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MessaggioInviato: mar 17 apr, 2018 12:10 pm 
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Colonnello Bernacchia
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Articolo tratto da qui (Di Alessio Brina22 Novembre 2016): http://www.chilometrando.it/auto/le-7-v ... ula-uno/2/
Zio te ne vengono in mente altre? :-o


Prima, sola ed unica vettura di Formula Uno a disputare un Gran Premio munita di sei ruote.
Quattro ruote accoppiate sull’anteriore, a due a due in linea e due sul retrotreno.
Fu progettata da Derek Gardner, che sosteneva come un sistema a tre assi avrebbe permesso di schiacciare il muso ed aumentare la deportanza.
Al progetto aderirono case blasonate: la Goodyear sviluppò una gomma apposita, più piccola di 3 pollici rispetto gli standard, con una mescola dedicata; la casa petrolifera Elf e la Citibank si occuparono del finanziamento.
Vinse il Gran Premio di Svezia 1975.
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Muso trapezoidale, turbina a gas, prese d’aria dietro l’abitacolo del pilota e freni entrobordo.
Usualmente le pinze si trovavano sul portamozzo di ciascuna ruota, in questo caso erano invece integrati nel telaio secondo una soluzione di alta tecnologia.
Ideata da Colin Chapman, si rivelò una delle vetture più rivoluzionarie della massima serie, ottenendo 20 vittorie in 75 corse, 3 campionati costruttori e ben 2 campionati piloti. Un contributo decisivo alla storia ingegneristica della Formula Uno.
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La Brabham BT46, cosiddetta “auto turbina“, è quel che succede quando Bernie Ecclestone, proprietario della scuderia, e il progettista Gordon Murray vendettero l’anima al diavolo. Ci sono versioni della storia differenti che credono che il diavolo sia lo stesso Ecclestone ma non ci sono fonti certe.
Gli ingegneri montarono una grossa ventola sul retrotreno della vettura, una turbina in grado di creare artificialmente deportanza aumentando notevolmente l’effetto suolo e, conseguemente, velocità.
Una sola gara corsa, una gara vinta prima di essere bandita. Troppo veloce per tutti.
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Juan Manuel Fangio e Stirling Moss ebbero la fortuna di mettersi al volante di questa incredibile auto durante il campionato 1954 e 1955.
Lo stratosferico palmares vede nove vittorie su dodici partenze al via.
Un telaio a tubi di magnesio conteneva un motore risultato di un prodigio ingegneristico di più teste: otto cilindri, 2.500 cc.
La caratteristica che più salta all’occhio è però la carenatura: sebbene la livrea appesantisse il veicolo, le garantiva una aerodinamica senza pari arrivando a coprire anche gli pneumatici.
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Per qualcuno è una delle monoposto più brutte della storia, con quei tre enormi radiatori impilati in linea uno sull’altro ed esposti a vista sul frontale della vettura.
Partecipò al campionato di Formula Uno dal 1973 al 1981 come scuderia minore con scarsi risultati: il migliore risultato è un decimo posto.
Portò al debutto un certo Nelson Piquet e vide al suo volante Clay Ragazzoni nelle ultime quattro gare della sua carriera, prima che il fatale incidente di Long Beach lo rendesse paraplegico.
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Ideata e sviluppata dall’ingegnere francese Gérard Ducarogue, gareggiò nella stagione di Formula Uno del 1976, ottenendo 20 punti fino a posizionarsi al quinto posto nella speciale classifica costruttori.
La vettura fu manovrata da Jacques Lafitte, con la quale guadagnò la pole position al Gran Premio d’Italia di quell’anno, a Monza.
Riuscì perfino, per due volte, a salire sul gradino più basso del podio: una volta a Monza in quella stessa occasione, una volta a Spa-Francorchamps.
Aveva una particolare forma a sogliola.
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La March 771 fu progettata nel 1971 da Frank Costin, già tecnico di Vanwall e Lotus.
Aveva una linea ovoidale ed un caratteristico alettone anteriore rialzato a mo di vassoio, denominato appositamente “tea-tray“.
Montava i freni integrati al telaio come la Lotus 72 ed un motore V8 Alfa Romeo.
Il team ufficiale puntò su un giovanissimo Ronnie Peterson, il quale ottenne numerosi ed importanti piazzamenti che gli valsero il secondo posto finale nel campionato piloti.
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MessaggioInviato: mar 17 apr, 2018 9:56 pm 
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sempre del 1977 la ferrari a 6 ruote, qui con Lauda...

