I conti in rosso del sig. Rossi
di Giorgio Terruzzi
Meglio dirlo subito. Sto dalla parte di Valentino. Per affetto, romanticismo, perchè quando vedo una persona che scivola mi viene da dargli una mano, perchè a questo ragazzo più giovane, più fresco, più sorprendente, più coraggioso della media, mi sono in qualche modo affezionato. E' una debolezza? Ma certo, tra le molte. Però, mettendomi nei suoi panni con una certa libertà, mettendomi ad osservare ciò che è accaduto e accade attorno a Rossi, vedo qualcosa che incrementa il mio setimento di partenza. Le tasse. Evidentemente c'è la pretesa che Rossi, proprio lui, abbia sotto controllo ciò che fanno e hanno fatto le persone delegate a fare. Ovviamente non è così. Non è così per me e, credo, per molti di noi. Se facessero a me un accertamento fiscale, non saprei cosa rispondere. Ho un commercialista che se ne occupa. Il quale, come tutti i commercialisti, penso e credo abbia fatto ciò che deve. A Rossi, francamente, non è stata data alcuna possibilità di dare risposte, considerato il contesto, considerate le cifre, la complessità economica relativa ad un personaggio che guadagna molti quattrini da anni. Una risposta a Misano, Rossi l'ha data. Ha detto una cosa responsabile e legittima. "Penso di essere a posto. Se così non fosse, mi assumerò ogni responsabilità". La frase, curiosamente, è stata trattata come una cosa trascurabile da molti giornali. Oppure è stata trattata come una sorta di pentimento. In entrambi i casi si notano alcune stranezze. C'è chi ha criticato moltissimo Valentino per i suoi silenzi a Brno ma adesso che Valentino parla, ciao amen. C'è chi ha fatto l'iradiddio per il video messaggio e adesso fa l'offeso. Come se quel videomessaggio fosse stata una anomalia, come se in quel videomessaggio fossero contenute parole lontane da queste. Come se non fossimo abituati, noi che facciamo questo mestiere, ad avere a che fare con comunicazioni analoghe e reiterate. Senza contraddittorio. Senza contraddittorio parlano i politici ogni giorno. Senza contraddittorio parlano gli attori: una serie di frasi uguali per tutti. Poi, a casa, il giornalista inserisce le sue belle domandine per fare la figura dell'intervistatore intelligente.Bene. Domanda 1: "Rossi, cosa pensa di questa situazione?" . Domanda 2: "Si sente in difficoltà?". Domanda 3: "Cosa conta di fare?". Queste le domande del videomessaggio che qualunque telegiornale avrebbe tagliato -come norma, dati i tempi- per trasmettere la stessa dichiarazione. Ohhhh: scandalo! Che arroganza! La corsia preferenziale non si addice al campione. Un'ondata di moralismo pazzesca. Visti gli scranni da dove venivano lanciati i moniti. I nostri scranni. Giornali, televisioni...Luoghi dove le regole sono sacre e inviolabili, no? Poi c'è chi, adesso, vede le dichiarazioni di Rossi come un abbassare la testa, una sua sconfitta al cospetto di chi l'ha accusato, rimproverato, strapazzato. E ha pensato, alla fine che Rossi, segnato dalla colpa, dalle frustate, abbia deciso per la "cenere" sul crapone. C'è una libidine un po' distruttiva e meschina in tutto questo. E c'è, veramente, una arroganza senza confronto. La stessa che porta a fare la morale a Rossi per cinque minuti come un vero contributo alla moralizzazione universale. Del resto, mica puoi rompere le balle al ristoratore amico che ti fa lo sconto senza la ricevuta. Questo, tutto questo mi pare condensato nell'idea (e nella domanda) che Rossi possa ritirarsi. Come se questo fosse l'esito di una battaglia necessaria, con finalmente i comprimari capaci di abbattere l'eroe. Capaci di fargli i conti in tasca. Di vendicare una emarginazione. Di far pagare il prezzo di un successo, come si dice. Il fatto è che Rossi è molto forte. Mick Doohan, che ha allevato Stoner, ha detto poche ore fa di considerare Valentino più forte del suo pupillo. La frase, dato l'andazzo, fa sensazione. Eppure è una evidenza conclamata da anni di corse. Se poi Rossi ha avuto attorno persone che non hanno fatto le pubbliche relazioni per Rossi, le dichiarazioni dei redditi per Rossi, persino le moto adatte a Rossi, paga comunque Rossi. Continuando ad essere il più straordinario talento motoristico visto in vita. La mia, se non altro, oserei dire la nostra. A me questo basta e, addirittura, avanza.
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