A Caval Donato, non si guarda in bocca
L'origine di questo proverbio è assai curiosa...
Il geometra Donato Caval, nato a Cavàrzere ma residente a San Donà di Piave, fin da bambino aveva sempre avuto una dentatura perfetta. Merito del fluoro? Merito del chewing gum? Merito dei ceffoni rifilatigli dal padre, che gli avevano raddrizzato quei pochi denti che erano lievemente disallineati? Probabilmente furono questi ultimi, perché Donato non si lavava i denti e non masticava chewing gum.
A 26 anni quel prodigio di madre natura cominciò a dare segni di cedimento: si procurò la prima carie ed ebbe un posto da geometra. Fu così fissato l’appuntamento dal dentista, mentre per il secondo inconveniente non fu trovato un rimedio adatto.
Appena vide la poltrona coi trapani allineati sopra, Donato fu preso dal panico. Il dentista, nell’arduo tentativo di tenerlo fermo, ricorse anche all’opera di un’infermiera tettona, che per tenergli aperte le mascelle si piegò su di lui fin quasi a soffocarlo. Si contava anche sull’effetto anestetico delle prosperose protuberanze, che emanavano un profumo antistupro studiato per far svenire chi si avvicinava a meno di 20 centimetri.
Ma anche questo espediente non ebbe successo: il paziente recalcitrava e dava strattoni tali da trasformare il trapano in un’arma letale. Letale soprattutto per le rotondità dell’infermiera, che rischiava di essere proiettata sul soffitto a causa dell’improvvisa perdita di pressione delle sue sfere non del tutto naturali.
Ci vollero quattro robusti assistenti per immobilizzarlo e tenergli la bocca aperta. Lo spazio di manovra lasciato libero dai quattro energumeni non era sufficiente nemmeno a infilarci la testa. Il dentista dovette quindi arrangiarsi, giostrando con un ingegnoso sistema di specchi e specchietti, per mettere le mani nel cavo orale.
L’otturazione riuscì perfettamente, e fu il primo caso al mondo di cure dentistiche prestate senza guardare direttamente nella bocca del paziente.
Questo episodio divenne ben presto leggendario a San Donà e la sua fama non tardò a dilagare in tutto il Veneto, poi nel resto d’Italia e infine nel mondo intero, divenendo proverbiale.
biobio
alfiere in H6 che mangia caval Donato
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