dalla LA STAMPA di oggi
Io sono
il BERSAGLIO
[FIRMA]Enrico Biondi
inviato a MILANO
Rigorosamente in ritardo di oltre mezzora, giusto per non smentire la pubblicità televisiva, Valentino Rossi ieri pomeriggio agli East End Studios di Milano ha presentato la sua nuova e molto probabilmente ultima avventura nel mondo delle due ruote. Le risposte che ha dato, infatti, fanno pensare che abbia già deciso da tempo il suo futuro, che si colorerà di rosso.
Mentre sei bellissime ragazze tutte vestite di nero si libravano nell'aria sulle teste degli spettatori altre due, sul palco, hanno provveduto a togliere i veli alle due nuove Yamaha YZR M1. Un colpo ad effetto, come quello di far sfilare Rossi e Edwards tra il pubblico.
Valentino, visti gli ottimi test invernali, questa sarà ancora una stagione travolgente.
«Sapete come mi sento? Come quel tizio che se ne va in giro con un bersaglio dipinto sulla schiena. Se non stai attento sono tutti pronti a impallinarti. Ecco perché, ormai da qualche anno, decido sempre di resettare il cervello prima del via. Quindi riparto da zero, quel che è stato è stato, ci sono altri traguardi da raggiungere».
Veramente non deve dimostrare più nulla, le pare?
«Beh sì, non c'è più molto da fare, ma non per questo mi mancheranno le motivazioni».
Al via ci sono un bel po' di facce nuove.
«C'è stato un bel cambio generazionale. Alcuni piloti hanno lasciato, altri hanno cambiato campionato e sono arrivati un sacco di giovani. Questo mi fa capire un paio di cose: che combattere con loro non sarà facile e che anch'io comincio a non essere più tanto giovane. Scherzo, ovvio, visto che ho sempre meno dei 32 anni compiuti oggi da Edwards (applausi per Colin), ma insomma tra i giovani che vogliono sfondare e Melandri che di esperienza ne ha accumulata un bel po', c'è poco da stare allegri».
Ma allora che debbono fare per batterla?
«Non lo so. E spero sinceramente che non lo scoprano mai».
Il suo segreto di tante vittorie?
«Io la pressione che sento intorno a me la uso a mio vantaggio, mi rafforza, mi aiuta. Guardate alle Olimpiadi cosa è successo a Rocca. Mi spiace per lui, ma la tensione doveva essere così forte che ha sbagliato. Se quella gara fosse arrivata subito, invece che al penultimo giorno, le cose sarebbero andare diversamente».
Moto, Formula 1, ancora moto: non rischia di andare in tilt?
«Ma neppure per sogno. E gli ultimi test di Valencia me lo hanno confermato. Sono sceso in pista con la macchina (lui la Ferrari la chiama così) e poi tre giorni dopo ero in Qatar a provare la Yamaha. Morale: dopo 5 giri avevo già abbassato il mio record personale in gara. Passare dalle auto alle moto non fa alcuna differenza. Anzi, avrei potuto addirittura provare un giorno l'auto e il giorno dopo la moto senza problemi. Sono due modi di guidare, due mondi, talmente distanti tra loro che non c'è possibilità di fare confusione».
Ma non vincere il titolo quest'anno potrebbe essere un buon motivo per farla restare su due ruote?
«No».
Biaggi a casa. Commenti da fare?
«Mi spiace per lui. E' stato un pilota forte».
Passa da un tabaccaio all'altro (Gauloises, Marlboro, Camel). E meno male che aveva detto di non voler correre facendo pubblicità per le sigarette. Come la mette?
«Non ho cambiato idea e confermo quello che ho detto. Ma poiché faccio il pilota, ho dovuto fare una scelta quando mi si è presentata l'occasione: o scendere dalla moto e restare a casa, o accettare di restare in questo mondo. Ripeto: avrei preferito diversamente, ma non è stato possibile».
Valentino, la verità: il suo futuro sarà alla Ferrari?
«La Formula 1 nella mia vita è sempre stata una cosa secondaria. Tanto più adesso che siamo all'inizio della stagione MotoGp. Quindi, da oggi in poi, parliamo solo di moto, ok?».
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