"sulle tasse ho sbagliato"
DAL NOSTRO INVIATO BENEDETTO FERRARA
VALENCIA
La porta del camper che si apre, lui che sorride, saluta, ti dice «dai, sie-diti»e poi inizia a battere la mano destra sul tavolino di legno, come a segnare il ritmo del suo ritorno, della sua voglia di parlare e di racconta re gli errori suoi e quelli degli altri, le luci basse di un passaggio della vita che è una tempesta, le sue verità su un'estate che gli ha lasciato addosso segni profondi, una pista che non sembra amarlo più come lo amava un tempo. Qui, a Valencia, domani si corre l'ultima gara del mondiale. Rossi, il potere assoluto del motociclismo, per la seconda stagione di fila è scivolato un passo indietro. Valentino secondo è quello che dice la classifica. Il secondo Valentino, invece, e quello che lui racconta per dire che gli errori costano ma anche che gli errori insegnano e ti cambiano. E cosi la storia ricomincia. Adesso.
Rossi, ha mai rivisto la cassetta del suo monologo estivo che lei ha inviato ai tg a metà agosto?
«Sì, certo che l'ho rivista quella cassetta».
E cosa ha pensato, col senno di poi, davanti alla sua autodifesa con telecamera fissa?
«Che quello era davvero un brutto momento e che di sicuro oggi una cosa cosi non la rifarei. Non in quel modo».
In effetti, non era una trovata alla Rossi.
«Era la trovata di uno che aveva molta pression e addosso. A vrei voluto farmi intervisiare ma in quel momento non trovavo le persone di cui mi fidavo e, comunque, dovevo reagire perché i media mi stavano massacrando».
Le tasse sono un tema molto caro alla gente.
«Ho la coscienza a posto. E se ho commesso qualche piccolo errore è solo per superficialità o perché ho trascurato alcuni aspetti della mia vita».
Al di là delle sue ragioni, crede che questa vicenda le abbia insegnato qualcosa di importante?
"Quello che è accaduto è stata una vera e propria lezione di vita».
Una sola?
«No, in effetti le lezioni sono tante».
La prima?
«Immaginavo che il gioco del "prima ti mitizzo e poi ti stronco" fosse un gioco duro, però non credevo che fosse così spietato. E poi c'è chi gode come un matto a insistere nel fare di tutto per screditarti».
Rossi solo vittima dell'invidia?
«Ma no, non dico questo, certo però che gli invidiosi, se possono, ti fanno male davvero e pur di farlo sono disposti a dire o scrivere un sacco di bugìe».
L'indagine della Finanza non era un a bugia, però.
«Certo, ma dipingermi come uno che fa la vita del miliardario e nuota nei soldi è una falsità. Chi mi conosce sa bene che ho solo una passione costosa: le automobili, per il resto faccio una vita normale, anche se non sono così stupido da non sapere di essere un privilegiato».
In effetti, l'accusano di passare più tempo aTavullia che a Londra. E Tavullia, con tutto il rispetto, non è Nassau. E neanche Londra.
"lo vivo in Inghilterra dal duemila. E siccome la legge mi permetteva di poter passare anche del tempo nel mio paese, coi miei amici e la mia famiglia, io l'ho fatto, dal mio punto di vista senza violare le regole. Ma su questa storia le risposte prima o poi arriveranno, la cosa che mi ha dato davvero fastidio è che abbiano voluto farmi passare come un nababbo furbetto, uno che gira addobbato d'oro massiccio neanche fosse Snoop Dogg ( noto rapper e produttore americano ndr)".
Rossi, cosa ha pensato in quei giorni così tosti uno abituato a essere un mito intoccabile?
«Che era davvero dura perché non potevo neanche rispondere in pista, e questo rendeva tutto molto frustrante. Per il resto c'era poco da fare: mi sono protetto evitando di leggere i giornali».
Nemmeno un po'?
«Solo qualche volta. Ma ho preferito distrarmi con i libri».
Un titolo?
«Un libro che mi è piaciuto tantissimo è "Questa storia" di Baricco. Me lo hanno regalato perché c'era una dedica per me e io l'ho subito letto. Davvero bello, e ringrazio di cuore Baricco per quella dedica».
Altri titoli?
«Beh, "La casta". L'ho appena finito. Mamma mia».
Sorpreso?
"Questo è un libro che dovrebbero leggere tuttti. E non a caso è diventato un best seller. Ognuno dì noi ha il diritto di sapere come funzionano certe cose».
E Rossi come giudica il funzionamento di certe cose?«Io preferisco non far la morale a chi ha fatto la morale a me. E comunque è facile capire cosa può pensare uno che ha letto quel libro».
Prossima lettura?
«Oceano mare».
Sempre Baricco.
