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 Oggetto del messaggio: tuttosport e corriere sport 18.9.06
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IL SEGRETO DEL VINCITORE
«Ho provato tanto sul bagnato»
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PHILLIP ISLAND. La voce roca e profonda è quella di chi rientra dallo stadio do­po aver urlato come un matto per la squadra del cuore. Per Macio, però, la genesi è diversa: un urlo gi­gantesco dentro il casco do­po aver tagliato il traguar­do per una vittoria di ca­rattere, in cui ha saputo mettersi alle spalle paure e paranoie che lo avevano fatto sbandare. Melandri
permette al tricolore di sa­lire sul pennone più alto centrando la terza vittoria della stagione, quella che potrebbe essere decisiva per rilanciarlo in maniera definitiva nella lotta al Mondiale. Ora è a meno 32 punti da Hayden in com­pagnia di Pedrosa che alla fine riesce pure a doppiare. Dopo l’impresa Marco è fe­lice ma non si lascia anda­re. Ora che rivede il titolo a portata di mano rivive una tensione che lo proietta au­tomaticamente già alla ga­ra di domenica prossima a Motegi, per il Gran Premio del Giappone. E allora pri­ma di annunciare che per quella corsa aspetta e so­prattutto sogna un regalino dalla Honda, spiega il se­greto della sua vittoria. « Beh, all’inizio sono partito senza spingere perché era pericoloso, tirava solo chi non aveva nulla da perde­re. Poi dopo il cambio moto ho visto che il feeling cre­sceva per cui ho cominciato ad aumentare la velocità trovando un ritmo che mi ha permesso di andare in testa. La verità è che io sa­pevo meglio degli altri dove andare a trovare le traiet­torie giuste perché que­st’inverno, nei test, quando qui io sono uscito in tutte le condizioni di asfalto, ba­gnato asciutto e ibrido, prendendomi del “ coglione”, non ho lasciato nulla al ca­so. Se ho vinto è anche gra­zie a questo motivo. Ora per il Mondiale ci sono anche io ma è inutile sbilanciarsi, bisogna vivere alla giorna­ta » .
E per quella di domenica vorrebbe poter disporre di una Honda aggiornata: « Vincere mi ha dato morale e un bel po’ di punti in clas­sifica. Io non voglio guarda­re indietro ma avanti. Mi sembra che la classifica non possa rendere la Honda co­sì sicura di vincere il Mon­diale. Forse adesso le con­verrà cercare di supportare in maniera più diretta an­che chi, come me, è ancora in lotta per aggiudicarsi il titolo. Chissà, magari a Mo­tegi trovano nel cassetto qualche cosa sa darmi. Io ho spiegato loro cosa mi serve, ho bisogno di cam­biare la distribuzione dei pesi ma per come siamo messi non è possibile farlo. Se invece decidessero di darci una mano... » . Melan­dri ce l’ha in testa il tarlo di non poter disporre di una moto ufficiale e nemmeno questo successo riesce ad allontargli quello che è di­ventato una sorta di chiodo fisso: « Ci penso però credo nella squadra e nei mecca­nici, abbiamo dimostrato in questa gara che comunque possiamo giocarcela. Cosa ho provato quando ho dop­piato Pedrosa? Ero conten­to, un po’ di problemi anche per gli altri » . Poi un pensie­ro che parte dal cuore, qua­si adolescenziale: « Che emozione salire sul podio e vedere quella marea di gen­te in delirio. Mi ha fatto ef­fetto pensare che quelle centinaia di persone erano lì per noi tre. Incredibile » .
