Il Dottore si racconta e ammonisce: bisogna avere cura del pianeta malato
Vale: « Salviamo il mondo»
« Sono certo: mai in politica. Ma non sono certo di non correre mai in Ducati»
«I piloti hanno coraggio, però lanciarmi con il paracadute è stata la cosa più pericolosa che abbia fatto e non ci sarà un’altra volta.
Complimenti all’Inter, sono tutti fortissimi»
MARCO BO
Valentino, cominciamo con un altro Rossi, che di nome fa Vasco e di cui è molto amico. Nel suo ultimo disco canta più volte che “intanto il mondo rotola...”. Nel senso che stiamo andando sempre peggio, sotto tutti i punti di vista. Un pessimismo cosmico del Blasco o qualcosa che condivide anche lei?
«Sono d’accordo con lui che con il testo di un brano riesce a fotografare la realtà con arguzia e attenzione. Tra l’altro ho avuto il privilegio di vedere il video in anteprima quando mi chiamò proprio per questo. Ormai il rispetto per gli altri è ridotto ai minimi termini e la gente è sempre più invidiosa. Se qualcuno fa bene qualcosa gli altri invece di apprezzarlo provano a sparlare. Come dice la canzone, “basta poco per fare impressione...”. Ormai tutto passa per la tv e prendiamo tutto per buono. Sarebbe arrivato il momento di fermarci e darci una regolata. Anche sul discorso dell’ecologia, la terra sta sempre peggio, il clima che cambia ne è una dimostrazione concreta. Basterebbe poco... Già, che ci mettessimo tutti una mano sul cuore. Si risolverebbero in fretta gran parte dei problemi. Se invece dovessimo continuare a sbattercene allora la vedo davvero dura ».
Domattina si sveglia e i suoi sette titoli Mondiali, la popolarità, il conto in banca non sono altro che un bel sogno. Cosa resterebbe?
«Un modo di vita che comunque mi permette di stare con la gente con cui posso essere me stesso e con cui vado d’accordo. Non so quale lavoro farei ma comunque sono sicuro che ci metterei passione. Non so se sarei sposato con figli ma non voglio farne una questione di cosa è giusto fare o no. Ognuno deve cercare di inseguire i propri desideri».
Una delle sue foto che hanno fatto storia è quella di Schumacher che le fa un autografo sul casco il giorno di un suo test sulla Ferrari. Le è capitato di farsi fare l’autografo da qualcun altro?
«Dunque, da Ronaldinho di sicuro e poi forse altri ma ora non ricordo. A breve andrò a trovare i ragazzi dell’Inter e lì mi sbizzarrirò. Me ne farò fare tanti, magari su una maglia speciale nerazzurra. Quest’anno sono stati fortissimi, hanno vinto lo scudetto alla grande».
La comunicazione è una sua dote. E’ tanto incisivo quanto spontaneo. Ma gli spot in cui è protagonista sono frutto di mille ciak o le viene tutto naturale come la vediamo in tv?
«Se non al primo colpo quasi, anche perché non sono un professionista e quindi non riesco a migliorare scena dopo scena. Diciamo che mi viene abbastanza facile interpretare me stesso».
Ma un giorno lontano, in cui smetterà di correre, potrebbe dedicarsi alla carriera artistica?
«Uhm, per essere bravi bisognerebbe avere molta esperienza e io non ne avrei. Innanzitutto io spero di correre ancora a lungo. Magari potrei fare delle parti piccole. Potrebbe essere divertente».
Immaginiamo che Arianna l’abbia lasciata e si trovi a cena con una ragazza che le piace molto e che non sa che cosa fa nella vita. Durante la serata, per aumentare le possibilità di fare gol, le dice chi è oppure prova senza “trucchi”?
«Già, difficile dirlo adesso, senza trovarmi nella situazione. Qualche anno fa mi è capitata una storia del genere, mi pare in estate. E’ stato divertente. Diciamo che cercherei l’1-0 senza svelare il mio lato pubblico ».
Ha perso una scommessa con gli amici: la posta in palio era cucinare per tutti. Cosa prepara ai fornelli?
«Ah no, in questo campo sono un disastro integrale. Non sono nemmeno capace di fare la pasta al pomodoro. Potrei fare un caffè. Uhm, troppo poco. Vabbè, comprerei delle pizze».
Quando le capita di rivedere i suoi filmati in 125 cosa prova: rimpianto, nostalgia o che altro?
