dalla gazzetta dello sport
Rossi, un pezzo di titolo già in tasca
Tre gare, due vittorie e un secondo posto: con una Yamaha che al momento è inferiore alla Honda La pioggia lo aiuta, ma gli altri si sciolgono. Gibernau ko causa gomma, l'enigma Biaggi
segue dalla prima La Cina alluvionata domenica ha regalato al mondo una vittoria chiara di Rossi, nel momento forse più difficile della sua carriera in MotoGP. Era seriamente convinto, il pesarese, di dover fare una gara in difesa, cercando di tamponare il predominio Honda che, in questa prima parte del campionato, sembra abbastanza chiaro. Era pronto a lottare e quando ha capito che la giornata sarebbe stata bagnatissima ha cercato di trovare un alleato nella pioggia. Qualche buon indizio lo aveva avuto nel warm up della mattina, quando aveva cercato tarature più adeguate per la forcella. Niente di stravolgente: quando piove si ammorbidisce sempre il comportamento delle sospensioni, lui ha chiesto di farlo un po' meno del solito per cercare il salto in avanti. La molla, però, era vedere il gran ritmo di Sete Gibernau, formidabile in prova e poi imprendibile anche alla domenica mattina. Lo spagnolo è uno specialista dell'acqua, aveva dentro una gran voglia di rifarsi dopo due prove per situazioni differenti maledette. Avrebbe sicuramente provato a scappare Gibernau e questo non lo poteva permettere. Così, mentre alla prima curva il razzo spagnolo andava largo e vedeva sfilare i primi, Valentino entrava come un diavolo, andando a superare avversari a grappoli per agganciarsi ad un generoso e velocissimo (ma sfortunato: ha rotto la sua Suzuki) Kenny Roberts, allungando con una guida pulitissima, impeccabile in un ambiente che gli è sempre stato nemico. Fuori Roberts è stata una cavalcata trionfale, che gli ha dato il tempo di pensare: dove sono finiti gli altri? I maghi della pioggia, i dominatori delle prove, gli avversari annunciati ma mai sbocciati. È stato fortunato, Valentino, perché sull'asciutto (ma la sorpresa con lui è sempre dietro la porta) non sarebbe andata allo stesso modo. Troppa differenza tecnica in questo momento. Però la fortuna aiuta gli audaci e soprattutto i campioni. Ancora di più quando gli avversari non sono capaci di cogliere i momenti di difficoltà. La Honda quest'anno ha fatto il suo dovere, mettendo in pista una moto mediamente più efficace della nuova Yamaha M1, eppure, per un motivo o per l'altro, dopo tre gare Rossi si trova proiettato in testa al Mondiale, senza che all'orizzonte si veda l'avversario capace di metterlo alle corde. Se lo si vuole battere, prima occorre stringerlo alle corde: è successo in prova, ma poi in gara la concretezza del campione ha stravolto gli equilibri tecnici. Gibernau domenica non è riuscito nemmeno a fargli il solletico. Doveva attaccare e si è dovuto difendere perfino dal compagno Marco Melandri, che lo ha passato senza troppi complimenti togliendogli anche il podio. «Al mattino andava tutto benissimo - ha spiegato lo spagnolo - poi per la gara la Michelin ci ha detto di montare una gomma che non avevo mai usato e fin dal primo giro non riuscivo a guidare, la moto era irriconoscibile. Saltava in modo impressionante e la telemetria lo dimostra». La Casa francese rimanda al mittente l'accusa dopo aver esaminato visivamente la copertura incriminata: «Da quello che abbiamo potuto vedere non ci sono stranezze», ha detto a fine gara il responsabile della Michelin, Nicolas Goubert. Così, dopo tre gare il primo inseguitore diventa Melandri, il nuovo Melandri, concreto ed efficace, bravo a non perdere la testa in una situazione difficile (al mattino non aveva fatto praticamente il warm up per un problema con la visiera del casco e ad inizio gara non si fidava dell'asfalto bagnato) risalendo dal 9° al 3° posto. Il ragazzo di Ravenna per il momento non spaventa Rossi, è normale, ma potrebbe essere l'uomo giusto per dare sale a questo Mondiale schiacciato dalla concretezza di Rossi. Per il momento Valentino ride e scherza da amico, ma solo perché Marco non lo preoccupa. E lui è pronto a fare lo scherzetto: «Vediamo alla prossima gara se ci sarà l'asciutto...». Non è un caso: Le Mans, tra due domeniche, è la pista nera di Rossi, una alleata per i suoi avversari.Che per il momento arrancano. Non può preoccuparlo Olivier Jacque, 7 mesi da pensionato e fantastico secondo al rientro da sostituto sulla Kawasaki. Potrebbe, ma non lo fa, Max Biaggi (5°), sempre più chiuso in un labirinto tecnico da cui per ora non si vede come potrà uscire. Ha raccolto una battuta d'arresto (11°) Alex Barros, penalizzato per partenza anticipata dopo che la sua Honda al via si è mossa all'inserimento della marcia. Sembra complicarsi sempre di più la vita la Ducati, che ha portato al traguardo solo Loris Capirossi, 12° e incredibilmente in silenzio stampa («Avevo una gomma posteriore morbida»). Troppo poco per un Valentino Rossi così. Già... Filippo Falsaperla