Incredibile come il modo in cui ha voluto tagliare il traguardo: « Già, me la sono studiata la scena negli ulti­missimi giri. All’ultima cur­va ho schiacciato un botto­ne per cambiare la mappa e quindi poter derapare e salutare con la mano. Sì, me la sono voluta godere. Per una volta che potevo fe­steggiare ne ho approfitta­to. In questi tempi ho man­giato tanta di quella... ( bip) » . Per invogliare la Honda a dotare a Motegi la sua Honda di qualche evo­luzione potrebbe essere uti­le firmare con il team Gre­sini subito. Ma Macio non ha fretta, anche perché c’è la Ducati alla finestra e se Hayden dovesse accettare l’offerta della Yamaha, per Melandri si libererebbe il posto ufficiale che l’ameri­cano lascerebbe libero. De­ciderà più avanti. Per il mo­mento ha solo deciso di far­si operare a fine stagione: « Sì, ho una ciste alle corde vocali e il dottore mi ha det­to che posso aspettare sen­za però urlare. Stavolta però ho disubbidito » . Perdo­nato
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Capirossi e la Ducati traditi dalle gomme
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PHILLIP ISLAND. Alla Ducati dovrebbero comprare un teleco­mando per le nuvole. Il tempo, quando è incerto, non gira mai dal­la parte sperata dalla Casa di Borgo Panigale. Se la pista fosse ri­masta asciutta, Gibernau e Capirossi avrebbero sicuramente lottato per la vittoria. Invece l’asfalto ibrido ha di fatto messo fuo­rigioco le Rosse. Alla fine Capirex, settimo al traguardo, è nero: «Eravamo d’accordo con l’organizzazione che in caso di pioggia du­rante il giro di ricognizione, avremmo dovuto fermarci in griglia senza rientrare ai box, e così è stato. Hanno dichiarato la gara ba­gnata, siamo partiti tutti con le gomme slick e se esiste la sfortu­na, stavolta ci ha assistito in pieno...! Al mattino, durante il warm­up asciutto, ero più veloce di tutti, con un passo ottimo. Anche se sono partito indietro, alla seconda curva ero già quinto e, in con­dizioni di asciutto, avrei potuto fare una gara in attacco. Poi, quan­do ha cominciato a piovere più abbondantemente e abbiamo cam­biato la moto con quella equipaggiata con gomme da pioggia, ho fatto un paio di giri per tastarla. Ero nuovamente molto veloce e avevo iniziato a recuperare su Valentino che era davanti a me. A quel punto ho pensato che avrei potuto lottare per il podio, ma poi la pista ha cominciato ad asciugare. In condizioni intermedie le no­stre gomme non sono competitive e abbiamo portato a casa tutto quello che si poteva. La nostra fortuna è che tra qualche giorno sa­remo di nuovo in sella: queste gare mi rimangono sullo stomaco e non vedo l’ora di divertirmi di nuovo e di lottare».
Ancora più arrabbiato è il suo compagno Gibernau, battuto sul traguardo quasi al fotofinish da Rossi che gli ha soffiato il podio: «Era tutto perfetto. Sono partito bene sull’asciutto, avevo un gran bel passo. Prima di fermarmi al box per il cambio moto ero secon­do e subito dopo ho guadagnato il comando della gara. A quel pun­to volevo aumentare il mio distacco ma la pista ha cominciato ad asciugare e la mia gomma da bagnato non si è dimostrata adatta a quelle condizioni». M.BO