«Sotto l’aspetto tecnico nessun rimpianto, riuscivo a fare ciò di cui ero capace e non era poco. Diciamo nostalgia per come potevo vivere le gare. Senza mille impegni, mi muovevo nel paddock e fuori come volevo. Ma non solo, potevo dire tutto ciò che pensavo senza paura che la stampa poi strumentalizzasse le mie dichiarazioni».
Se dovesse diventare un personaggio dei cartoni animati in chi si identificherebbe?
«Direi Homer, uno dei protagonisti dei Simpson, il mio cartone preferito. Lui è il padre di famiglia che vive in canottiera. Il suo motto è: se una cosa ti sembra troppo difficile da realizzare, lascia perdere...».
E’ sfortunato, ha perso un’altra scommessa. Deve andare per un mese su un’isola dove può portare una persona, un cd, un libro e un jolly...
«Beh, sulla persona direi che la risposta è semplice, porterei la fidanzata così prendo due piccioni con una fava e ne approfitto per stare un bel po’ con lei. Come musica direi una raccolta dei Doors. Lettura, invece, il romanzo di Saviano “Gomorra”, che ho iniziato e così lo finirei.
Il jolly? Beh, semplice, una barca, così dopo un po’ potrei tornare indietro...».
Dopo Calciopoli, in Italia il football è tornato pulito e regolare?
«Beh, sicuramente è più pulito di prima ma non credo al 100%. Quando nello sport girano troppi soldi è quasi impossibile pensare che la situazione rimanga ideale. E poi è nel Dna degli italiani cercare di fregare il prossimo. E’ quasi una cultura, la nostra».
La Francia, recentemente, si è appassionata alla lotta tra un uomo e una donna per condurre il Paese. Servirebbe qualche figura femminile in più nella nostra politica?
«Sì, credo che più donne in politica potrebbero migliorare la situazione. Hanno un atteggiamento diverso ».
A 28 anni non si è più ragazzini e le convinzioni da adolescenti sulla bontà degli uomini vengono meno. Rispetto a quando aveva 14 anni in cosa è rimasto deluso?
«Non molto, anche perché ho capito abbastanza in fretta che tutti pensano a tirare acqua al proprio mulino. Non c’è spazio per il buonismo ».
Senta, il concetto di paternità è ancora qualcosa di indefinito oppure inizia a prendere dei contorni più chiari?
«Io penso che diventare papà sia una cosa bellissima, così come mettere su una famiglia che è poi la cosa più importante che puoi fare nella vita. Ora non è il momento ma in futuro cercherò di diventare papà. E’ qualcosa che spero di riuscire a provare. Sarebbe bellissimo».
I suoi genitori sono separati, che consiglio sente di poter dare ai bambini o ragazzini che vivono la stessa situazione che ha provato?
«Oramai separarsi è diventata una cosa normale quando non si va più d’accordo. Io per fortuna non ho sofferto perché i miei genitori furono molto attenti, avevo 10 anni. E’ importante come avvengono le cose. Consigli? A un bimbo non si possono dare consigli. Ai genitori sì. Siate responsabili e attenti».
Lei è sicuro al 100% che non entrerà mai in politica?
«Sì».
Non tradirà mai l’Inter?
«Sì».
Resterà sempre amico di Uccio?
«Sì».
Non correrà mai per una Ducati?
«Eh no, a questo non posso dire no con certezza».
I piloti hanno coraggio da vendere. Oltre a correre in moto qual è la cosa più pericolosa che ha fatto?
«Nel 2000, quando mi sono buttato col paracadute. Da paura. Andai insieme a degli amici ma io non volevo assolutamente farlo. Insomma, alla fine fui come costretto e mi lanciai. Pure Uccio lo fece. Entrambi in tandem con uno esperto. Mai più».
Il primo bacio se lo ricorda?
«E come potrei dimenticarlo. Dopo pensai: finalmente ce l’ho fatta. E di lì si aprì l’universo femminile».
Il tradimento si può perdonare?
«Ehm, dipende. A volte meglio non sapere. Ma se di mezzo c’è un amico è meglio saperlo...».
«Ha ragione Vasco, il rispetto per gli altri è ridotto al minimo. E’l’ora di una bella regolata» «Il calcio adesso è più pulito, ma fregare il prossimo fa parte della natura degli italiani»
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