Due anni fa era “finito”: voleva aprire una pizzeria
di MARCO MASETTI
ISTANBUL - Sono tre gli italiani che corrono nel mondiale e, dopo tre gare, i nostri hanno una vittoria ciascuno. Tre storie diverse, perché in questo sport raramente si vedono copioni già visti e ogni gara fa storia a se, però, dopo Capirossi a Jerez, Rossi a Doha, a Istanbul è stata la volta di Marco Melandri. Una vittoria splendida, forse la più bella della sua carriera, nata da un quattordicesimo tempo in prova, trasformato con una serie di sorpassi in un sesto al termine del primo giro e coronata con un sorpasso da manuale ai danni di Casey Stoner, proprio in vista del traguardo. Superiorità indiscutibile dei nostri piloti, gelidi come computer quando c’è da ragionare e caldi come un latino sa esserlo quando c’è da inventare qualcosa. Ma nella vittoria di ieri c’è anche lo stato di grazia della Honda che piazza tre piloti sul podio (Melandri, Stoner e Hayden) e della Michelin che invece mette cinque piloti ai primi cinque posti del GP turco. Agli altri restano le briciole, soprattutto per Rossi e la Ducati. Non era giornata per loro e lo si è visto; però adesso Capirossi, seppure per un punto, non è più leader del mondiale, mentre le Honda hanno tre moto nei primi quattro e Pedrosa (tolto di scena da una caduta a fine gara quando era terzo) in sesta piazza davanti a Toni Elias. Tutti in sella alla cinque cilindri di Tokyo, tutti giovani e in gran forma.
Marco Melandri sorride, non vede l’ora di festeggiare , soprattutto con la sua squadra, quella dell’ex pilota Fausto Gresini che ha letteralmente rischiato l’infarto per l’emozione. Non è un caso che il ravennate sia felicissimo, ha vinto una gara da incorniciare.
Ma è giusto dire che si è trattato della vittoria più bella? E che il suo campionato ha cambiato faccia dopo un avvio difficile?
«Sportivamente parlando - ammette Melandri - E poi il mondiale sarà bellissimo, non ci sarà un dominatore assoluto e credo che tutte le gara saranno così combattute. Non credo di essere immodesto dicendo che questa è stata una delle più belle della Moto Gp».
Ha vinto con un sorpasso da favola su Stoner, ma se ci fosse stato Rossi al suo posto?
«Sarei passato lo stesso, ero il più forte in frenata e avrei potuto farlo anche con Rossi, è un pilota come un altro».
Un attacco perentorio, senza possibilità di replica da parte di Stoner, oppure hai tremato fino alla fine?
«Avevo solo quella chance, ero dietro e mi sono detto che ci dovevo provare. Senza esagerare però, appena largo. Così lui ha allargato un po' e io ho chiuso la linea. poi nella curva dopo ho tenuto duro, ho stretto al massimo, chiudendo la porta e quando ho messo la marcia e aperto il gas ho capito che non mi avrebbe più preso».
Come cambia la vita: test invernali sofferti e adesso il trionfo sul podio .
«Vero: a inizio stagione pensavo a portare a casa qualche punto e le ossa sane. Ho fatto bene a non mollare: la Honda è grande e va bene dappertutto e poi dopo il risultato di oggi bisogna fargli i complimenti di cuore, loro le moto le sanno fare, eccome».
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