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Pioggia intermittente a Phillip Island, per la prima volta c’è il cambio moto
Melandri domina il caos
Grande impresa tra acqua e asciutto, terza vittoria e aggancio a Pedrosa

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MARCO BO
PHILLIP ISLAND. C’è stampata la faccia di Marco Me­landri
sulla gara storica di Phillip Island dove i piloti, per la prima volta, rientrano al box per cambiare moto e usare la seconda, mappata e con gomme da bagnato.

Rossi viene tradito dal vento che soffia un po’ troppo forte sino a portare nuvole leggere ma non abbastanza da restare in cielo senza bagnare la pista. E allora la partenza rinviata di qualche minuto, per gara dichiara­ta bagnata, è solo il prologo di una corsa che mette a du­ra prova chi guida, i meccanici e chi li coordina al box. Si spegne il semaforo rosso e subito dopo c’è il verde della Kawasaki di Nakano a catturare l’attenzione. Sino a quando l’asfalto resta asciutto il giapponese allunga di brutto per guadagnare quasi cinque secondi su un otti­mo
Gibernau e Melandri mentre Rossi e Capirossi
cercano di sbarazzarsi del gruppone in cui sono finiti. Ma poi la pioggia diventa qualcosa di serio, le gomme non tengono più e tutti rientrano al box per cambiare moto. Il primo a farlo è il britannico Ellison, che essen­do il più scarso della compagnia, gioca il jolly con pron­tezza sperando nella giornata della vita. L’ultimo a fer­marsi è invece Nakano che pagherà caro l’azzardo chiu­dendo poi all’ottavo posto.
Gara a due facce, con i piloti che all’ottavo giro rien­trano quasi in fila indiana, un po’ come le auto della For­mula 1 dietro alla safety car: i vantaggi accumulati con fatica si azzerano. Rossi vede così sfumare il terzo posto e un allungo di undici secondi su Hayden, undicesimo. Il giro successivo l’americano è dietro a Vale approfit­tando del rallentamento globale che anticipa l’ingresso nella pit lane. Con la seconda moto chi è in pista impie­ga tre giri per trovare la fiducia necessaria per spingere sino in fondo, poi questi matti che non hanno mai pro­vato su questo asfalto bagnato spalancano il gas su una pista che progressivamente va ad asciugarsi. Ed è qui che Marco Melandri regala a se stesso e al suo team un’impresa. In cinque tornate neutralizza il vantaggio di
Gibernau e Vermeulen e a undici giri dal termine si porta davanti a tutti. A quel punto diventa incontenibi­le e saluta per il terzo trionfo dell’anno che gli permette di agganciare Pedrosa al terzo posto della classifica iri­data e diventare il più vincente dell’anno dopo Valenti­no, che di successi ne ha già firmati cinque. E le Ducati? Le Ducati vengono messe fuorigioco dall’asfalto nè ba­gnato nè asciutto che per le Rosse gommate Bridgestone sono la situazione peggiore. Un vero e proprio sgarro per­ché sia Capirossi che Gibernau erano pronti per una cor­sa da protagonisti. E Sete alla fine deve anche subire l’onta di vedere sfuggire il podio per colpa di un Rossi in­diavolato. Così scatenato da riuscire a recuperare sullo spagnolo con le gomme ormai finite un secondo e mezzo nell’ultimissimo giro. Per Valentino, che qui era strafa­vorito sull’asciutto, un terzo posto dietro a Vermeulen che gli permette di ridurre o meglio, limare, il gap da Hayden. A tre gare dalla fine ora sono 21 i punti da re­cuperare. Non tantissimi ma nemmeno pochi se si pen­sa che di Gran Premi da disputare ne restano ancora tre: quello del Giappone a Motegi questa domenica e quelli del Portogallo all’Estoril e di Valencia a ottobre. La gara riabilita in parte un Hayden ormai incapace da tre tur­ni di salire sul podio. Lo riabilita perché approfitta del colpo di fortuna del rientro collettivo al box ma poi apre a manetta sul bagnato e non solo senza risparmiarsi. Chi invece dimostra tutti i propri limiti è Pedrosa, autore di un Mondiale stratosferico essendo alla prima stagione in MotoGP ma per vincere il titolo occorre anche saper an­dare forte sul bagnato. E lui, questa situazione, la pati­sce ancora troppo. Come se non bastasse finale col gial­lo: la Honda è tentata dallo sporgere reclamo per un sor­passo di Vale a Stoner quando non si poteva. Le imma­gini tv fanno però vedere che poi Rossi viene subito ri­passato dall’australiano. Dopo la classifica modificata... ai box, sarebbe stato davvero troppo un cambiamento a tavolino. Per questa domenica va bene già così.


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Valentino soddisfatto per il podio e per il sorpasso su Gibernau all’ultima curva
«Il Mondiale è più vicino»
Rossi: « Sono certo che si possono rimontare 21 punti in tre GP. Bravo Macio»
«Ho superato Pedrosa in classifica e avvicinato ancora Hayden. Non male il debutto del cambio moto in corsa, ma c’è ancora troppa gente nella pit lane»

