da gazzetta:
VALENCIA (Spagna), 25 ottobre 2008 - Il Marca Leyenda è un riconoscimento che il quotidiano spagnolo dà ai migliori professionisti della storia dello sport. Con l'occasione del GP di Valencia, ultimo appuntamento della stagione 2008 del motomondiale, Marca ha consegnato il premio a Valentino Rossi. Illustri i predecessori del pesarese della Yamaha: da Michael Schumacher a Lance Armstrong, da Michael Phelps a Roger Federer, da Carl Lewis ad Alberto Tomba. Il campione del mondo 2008 ha così raccontato l'annata al quotidiano spagnolo, dopo un paio di stagioni con qualche difficoltà di troppo.
ANNI DIFFICILI - "Venivamo da due anni molto difficili - ha detto Rossi - e quest'anno era importante tornare a vincere anche se non è stato facile. Credo di aver guidato abbastanza bene nel 2006 e nel 2007 anche se non ho vinto il titolo. Quest'anno ho guidato meglio e i risultati sono stati tra i migliori della mia carriera. Negli ultimi due anni sono arrivato secondo e terzo, non è stato tutto negativo. Però se non vinci... Il 2007 è stato un anno molto difficile, per questo aver vinto è stato bellissimo. Se ho guidato in modo diverso? Ho lavorato duramente lontano dalla pista. Ho imparato molto dalle sconfitte. È importante riconoscere i propri errori e non negarli, capire dove hai sbagliato. L'ultimo è stato un anno molto importante perché mi ha insegnato molto e sono anche migliorato come persona. Ho provato a risolvere i problemi che avevo, le cose che non funzionavano nella mia organizzazione e quest'anno le cose sono andate molto meglio. Mi è costato capire cosa non andasse, trovare il vero problema. Ma prima ho dovuto capire cosa avevo sbagliato con la moto, le gomme e le tasse".
LE TASSE - "Sono stato fortunato, ho trovato 2-3 persone che mi hanno aiutato molto, brave persone. E quando ho capito quale era la situazione in cui trovavo, mi sono reso conto che avevo due scelte: dare battaglia al fisco e non pagare o pagare e tornare in Italia. Ho fatto una scommessa per il futuro. Ho pensato: 'Ho un sacco di soldi, ma devo pagare per stare tranquillo e tornare a casa: ho ancora tanti anni per guadagnare più soldi'. E così ho fatto".
LA FAMIGLIA - "La mia famiglia è stata molto importante. Mi ha aiutato in questa situazione, naturalmente cercando il conforto delle persone che ti voglio bene davvero. Tornare da mio padre e mia madre è stata la chiave".
IL SUCCESSO - "Ora ho imparato a gestire questa situazione. Nel 2003, quando ero con la Honda, avevo un solo risultato: vincere. Secondo sarebbe stato un risultato di m... Per cambiare questo stato d'animo ho cambiato e sono andato alla Yamaha e ho dimostrato di poter vincere con un'altra moto. Comunque non mi piace stare dietro. Non sono felice se non vinco. Devo vincere per essere felice, questa è la mia motivazione. Se esiste qualcosa di meglio che andare in moto? No".
I RECORD - "Prima non mi interessavano i numeri, i record. Ma quando ti avvicini a questi traguardi che sono di piloti che hanno scritto la storia del motociclismo come Mike (Doohan, ndr), Angel (Nieto) e Giacomo (Agostini) cominci a capire che i numeri sono importanti. Ma la motivazione resta il gusto della vittoria".
LA VITA - "Cosa manca nella mia vita? Non lo so. In questi anni ho dedicato tutto il mio tempo a lavorare per conquistare titoli. Non ho potuto pensare ad altro. Sposarmi o avere figli? Non ancora. Penso di aspettare ancora 5, 6, 7, 8 anni. Non ho fretta, piano piano... I tifosi? Mi considerano un dio. Non mi dà fastidio, ma non lo capisco. Quando la gente mi vede e si agita mi sembra un po' strano. Qui siamo tutte persone normali, con i propri punti di forza, le debolezze, la paure. Alcuni giorni sono buoni, altri meno. Non sono arrabbiato, ma vorrei dire che tra noi e loro non ci sono grandi differenze".
IL 46 - "Ritirarlo quando smetterò? No. Se qualcun altro lo userà non ci sarà problema. Ma la gente ricorderà che il 46 era il numero di Valentino Rossi e di nessun altro. Come vorrei essere ricordato? Come sono davvero, un pilota che ha fatto divertire quando correva. Come vorrei essere da vecchio? Guardo mio padre Graziano, che ha 54 anni. Vorrei essere come lui, fisicamente in forma, con voglia di divertirsi, giocare con auto e moto".
LA FERRARI F.1 - "Nel 2006 e nel 2007 ho avuto la possibilità di passare alla Ferrari. Forse un anno come collaudatore per vedere il mio potenziale. Sarebbe stato un sogno, ma il mio modo di vivere era peggiorato. Credo proprio che non andrò, ormai sono troppo vecchio".
_________________ La Vertigine non è Paura di Cadere ma Voglia di Volare!
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