche di carenza di budget.
La strada che si sta cercando di percorrere adesso consiste nello spostamento di Dovizioso in una squadra satellite – cioè nel team Gresini – e la HRC si dice disposta a costruire e seguire ben quattro RCV ufficiali visto che una è da destinare a Marco Simoncelli. Per la Honda questa non è una prassi anomala: Sete Gibernau beneficiò del materiale ufficiale quando corse col Team Gresini nel 2004 e 2005, per non parlare di Daijiro Kato che era nel Team Gresini ma di fatto era un dipendente della Honda.
Ma Dovizioso sa bene che i tempi sono cambiati e solo le moto del team sponsorizzato dalla Repsol beneficiano del massimo sviluppo possibile; le altre, pur se molto valide, non mantengono mai il livello di quelle affidate alla squadra interna. Solo le RCV del Team Repsol possono essere sviliuppate, e modificate, in ogni momento della stagione. Alle altre RCV solo gli aggiornamenti. Andrea Dovizioso vuole continuare a beneficiare di questo trattamento: ne ha diritto, in quanto protetto da un contratto. E poi il forlivese ha dedicato la sua intera carriera alla Honda: è rimasto con la Casa giapponese anche quando avrebbe fatto meglio a passare all’Aprilia e da due anni porta avanti lo sviluppo della RCV che in questi ultimi mesi è migliorata tantissimo. Se nel 2011 la RCV sarà in grado di puntare al titolo, lo si dovrà anche al suo lavoro. E lui non ha nessuna voglia di interromperlo proprio sul più bello.
Paradossalmente, la Honda potrebbe essere obbligata a spostare Casey Stoner nel team Gresini – sempre con un trattamento da ufficiale – ma è un’ipotesi impensabile. La Honda può usare la forza, e spostare Dovizioso autonomamente, escludendolo dal team interno, ma a quel punto dovrebbe pagare una penale, e bisognerebbe andare davanti ad un giudice. Insomma, bisognerebbe combinare un pasticcio ancora più grosso di quello in cui lei stessa si è ficcata.
_________________ Lo Zio Tazio
"Io vi daró tutto ... basta che non domandiate nulla!"
|