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MARCO BO PHILLIP ISLAND
VALENTINO Rossi, un terzo posto per essere sod­disfatti o arrabbiati?
« Beh, diciamo che adesso ho superato Pedrosa nel Mon­diale e così sono secondo. A questo posso anche aggiun­gere che ho recuperato altri cinque punti ad Hayden. Certo che se non avesse piovuto mi sarei divertito di più e probabilmente avrei potuto vincere. E’ anche vero che se io fossi arrivato primo e Hayden secondo avrei co­munque recuperato solo cinque lunghezze. Però non pos­so decidere io sul tempo per cui non mi lamento e biso­gna dire che Melandri si è meritato in pieno la vittoria perché ha guidato benissimo. Anche io però sono con­tento di cosa ho fatto nella seconda parte della gara. So­no riuscito a recuperare oltre sette secondi a Gibernau a una decina di giri dalla fine. Ho sempre creduto sulla possibilità di salire sul podio e alla fine ce l’ho fatta pro­prio in extremis passando Sete: un puntino rosso che mi­nuto dopo minuto diventava sempre più grande » .

Come è andata la prima volta del cambio moto?
« Non male, in questi casi non esiste una regola perfetta. E’ stata applicata per la prima volta e credo che il risul­tato sia stato positivo: non ci sono stati incidenti, nessu­no è caduto. Forse si può migliorare qualcosa perché sul­la pit lane c’era veramente troppa gente. Dovrebbe po­terci restare solo quella che serve davvero. Io ho ri­schiato di sbagliare box. Però direi che è andata bene, i piloti sono stati attenti e responsabili. Si può migliora­re ma nel complesso è stata positiva. Purtroppo io ho perso troppo tempo nel cambio moto, pazienza » .

Il Mondiale è ancora possibile?
« Assolutamente sì: rimontare 21 punti di ritardo con tre gare alla fine è qualcosa di possibile, non impossibile. Io ci credo. Mi spiace non essere riuscito a vincere la sesta gara di fila qui a Phillip Island, credo che questo record non riuscirò più a farlo... » .

Melandri dice che lei ha rischiato molto nella pri­ma parte della gara: E’ vero?

« Ah beh, se Melandri dice questo... Certo non gli avrà fatto piacere quando l’ho passato per due volte all’ester­no. Provo solo il rammarico per non aver corso la gara sull’asciutto perché ero il più veloce di tutti, anche delle due Ducati. Nel warm up avevamo individuato una re­golazione eccezionale per la M1 » .

Alla fine la Honda è andata a un passo dallo spor­gere reclamo per un suo sorpasso a Stoner con le bandiere gialle. Cosa è successo?

« Niente di particolare, quando si entra in curva a 270 al­l’ora e all’ultimo si mettono a sventolare le bandiere non è così facile rallentare. In ogni caso subito dopo Stoner mi ha ripassato. Chissà perché poi si erano messi a sban­dierare. Già nelle prove avevo segnalato il problema che c’era qualche marshall che usava le bandiere anche se non c’era nessuno per terra ma era solo lento » .

Pare che sia stato Hayden, appena tornato al box dopo gara, a segnalare che lei aveva fatto quel sor­passo a Stoner...

« In Italia si dice che chi fa la spia non è figlio di Maria... Lui è stato molto fortunato con il cambio moto perché prima del rallentamento di tutti quanti era molto indie­tro. Poi, comunque, ha avuto coraggio e non si è rispar­miato » .

Restano tre gare, Motegi, Estoril e Valencia. Chi sarà avvantaggiato tra Rossi e Hayden su queste piste?

« Noi a Motegi con la Yamaha non siamo andati bene l’an­no scorso. Abbiamo avuto molti problemi ma sono sicuro che se ci impegniamo riusciremo a trovare una buona messa a punto. All’Estoril bisognerà vedere come saran­no le condizioni meteo che sono molto variabili: pioggia e vento. A Valencia invece l’anno passato ho incontrato problemi in prova mentre in gara è andata bene » .

Una battuta su Bautista che ha conquistato il Mon­diale 125 sull’Aprilia.

« Lui mi è simpatico, è uno che ha sempre la faccia alle­gra, sorride spesso. E poi non se la tira nemmeno un po’. Mi piace anche il fatto che sia riuscito a riemergere do­po che nella passata stagione aveva ottenuto risultati opachi. Complimenti, ha fatto una grande annata » .


