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Ezpeleta: «Costruiremo i campioni per battere gli italiani»
EX PILOTA Carmelo Ezpeleta, 58 anni, ha partecipato da giovane a Related Topics
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gare amatoriali sia con le auto sia con le moto (Milagro)
MOTO Parla il grande capo della Dorna
«Ce ne sono troppi, porteremo 4 giovani a scuola da Puig. Le regole in caso di pioggia? Abbiamo cercato di accontentare tutti» «Aiuteremo i piccoli team a trovare sponsor. Il GP negli Usa sarà un successo: sono già stati venduti 35.000 biglietti e non si trova più una camera d'albergo»
Carmelo Ezpeleta è una persona fortunata e non perché, come ama dire lui, fa «il lavoro che è sempre stata una passione». No, il numero uno della Dorna, la società che organizza il Motomondiale, ha invece il privilegio di gestire uno sport in grande crescita, che suscita emozioni in ogni angolo della terra e, soprattutto, che può contare sul personaggio che tutti vorrebbero. Quel Valentino Rossi che Bernie Ecclestone, il grande manovratore della Formula 1, non è ancora riuscito a carpire, anche se le tentazioni sono sempre fortissime. Per il momento, però, Rossi è l'attrazione principale di questo campionato e il manager spagnolo non fa niente per nascondere la realtà. In fondo un po' di merito per questa situazione l'ha anche lui che ha guidato dietro le quinte una svolta (i 4 tempi) importante per la crescita del campionato. Ezpeleta lo sa e se ne compiace. «Il bilancio 2004 è sicuramente ottimo. Quello passato è stato un anno fantastico, sotto il profilo dello spettacolo in pista, della risposta del pubblico, della copertura televisiva, entrambi in crescita. Non si può che essere ottimisti, anche se bisogna essere consapevoli che non è mai sufficiente». - E quello che scatta il 10 aprile che campionato sarà? «Continuerà lo stesso spettacolo. Lo scorso anno qualcuno poteva pensare che la Yamaha con Valentino avrebbe potuto vincere, adesso tutti sanno che potrà continuare a farlo. Ma proprio per questo gli avversari cercheranno di essere ancora più competitivi». - Tutto rose e fiori? «No, c'è il problema dei piccoli team, che hanno sempre più difficoltà economiche. In questo senso va la decisione di concentrare le prove al sabato. In questo modo può esserci più interesse della tv: il nostro impegno è di garantire anche ai piccoli qualche minuto di visibilità per riuscire a trovare sponsor». - Forse il problema è che i costi iniziano a crescere troppo e lo schieramento si assottiglia. Occorre una diversa politica delle Case? «Le moto ufficiali costano un sacco di soldi. Per questo la WCM ha preferito una strada diversa per costruire il proprio motore. Per questo il Team D'Antin non sa se potrà fare più di una moto con la Ducati e Kenny Roberts fa fatica a far crescere la KTM. Il nostro impegno è cercare di portare qualche sponsor ai team minori, come avviene in F.1. Ci stiamo provando». - Una accusa a questo campionato è la limitata internazionalità dello schieramento. «In pista, è vero, ci sono troppi spagnoli e italiani. Ma stiamo facendo qualcosa per questo. La Dorna finanzia completamente con 1 milione di euro il progetto MotoGP Academy. Siamo andati a cercare 4 giovani in Paesi importanti come Germania, Inghilterra, Olanda e Francia. Li porteremo a vivere a Barcellona, al centro olimpico, e li faremo preparare da Puig seguendo lo stesso programma che ha fatto sbocciare Daniel Pedrosa (campione del mondo 125 e 250; n.d.r.). Tre li abbiamo già individuati: 2 inglesi e un tedesco. - Finalmente è riuscito a coronare il sogno di correre negli Stati Uniti, un mercato chiave. «Lo faremo il 19 giugno a Laguna Seca e credo che sarà un successo. Sono stati già venduti 35 mila biglietti e non si trova più una camera nel raggio di 50 chilometri. Quanto ai lavori, stanno andando avanti bene. Sarà una pista sicura, anche se non ancora con gli standard europei. Ma i piloti mi devono aiutare e capire che è importante correre in quel Paese». - Si va anche in Cina. «Importante anche questo. Sono andato a firmare il contratto e ho trovato a Shanghai un circuito impressionante. Credo che non avremo problemi logistici: di solito siamo noi a fare il rodaggio e risolvere i problemi per la F.1, questa volta è toccato a loro». - A proposito di sicurezza arriva la regola della gara senza interruzioni anche in caso di pioggia: i piloti non sono contenti... «Non possono essere tutti soddisfatti. Le Case volevano interrompere la corsa, i piloti cambiare la moto e non solo le gomme. Tutto può avere pregi e difetti. Per esempio, cambiando completamente il mezzo, sali su una moto fredda, che non conosci. Dico che così abbiamo cercato di accontentare tutti». Filippo Falsaperla
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