Il parere dell´esperto, 22/02/05
La scorsa settimana Mick Doohan era a Phillip Island, nella sua Australia natale per assistere alle prime azioni in pista della MotoGP e per parlare con il Ministro del Turismo di Victoria, John Pandazopoulos (nella foto) dei progetti che riguardano le prossime prove australiane del Motomondiale.
Mentre molti team ufficiali continuavano i programmi di test di preparazione al Campionato del Mondo 2005, Doohan ha dato un’occhiata alle azioni in pista e ha commentato alcuni dei temi più scottanti dell’inverno.
Per prima cosa ha parlato dei progressi del connazionale Troy Bayliss, che ha faticato ad adattarsi al nuovo team, il Camel Honda e alla RC211V. Si dice in giro che potrebbe decidere di ritirarsi se non riuscisse ad adattare la moto al suo stile di guida.
“Ho letto qualcosa di lui, ma non so fino a che punto credergli quando sostiene di essere troppo vecchio per cambiare il suo stile di guida Non gli credo affatto. Se io sono riuscito a cambiare il modo di guidare dopo il mio incidente, credo che lui possa modificare il suo stile”, sono le parole di Doohan, che fa riferimento all’incidente del 1992 che gli negò la possibilità di contendere il titolo a Wayne Rainey per essersi perso molte gare a causa di una gamba fratturata.
“I Credo che sia solamente questione di mettersi lì e lavorarci sopra. È senza dubbio un pilota molto veloce, ma deve riuscire ad abituarsi alla moto o di adattarla alle sua esigenze. È ancora presto, ma è un pilota veloce e posso immaginarlo solamente migliorando di volta in volta”.
“In un giornale australiano ho letto che aveva già pensato di ritirarsi, ma non ne capisco il perché. È solo questione di prendersela con calma e di non precipitarsi”.
“Ho guidato la quattro tempi solamente un paio di volte, ma l’evoluzione che ho fatto della 500 di Wayne Gardner ha reso la moto più maneggevole, più guidabile, e questo a sua volta ha reso più semplice per tutti guidare la 500”.
“Con la RCV è stata messa in atto la stessa filosofia, quindi immagino che la moto si comporti in modo completamente diverso da quella a cui Troy era abituato. Deve solo cercare di adattarsi, magari rallentando un po’ per poter in seguito andare più veloce”.
“Credo che tutte queste moto abbiamo una forza e una potenza enormi, quindi sono tutte abbastanza docili da guidare, ma credo che la Honda abbia trovato un motore più dolce e più maneggevole. Non so fino a che punto questo sia un aspetto positiva perché a volte le Honda sono fin troppo docili”.
“Forse bisogna cambiare un po’ la gestione della potenza per un pilota come Troy. So che alla fabbrica piace concentrarsi molto su quello che io chiamo un ‘motore elettrico’, specialmente con le quattro tempi, che hanno una curva della coppia piatta e forse è proprio questo a cui Troy non è abituato”.
“Forse ha bisogno di una moto che sia docile a bassi regimi e che sfoderi l’aggressività quando apre il gas. Ma come ho già detto, non ho avuto occasione di parlare con lui, quindi mi potrei sbagliare. Credo che sia quello di cui abbia bisogno e spero che lo ottenga presto perché non credo che sia troppo difficile”.
Doohan inoltre ha detto la sua sulla decisione da parte dell’HRC di appoggiare il suo vecchio avversario Max Biaggi, nel box Repsol Honda, indicando Sete Gibernau come il suo preferito.
“Non credo che Max sia il pilota adatto a seguire lo sviluppo della moto. Lo rispetto, ma credo che sia un po’ troppo preciso per far evolvere una moto che deve essere guidata in molteplici condizioni”.
“Se fossi io la Honda, vista la scorsa stagione mi concentrerei su Gibernau per lo sviluppo. Al momento, è il pilota Honda numero uno”.
“È molto difficile trovare un pilota come Wayne Rainey, Kevin Schwantz, Eddie Lawson o anche come me, che può lavorare con una squadra e fare in modo che vada tutto bene. Oggi come oggi, c’è solamente un pilota che ci riesce: Valentino”.
Doohan ha confermato anche che il suo compito con l’HRC è terminato, ma ha aggiunto che continuerà a collaborare con il costruttore nipponico in modo informale. “L’anno scorso non ho quasi lavorato con la Honda perché volevo tornare qui (in Australia), ma la nostra collaborazione in questi anni è stata splendida. In realtà adesso non stavo facendo niente di buono lì e l’unica cosa che potevo fare era portare il caffè a chi lavorava!!”.
“Eravamo arrivati a una situazione che non era vantaggiosa per me e non era vantaggiosa per loro. Se devi andare a metà delle gare del calendario, puoi anche non andare a nessuna. Ho intenzione di andare a vedere da quattro a sei gare questa stagione e il rapporto che mi unisce all’Honda non è cambiato, l’unica cosa che manca è il contratto!”
come dargli torto ???!!! secondo me ha fatto un'analisi molto veritiera
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