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LE PAGELLE
Si rivede Gibernau in forma Pedrosa, festival degli errori
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9,5
9MELANDRI: Macio si di­verte sulle montagne russe. Arriva da Sepang con il morale sotto i tacchi e un quinto posto che significa es­sere fuori dai giochi mondiali. Se ne va da Phillip Island con un trionfo che lo riabilita per il titolo grazie a una gara in cui rischia il tutto per tutto. Man mano che la pista si asciuga aumenta il ritmo, trova la te­sta della corsa e allunga. Per finire con un traverso all’ulti­ma curva che dà sul rettilineo con gomma posteriore che fu­ma e mano sinistra che saluta il pubblico. Se aveva sognato una fotografia della rinascita, non poteva che essere questa.
VERMEULEN: porta per la prima volta nella stagione la Suzuki sul podio man­dando in delirio il pubblico di casa sua. Senza la pioggia non sarebbe venuto fuori come un fungo ma bisogna dire che ci mette molto del suo talento, che con l’acqua fa la differenza.
ROSSI. Gli sfugge la sesta vittoria di fila per colpa di un paio di nuvole stupide. Stupide perché arrivano nel momento più sbagliato e nel modo più sbagliato, ovvero senza rendere l’asfalto davve­ro bagnato. Una doccia di sfor­tuna per Vale che in caso di asciutto avrebbe con ogni pro­babilità vinto o comunque lot­tato per il trionfo sino all’ulti­mo. Invece il grande caos del cambio moto di fatto annulla il vantaggio di chi aveva allun­gato come lui sui più prudenti, vedi Hayden, e va in Giappone con un gap di 21 punti che in cuor suo pensava di riuscire ad abbattere in maniera più con-
98sistente. Da urlo il sorpasso a inizio gara all’esterno su Me­landri.
HAYDEN. E’ fortunato, molto fortunato. Perché prima del cambio volante delle moto l’americano sembra un turista a spasso come rac­conta il suo undicesimo posto a dieci secondi da Rossi che in quel frangente è terzo. Grazie alla confusione della pit lane torna in gioco e si ritrova die­tro a Valentino. A quel punto fa la gara dietro a Rossi e il fat­to che riesca a non perderlo di vista depone a suo favore. Cor­re sul bagnato con coraggio e senza risparmiarsi.

7CAPIROSSI. Più sfortunato di così non si può. Al matti­no, nel warm up, è il più ve­loce di tutti insieme a Giber­nau. Per Loris potrebbe anda­re bene anche la condizione da pioggia perché le Bridgestone sono un vantaggio. Patiscono però le condizioni intermedie che puntualmente caratteriz­zano la gara. Alla fine ha il
74,5
muso lungo ed è più che com­prensibile. Scivola in quinta posizione nel Mondiale ma av­vicina la terza piazza che è a soli 13 punti.
GIBERNAU. Si rivede il Se­te che aveva spinto la Du­cati a portarlo via dalla Honda. Lotta e si esalta sul ba­gnato, poi, nel finale, quando le gomme non lo supportano più, viene beffato sul traguar­do da Rossi.
PEDROSA. Sbaglia tut­to, anche di più. Decide di non ricorrere all’i­niezione antidolorifica al gi­nocchio suturato con cinque punti, pensando che siano suf­ficienti un antinfiammatorio per bocca e un pezzo di gom­mapiuma sotto la ginocchiera. Patisce più degli altri la situa­zione ibrida dell’asfalto e quando riparte dal box, dopo aver cambiato moto, si tocca con Tamada. In gara la gom­ma posteriore non lo soddisfa e chiude al 15° punto che signi­fica 1 punto. Per la prima vol­ta dell’anno Gatto Pedrosa tro­va l’acqua e lui non può far al­tro che ritirare le unghie e tra­sformarsi in un micio indifeso.
NUOVA REGOLA. La regola del flag to flag, ovvero ga­ra non interrotta ma fa­coltà ai piloti di rientrare e cambiare moto per usarne una più adatta per le condizioni dell’asfalto, si può considerare promossa con riserva. Non a pieni voti perché nella pit lane c’è pericolosamente troppa gente. Ma, tutto sommato, se si vuole responsabilizzare i pi­loti e quindi farli ragionare di più, è giusto metterli nelle con­dizioni che siano loro a decide­re se è il caso di tornare al box
7oppure no.
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Il Pompiere
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