DA MOTOPRESS
e forse l'avete già letto.. va bè..
QUEST'ANNO TIFO MAX
Cosa volete farci, ho sempre tifato per quelli che partono svantaggiati sulla carta. Da piccolo mi affezionavo agli eroi dei fumetti solo quando si trattava di soggetti particolarmente paranoici e complessati, altrimenti assumevo un atteggiamento solidale nei confronti degli antagonisti.
Se vedevo per strada un bambino vessato da bulli forti del numero e di qualche anno in più, mi lanciavo in mezzo per assumerne le difese, salvo finire il più delle volte per dividere con la vittima la razione di botte.
Non era per manìa di protagonismo né per una bislacca autoinvestitura a giustiziere. Solo perché nella schiera dei più fragili mi trovo decisamente a mio agio. Vivere un'intera vita da vincenti non fa per me, si rischia di non saper assaporare con la stessa intensità le soddisfazioni, di non ritrovare il giusto metro dei valori. Nella schiera degli sfigati sono a mio agio, ben più che dall'altra parte della staccionata. Vivere ogni sfida con i favori del pronostico non mi si addice, certamente non mi riserverebbe lo stesso piacere di giocarmela senza nulla da perdere.
E' per questo che stavolta tifo Max.
Valentino continua ad ispirarmi simpatia, ci mancherebbe. Ma le sue dichiarazioni nei confronti del romano, per quanto pepate di una spavalderia giocherellona, assumono sempre più i connotati delle dichiarazioni di un vincente consapevole e spregiudicato. «Voglio vedere cosa si inventerà quest'anno Biaggi se perde». Occhio a non vendere la pelle dell'orso prima di averlo steso. Potrebbe essere Max stavolta a conquistare quella pelle, e ad usarla per lustrare la carena della sua RC211V ufficiale, versione 2005.
E dire che proprio quest'anno Biaggi ne avrebbe per insistere sul vittimismo. Un incidente come quello subito a novembre, con l'astragalo che cede... No, non è come pensavo un qualche strumento per vedere meglio le stelle (benché in senso figurato...) né una particolare congiunzione sfavorevole di Saturno nel Cancro... Stiamo parlando di un piccolo ossicino del piede sinistro, uno di quelli di cui solitamente ignoriamo il nome e l'esistenza.
Max ne avrebbe di motivi per inneggiare alla sfiga. Poteva mandare al diavolo la sorte e chiudere a quasi 34 anni capitolo e libro della sua brillante carriera nel Motomondiale. Ma il quattro volte iridato non ha voluto sottrarsi al gioco. Si è rialzato, forte della sopravvenuta fiducia del team Honda ufficiale, non ha mollato nei durissimi mesi della riabilitazione e si è presentato con uno stivale speciale e la grinta di sempre all'appuntamento con i test invernali.
Perché Max quella vecchia promessa vuole saldarla: «Se mi danno una moto ufficiale ce la posso fare». Vuole vincere il suo primo mondiale nella classe motogp, per dimostrare ai critici che l'era Valentino non ha oscurato la sua stella.
E' un eroe sfigato, Max. Ferito e complessato come quelli dei fumetti che divoravo da ragazzino. Quegli eroi che sembravano tentennare, incespicare ed esitare sotto i colpi di un destino avverso, ma poi sfoderavano sempre una forza d'animo tale da condurli fino in fondo alla propria missione. E alla fine, la loro sfida con se stessi prima che con gli avversari e con la vita, la vincevano. Perché è l'umiltà e non la spavalderia che fa il campione. E Biaggi con le motivazioni ha ritrovato anche l'umiltà dell'eroe deciso a spuntarla.
Suerte, Max: stavolta puoi farcela.
[14/02/2005]
A cura di
Carlo Baldi