«Mi piace la sua scrittura».
Valentino, lo sa che lei sembra cresciuto davvero?
«Se me lo dicono sono contento. Ma credo che sia normale. Un po' le storie della vita, un po' l'età, visto che i trent'anni non sono poi così lontani. E così si cambia. In meglio, spero».
E si cambia anche il manager, giusto?
«Preferisco parlare di queste cose a mondiale finito. Cioè dalle tre in poi di domenica prossima».
E allora torniamo per un attimo al discorso dei media cattivi. Perché, oltre al discorso delle tasse, lei si era anche arrabbiato molto per quella faccenda del suo presunto flirt con Elisabetta Canalis.
«Un attimo, dire che mi ero arrabbiato molto non basta a spiegare il mio stato d'animo di fronte a certe falsità».
Ecco, ma al di là del giudizio che ognuno di noi può avere sul gossip giornalistico, non crede che un personaggio come lei sia comunque destinato a essere preso di mira dalla stampa scandalistica?
«Beh, io per la verità ho sempre fatto di tutto per evitarlo, ma non è questo il punto».
E allora dove sta il problema?
«Chiariamo una cosa: il problema non sta nelle voci di una mia presunta relazione con Elisabetla Canalis, cosa che comunque non sta in cielo né in terra. Ciò che io trovo orribile è che abbiano scritto che io avevo lasciato la mia fidanzala Arianna per via di questa relazione. Una bugia vergognosa, giocata sulla pelle di una ragazza con cui sono stato due anni e mezzo. E una relazione così lunga lascia sempre dietro dì sé delle sofferenze. Ecco perché mi sono ribellato. E comunque io continuo a pensare che tra questa storia e quella delle tasse ci sia un legame. Ma lasciamo stare. Meglio parlare d'altro».
Di moto, per esempio.
«Sono pronto».
Cominciamo cosi: Rossi è sempre Rossi?
«sì».
E Stoner è più o meno forte di Rossi?
«Stoner è molto forte».
Non ha risposto.
«Un pilota davvero forte è anche convinto di essere il più forte di tutti. Quindi.».
Sì, però qualcuno ha detto che lei ha iniziato a lamentarsi: la moto che non va, le gomme che non funzionano. Rossi un po' come il suo antico rivale Biaggi, possibile?
«No, non è proprio possibile. Mi sarebbe piaciuto vedere cosa avrebbero detto altri piloti dopo aver visto, come è successo in Cina e in Qatar, la Ducati andare venti chilometri più forte della loro moto».
D'accordo, ma due mondiali persi per uno come lei sono un doppio cazzotto nello stomaco.
«Perdere non fa piacere, ma forse sarebbe anche giusto ricordare che da quando sono arrivato nella top class ho vinto cinque mondiali di fila».
Fa l'orgoglioso?
"Era giusto per dire che almeno posso dire di essere entrato nell'olimpo del motociclismo".
Però adesso tutti si aspettano la grande rivincita. Gomme nuove, le Bridgestone, e una Yamaha all'altezza. Lei sembra avere le idee molto chiare.
«E' normale cercare di ottenere il meglio, dal punto di vista tecnico».
Ma le Bridgestone sono una certezza?
«Stanno ancora discutendo, lo sapremo lunedì".
Lei ripete spesso che se la Yamaha la deluderà di nuovo potrebbe cambiare a fine stagione. Le cose stanno davvero così?
«Io vorrei chiudere la carriera su questa moto ma mi piacerebbe anche avere a disposizione i mezzi per combattere per il titolo».
In caso contrario, addio Yamaha.
«Sì, ma intanto voglio pensare al mio 2008 sulla M1".
Lei che ne pensa del divorzio Alonso Mclaren?
"Quando senti che un team non lavora più per te al cento per cento è l'ora di cambiare casa».
Rossi, oltre a pretendere una moto competitiva c'è anche qualcosa che lei adesso pretende da se stesso?
«Si, e vorrei tornare alla storia delle lezioni della vita. Non so bene perché, ma tutto quello che è successo mi ha convìnto del fatto che nessuno può vivere bene se non riesce a mettere davanti a tutto i rapporti umani. A volte ti trovi a sottovalutare questo aspetto senza volerlo, per superficialità o per distrazione. E poi paghi il prezzo».
Meglio crescere, no?
"E' quello che sto cercando di fare, anche perchè non riesco a stare fermo».
E allora ben vengano le lezioni.
"Già, e tra le lezioni metterei anche un bel pensiero: tra un mito indistruttibile e un mostro sbattuto in prima pagina c'è un ragazzo che ama correre in moto. Ecco, quello sono io».
Ultima modifica di Anna il sab 03 nov, 2007 7:37 pm, modificato 1 volta in totale.
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