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... e qui con Reutemann

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Sempre a sei ruote queste due Williams inizio anni 80


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Alfa Romeo T33/6/12 del 1970 sulla pista di Sebring

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Quando avete curiositá sul tempo che fu chiedete, e vi sará dato :-D

P.S.: ma la prima macchina da corsa a sei ruote é stata un' alfa della scuderia ferrari con cui varzi corse alla targa florio del 1934

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e due anni dopo fu imitata dalla auto union con la tipo C

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per quegli anni era un mostro di potenza, la macchina era leggerissima, giacché la formula prevedeva un peso massimo di 750, e il motore era libero, cosí i tedeschi si inventarono questo bolide con un 16 cilindri a V stretto in lega leggera, sovralimentato con compressore volumetrico Roots, che nella terza versione (la C) aveva la cilindrata di 6.006 cm³ e erogava la bellezza di 520 CV.... la potenza era cosí tanta che i sottili pneumatici dell' epoca non riuscivano a scaricarla, e nelle curve strette le macchina si esibiva in furibondi sovrasterzi di potenza .... siccome veniva usata non solo in circuito ma anche nelle gare in salita, i tedeschi pensarono di usare in queste gare due ruote accoppiate al posteriore per limitare le formidabili derapate

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immagino che il cambio gomme non fosse velocissimo!

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Fra le macchine strane di F1 io metterei anche questa:



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La Ferrari 312 T4 è stata descritta come una delle più sgraziate e brutte Ferrari, almeno stando ai pareri espressi dagli addetti ai lavori del periodo e dallo stesso Commendatore, ma allo stesso tempo una delle più vincenti.

La stagione 1979 è quella delle auto ad effetto suolo, dopo che nel 1978 la Lotus progettata dal brillante Colin Chapman aveva stravinto il mondiale affermando questa nuova tendenza. La T4, non era una vera e propria wing-car; nonostante questo, la potenza del motore boxer, la sua struttura, che contribuiva anche ad abbassare il baricentro, una efficiente ripartizione dei carichi fra gli assi, grazie al posto guida praticamente centrale e l’uso delle gomme radiali Michelin, efficaci soprattutto nelle prime fasi delle gare, permisero comunque di mantenere alto il livello di competitività.

La vettura adottava l’ormai tipico cambio trasversale, le minigonne (la cui efficacia era però limitata dagli ingombri del motore boxer) e sospensioni che, grazie alla loro geometria, si potevano adattare ad ogni tracciato. La curiosa forma (qualcuno la definì “ciabatta”) era dovuta al fatto che, non potendo ricreare al posteriore un vero e proprio tubo di Venturi per generare depressione sotto la vettura, si allungarono le pance il più possibile, fin quasi in corrispondenza del musetto anteriore. La conformazione aerodinamica fu studiata nella galleria del vento Pininfarina. Il telaio era a scocca autoportante, con pannelli di alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine in fusioni dello stessa matrice molecolare; la carrozzeria è in materiali compositi e alluminio..

Il motore l’efficace 12 cilindri boxer di 2992 cmc, con potenza superiore ai 515 cv, chiamati a spingere un corpo vettura pesante 590 Kg. Sulla 312 T4 venne sperimentata la prima unità a comando elettro-idraulico della storia della Formula Uno, anticipando una tendenza oggi generalizzata.

Dopo due gare disputate con la 312 T3 adattata, dal Gran Premio del Sud Africa a Kyalamy, venne schierata la 312 T4, che colse subito una doppietta con Villeneuve seguito da Scheckter. Così sarà anche al Gp successivo a Long Beach. Dopo qualche difficoltà in Spagna, il sudafricano vinse a Zolder e a Montercarlo due gare consecutive, con il compagno di squadra canadese costretto al ritiro.

A Digione, avvenne lo storico duello Arnoux Villeneuve con il canadese alla fine secondo. In estate, iniziarono alcuni problemi per la Ferrari, palesati in particolar modo a Silverstone, con distacchi pesanti dalla Williams, che prepotentemente a metà stagione diventò l’auto da battere. Alcune modifiche al retrotreno fecero recuperare competitività alla vettura di Maranello. A Monza la Ferrari segnò una storica doppietta. Scheckter divenne campione del mondo. Villeneuve gli garantì appoggio e copertura dal ritorno di Laffite. Quella giornata di Monza è rimasto un ricordo indelebile per i tifosi della Rossa. Il mondiale si chiuse con la vittoria di Gilles a Watkins Glen.

La Ferrari 312 T4 colse 6 vittorie, i piloti si piazzarono primo e secondo nella classifica del mondiale e la vettura vinse il campionato costruttori. Fu un trionfo, prima di un lunghissimo digiuno nel mondiale piloti. La 312 T4 è anche l’ultima Ferrari iridata interamente progettata (motore e telaio) da Mauro Forghieri.

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