La gara, in calendario dal 1960, era prevista il 19 luglio al Nürburgring. Sotto accusa le eccessive richieste economiche di Ecclestone. Ora trema anche MonzaCi sono vari segnali che testimoniano il momento difficile, se non di crisi, della F1. L’ultimo in ordine di tempo è la cancellazione del Gp della Germania «perché - così recita l’asettica formula del comunicato del World Motor Sport Council - l’organizzatore non ha raggiunto un accordo con chi detiene i diritti commerciali». Dietro la forma c’è tutta la sostanza del malessere di un mondo sempre meno ricco e sempre meno disposto a spendere cifre esorbitanti. Ma nel caso della corsa tedesca ci sono altri e non trascurabili aspetti: le «grane» anche a sfondo politico che da qualche tempo stanno rovinando l’immagine del Nuerburgring - una terra di motori per eccellenza, dove tra l’altro si è riusciti a costruire una sorta di museo permanente e ad aprire il vecchio e fantastico tracciato della Nordschleife pure ai semplici automobilisti - e gli ormai cronici problemi finanziari di Hockenheim, che proprio non ha potuto accettare di organizzare il Gp per due stagioni di fila.
Locomotiva in crisi
Oltre a una tradizione di più di mezzo secolo che si interrompe, la cosa che che maggiormente fa specie è che in questo momento la Germania è la locomotiva della F1 e dell’automobilismo: ha il team che sta dominando, la Mercedes; ha il vicecampione del mondo, Nico Rosberg; ha il quattro volte iridato Sebastian Vettel (oltretutto oggi ferrarista e dunque in grado di riaccendere quell’entusiasmo che ai tempi di Michael Schumacher tappezzava i circuiti di rosso); ha un ragazzo veloce quale Nico Hulkenberg; ha una schiera di piloti disseminati nelle varie classi che compongono la galassia del «motorismo». Pare impossibile che una task force del genere, oltretutto figlia di un Paese ricco quale la Germania, debba dare forfait, fondamentalmente perché il giochino costa troppo.
I costi
Ma qui si innesta un altro concetto: le richieste esose di Bernie Ecclestone, che non deroga di un millimetro dalla sua linea e che forse non si sta rendendo conto che il fiato è corto per tutti e che sempre di meno sono quelli disposti ad avallare le sue condizioni. D’altra parte, non bisogna stupirsi: Ecclestone è anche colui che è arrivato a cancellare se stesso. Ricordate il Gp della Turchia? L’autodromo di Istanbul è di proprietà di Mister E.; ma quando si è reso conto che la gente, causa i prezzi dei biglietti troppo alti, non andava più a vedere la F1, ecco che in un paio d’anni, dopo aver provato soluzioni paradossali quali il camuffamento delle tribune vuote con teloni neri, ha tolto quella corsa dal calendario. Nel caso della Germania, poi, ci passa per la testa un retro-pensiero: secondo voi quanta volontà ci ha messo il «Padrino della F1» nell’aiutare il Gran Premio del Paese che l’ha processato per corruzione e nel quale, per evitare la condanna e forse la galera, ha dovuto patteggiare in ragione di una somma astronomica? Ad ogni modo, così è: Germania kaputt. Prossima puntata: Monza. Se mai i nuovi dirigenti dell’autodromo lombardo, che stanno portando avanti una dura trattativa per il rinnovo del contratto in scadenza nel 2016, si illudono di avere qualche sconto o qualche trattamento di favore da parte di Ecclestone, ecco, faranno bene a cambiare idea.
http://www.corriere.it/sport/formula-1/ ... 0e28.shtml
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METEOROLOGO E CONSULENTE CINOFILO