Rossi su Stoner e Lorenzo
"Pronti a sbranarmi, è giusto"
Vale: "Mi piace dicano di me ciò che pensano: io per loro sono un bersaglio, esattamente come lo era Biaggi per me. Quando due lottano per lo stesso obiettivo, l'odio è naturale". Poi sulla Ducati: "Voglio provare sensazioni nuove" e le regole ideali: "4 tempi, 1.000 cc con meno elettronica e 17 mila giri al massimo"
MILANO, 30 settembre 2010 - Valentino Rossi e le sue verità, sull'incidente al Mugello, le parole dei suoi colleghi, il passaggio alla Ducati e le regole per la sua MotoGP ideale. Lo fa sulla rivista GQ e riesce, una volta di più, a non essere banale.
stoner e lorenzo — Cominciamo con i rivali in pista. "Quando sei ferito e cominci a perdere sangue, i più giovani si sentono immediatamente più forti e pensano di poterti sbranare: è come nella giungla. Però mi piace. È giusto così. All'inizio, Lorenzo, come Stoner, diceva: 'Ah, Valentino era il mio eroe, quando ero piccolo, ma non è vero. Sono tutte palle. Io sono solo un ostacolo, un bersaglio. Come Biaggi lo era per me. Quando due persone lottano per lo stesso obiettivo, è normale che si odino a vicenda. Chi lo nega, mente. Non dico un odio omicida, ma violento sì. Perciò mi fa piacere che Stoner e Lorenzo dicano veramente quello che pensano di me. Perché è la verità". Poi sugli auguri di pronta guarigione di Lorenzo davanti alle telecamere : "Che falso". E ancora sulla solidità psicologica: "Lorenzo più forte, psicologicamente, di Biaggi e Gibernau? I miei rivali di adesso, soprattutto Lorenzo, Pedrosa e Stoner, sono di una nuova generazione e sono più veloci di Sete e Max. Non ho dubbi su questo. Fra i tre, Lorenzo mi pare il più equilibrato".
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la ducati — Rossi passa poi a spiegare cosa lo spinge a lasciare la Yamaha per approdare in Ducati: "La Ducati è italiana, come me. Se volessi inseguire il record di Agostini, resterei con la Yamaha, perché sarebbe più facile. Di certo, il movente non è il denaro, perché alla Ducati mi daranno esattamente quello che avrei preso alla Yamaha. Non ho mai scelto la moto con cui correre sulla base dei soldi. La Yamaha mi aveva fatto un'offerta. Io sono andato alla Ducati e ho detto: 'Vi va bene questa cifra?'. Loro hanno risposto di sì, e la questione si è risolta. È stato facile. È più, c'è la voglia di provare sensazioni nuove, a spingermi".
Rossi precede Lorenzo e Stroner al Montmelò 2009. Afp
Rossi precede Lorenzo e Stroner al Montmelò 2009. Afp
nuove regole — Se potesse inventare un nuovo campionato motociclistico, invece, ecco che regole applicherebbe Valentino: "Il numero giusto di concorrenti sarebbe 24 o 26. Io, poi, terrei i quattro tempi, perché se è vero che a tutti piacciono le 500 due tempi, il mondo ormai viaggia con il quattro tempi, purtroppo. Credo che la cilindrata giusta sia 1000 cc, non 800 cc; con un limite di 16.000-17.000 giri al minuto, e non di 19.000 come adesso, in modo che le moto non possano arrivare a 360 km/h. Secondo me, 320 km/h possono bastare". Bisognerebbe poi togliere molta elettronica: "Si potrebbe tenere un po' di controllo sulla trazione, perché le moto sarebbero potentissime, ma io vorrei un quarto dell'elettronica che usiamo adesso. Ora noi possiamo impostare la potenza, il gas e il controllo di trazione a ogni curva, per ogni marcia. La moto sa esattamente dove si trova, sulla pista, e quindi sfruttando l'elettronica puoi adattarla in modo che percorra ogni curva alla perfezione. Il controllo di trazione lo terrei, ma dovrebbe essere fisso, non adattabile a ogni tipo di curva. E niente controllo anti-impennata, niente controllo in frenata: così vedremmo grandi derapate in zona di frenata e gare più combattute. E per i pneumatici? Massima apertura. La concorrenza tra i diversi produttori è positiva".
Gasport